You are my Blood 8                                     Back to FanFic  Back to Home

“Kaede ti rendi conto di quello che gli hai detto?” gli chiese Reika incrociando le braccia sul petto.

Il vampiro la fissò confuso e lei sospirò.

No, evidentemente non si rendeva conto.

“Perchè Hanamichi si è arrabbiato tanto la prima volta che avete litigato?” gli chiese con il fare del professore che interroga l’alunno per portarlo a concludere un ragionamento.

Rukawa la fissò in silenzio per alcune secondi prima di mormorare “Perchè l’ho trattato come un oggetto?” chiese titubante e la ragazzina annuì soddisfatta.

“Bene...” annuì. “... e che cosa gli hai detto due secondi prima che tirasse quel pugno?”

“Che non mi sembrava di aver esagerato con Sendoh!!!” disse cupo.

Reika scosse il capo. “Dopo...” specificò.

Rukawa corrugò la fronte cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.

“Che lui per me era importante” mormorò abbattuto.

La biondina scosse la testa con disapprovazione “Tu hai detto che lui era cosa a cui tenevi di più”

Il vampiro annuì serio. “Ed è vero!” mormorò.

Reika alzò gli occhi al cielo “Non capisci???”

“Cosa diavolo dovrei capire!!!!” tuonò il vampiro furioso.

Sua cugina inspirò un paio di volte lentamente per cercare di placare l’esasperazione.

“Gli hai dato della COSA Kaede! Possibile che tu non te ne renda conto??? Hai parlato di lui come un bambino capriccioso parla del suo giocattolo preferito!!!!”

Kaede la fissò pietrificato mentre tutti i tasselli tornavano al posto giusto.

L’aveva fatto di nuovo!!!

Inconsapevolmente aveva di nuovo fatto lo stesso errore e  quella volta Hanamichi non gliel’avrebbe fatta passare liscia.

“Kaede....” Reika gli si avvicinò posandogli una mano sulla spalla “....va da lui...”

Rukawa le sorrise. “Grazie Reika” mormorò prima di scomparire in un’elegante voluta di fumo nero.

La ragazzina bionda rimase immobile a fissare gli ultimi strascichi dell’incantesimo con le gote arrossate e gli occhi spalancati.

Kaede...

Kaede l’aveva ringraziata!

“Sei proprio cotto eh cuginetto?” sorrise tra se prima di lasciare la stanza anch’essa.

 

Mitsui e Kogure avevano ascoltato il racconto del rossino in silenzio senza interromperlo.

Dopo che aveva cominciato a parlare la voce spezzata di Hanamichi aveva acquisito man mano sicurezza riprendendo un tono normale.

“Mi ha dato della ‘cosa’ capite???” chiese scuotendo mestamente il capo.

Mitsui sospirò e Kogure gli posò gentilmente una mano sulla spalla.

“Ma la tua reazione è stata comunque esagerata.” Cercò di farlo ragionare con calma.

“Cavolo Hana ti ha appena fatto una dichiarazione in piena regola e tu che fai? Gli tiri un pugno???” gli chiese Mitsui incrociando le braccia sul petto.

“Hisashi!!” protestò Kogure lanciandogli un’occhiata di ammonimento, prima di indicargli con un cenno del capo, le gote arrossate dal pianto del ragazzo.

Mitsui sospirò prendendo però un tono più diplomatico. “Hana riflettici bene.... Insomma Kaede non è certo uno che spreca le parole eppure non solo ha costruito una frase che avesse più di soggetto e verbo ma si è pure scoperto dicendoti quanto teneva a te.”

Hanamichi fissò l’amico con gli occhi spalancati.

Mitsui aveva ragione.

Però... Però quando la volpe aveva detto quelle parole...

Quella parola...

Aveva sentito una pugnalata al petto.

Cosa.

Oggetto.

Era così che lo considerava?

Una semplice fonte di sostentamento?

Possibile che per quell’algida, fredda kistune fosse così difficile capire la sua insicurezza.

Kaede era bello da togliere il fiato, era ammirato al punto da avere un fan club, era ricco tanto da potersi permettere una reggia come quella ed era potente.

Dotato di una forza oscura e devastante che avrebbe potuto usare per fare qualsiasi cosa.

E poi le parole del Capo del Consiglio.

Sarebbe sopravvissuto anche senza di lui.

La sua morte non gli avrebbe causato nemmeno una piccola fitta di dolore.

Inutile.

Un peso.

Un ostacolo.

Nonostante si fosse sforzato di non pensarci, da quando aveva sentito quelle parole da Kaede, il suo castello di sicurezze era crollato. Che cosa aveva lui da offrire al vampiro? A parte se stesso, che cosa gli dava se non seccature? Eppure Kaede diceva di amarlo. Lo baciava, lo teneva tra le braccia con dolcezza, faceva l’amore con lui.

Avrebbe dovuto bastargli ma quella sua maledetta insicurezza non ne voleva sapere di scomparire.

Per quanto sarebbe durato?

Per quanto tempo l’avrebbe amato?

E poi Sendoh che con le sue avances aveva fatto scoppiare la gelosia del vampiro.

Che Kaede era possessivo lo sapeva già, ma che arrivasse a trattarlo a quel modo.

Davvero il vampiro non lo considerava solamente un gioco?

Un passatempo per quello che sarebbe stato solo un frammento della sua lunghissima vita immortale?

Quelle domande lo coglievano impreparato scavando solchi dolorosi nel suo cuore.

E per quanto si ostinasse a gridare con tutto il fiato che aveva in corpo, ‘lui mi ama’ , quella vocina viscida che lo tormentava con i dubbi, scivolava fredda nella sua mente sussurrandogli che si stava illudendo.

E quando Rukawa aveva pronunciato quelle parole...

Quella parola...

Cosa.

Oggetto.

Aveva sentito la sua risata.

Il suo grido di trionfo.... ‘Ho ragione io!!!

 

“E poi la tua reazione potrebbe averlo fatto equivocare...” la voce di Kogure lo riportò bruscamente alla realtà.

Il rossino lo fissò confuso “Che intendi?”

“Potrebbe sembrare che tu ti stessi riferendo a Sendoh” gli rispose Mitsui.

Hanamichi passò lo sguardo incredulo da Mitsui a Kogure che annuì lentamente.

“Ma io... io non...” balbettò incerto.

Nella sua mente le parole del loro dialogo sfilarono veloci mentre il groppo che aveva in gola diventava un macigno.

Riviste in quella luce...

Sembrava....

Sembrava che lui....

 

NO!

 

Poteva credere che Rukawa non l’amasse.

 

Ma mai e poi mai gli avrebbe lasciato alla volpe dubbi sul suo amore!

 

Hanamichi scattò in piedi e si fiondò verso la porta mentre Kogure e Mitsui si scambiavano un sorriso d’intesa.

Tuttavia non appena aprì la porta finì addosso ad un Akagi già vestito da capo a piedi che stava giusto per bussare.

Usò il pugno chiuso rimasto a mezz’aria per colpire il ragazzo.

“Ahi! Gorilla mi hai fatto male!!!” protestò Hanamichi massaggiandosi il capo.

“Brutto deficiente che fai in giro in pantaloni di pigiama! Tra un’ora esatta ripartiamo e tu non sei ancora nemmeno vestito!!!” tuonò.

Il rossino alzò il volto sgomento sul suo capitano e lo sguardo arrabbiato di Akagi sfumò in un attimo nel vedere gli occhi arrossati del ragazzo. “Stai bene?” gli chiese preoccupato.

Hanamichi annuì in fretta.

Non aveva tempo! Doveva tornare da Rukawa e spiegargli prima che lasciassero la casa e fossero incapaci di chiarirsi a causa della presenza degli altri.

“Io devo solo trovare...”

Hana..?

Il rossino si voltò di scatto riconoscendo quella voce profonda che proveniva dalle scale.

In piedi su di esse il volto impassibile come sempre ma lo sguardo scintillante in modo sospetto Rukawa aveva interrotto la sua frase e ora lo osservava cupo.

Non l’aveva chiamato do’hao e nemmeno Sakuragi.

L’aveva chiamato Hana...

Con quel tono intimo che usava unicamente quando erano da soli.

Arrossì mentre i loro occhi si incatenavano scambiandosi domande e risposte senza voce.

Akagi passava lo sguardo da uno all’altro senza riuscire a capire prima che il volpino, fatti i pochi passi che ancora li dividevano, raggiungesse il suo ragazzo e lo afferrasse per un polso.

“Voi andate pure da Ueka” disse rivoltò al capitano “Noi vi raggiungeremo dopo con Igor” mormorò.

E senza attendere risposta prese a trascinare un attonito Hanamichi su per le scale.

“Ma che sta succedendo?” si chiese Akagi a voce alta osservandoli sparire al piano superiore.

“Lite tra innamorati” mormorò Mitsui che aveva raggiunto l’uscio insieme a Kogure per seguire la scena.

Akagi si voltò verso di lui spalancando gli occhi.

“E tu che cavolo ci fai nella stanza di Kibinobu!!!”

Kogure arrossì violentemente mentre Mitsui sorrideva sornione.

“Moi?” chiese con innocenza.

 

 

Rukawa non appena era stato sicuro di essere fuori dalla visuale si era smaterializzato con il rossino per ricomparire nella camera da letto che era stata oggetto della loro lite solo poco prima.

Hanamichi sollevò il capo che aveva tenuto chino sino a quel momento fissando il volpino negli occhi.

“Scusami!!!” mormorarono in fretta entrambi. Si fissarono sorpresi per alcuni secondi prima che Rukawa facesse un passo verso di lui riducendo la distanza che li separava.

“Mi dispiace Hana ti assicuro che non ti considero un giocattolo, un oggetto, una cosa o qualunque altra parola dovesse uscire da questa mia maledetta boccaccia!!” mormorò il vampiro allungando una mano per accarezzargli una guancia cancellando con occhi colpevoli le tracce di lacrime.

Hanamichi scosse lentamente la testa.

“Mi dispiace di non aver capito cosa volevi dire e di averti colpito” mormorò prima di sollevare una mano per accarezzargli lo zigomo offeso.

Sussultò quando si rese conto che la pelle candida era umida.

Gli occhi dorati si spalancarono mentre cercavano due iridi blu insolitamente sfuggenti.

“Tu.... tu hai....” mormorò incredulo.

Il suo cuore mancò un battito quando vide le gote del vampiro tingersi di rosa.

“Sei arrossito...” sussurrò incredulo

“Non è vero do’hao!!” protestò il vampiro sollevando il capo di scatto.

“A chi idiota, baka kistune, vuoi un’altro pugno?” gli chiese Hanamichi con un sorriso solare che tuttavia smentiva le sue parole.

Il vampiro gli sorrise dolcemente a sua volta prima di allungare le braccia e stringerlo a se con fare protettivo.

“Ti amo Hana.... ti amo così tanto, ti prego non lasciarmi” gli sussurrò all’orecchio prima di sfiorarglielo con un bacio leggero, gli occhi blu due pozzi così profondi che Hanamichi ebbe la sensazione che ci sarebbe affogato.

Il fiato gli mancava già.

“Mai Kaede!!!” sussurrò piano ricambiando l’abbraccio mentre un sorriso dolcissimo gli incurvava le labbra.

Affondò il capo nella sua spalla rimanendo così abbracciati per alcuni minuti mentre nella sua mente Hanamichi gridava di gioia.

La volpe...

La sua volpe....

Aveva pianto...

Lui aveva paura di essere lasciato!

Strinse più forte l’abbraccio prima di sollevare il capo con un sorriso.

“Quanto a questa boccaccia....” mormorò, usando la sua stessa parola, prima di sfiorare le labbra in questione con un tenero bacio “...la prossima volta che sta per pronunciare la cosa sbagliata avvertimi che te la chiudo io” sussurrò malizioso. Il vampiro annuì mentre nei suoi occhi tornava quella luce che Hanamichi aveva imparato a conoscere.

“Credo di aver una gran voglia di dire qualche stupidaggine...” gli sussurrò prima di allungare il capo verso di lui per sfiorare le labbra del rossino in una carezza leggera.

“Allora dovrò impedirtelo con ogni mezzo...” mormorò Hanamichi.

 

 

“Hanamichi e Rukawa?” chiese Ryota guardandosi attorno nel piccolo pullman affollato.

Akagi scosse il capo con uno sbuffo e Kogure sorrise. “Ci raggiungeranno dopo con un’altra macchina” spiegò per il suo capitano che nonostante quello che aveva visto e quello che gli avevano raccontato Mitsui non era ancora riuscito a raccapezzarsi che quei due stessero insieme.

Di Mitsui e Kogure sapeva già anche se trovare il tiratori da tre punti mezzo nudo nella camera del suo migliore amico gli aveva fatto un certo effetto ma di quei due...

Non ci avrebbe scommesso uno yen.

Scosse il capo, bhe... non ci avrebbe scommesso PRIMA di vedere lo sguardo che si erano scambiati in corridoio.

Sendoh seduto in un angolo accanto a Koshino emise un flebile respiro di sollievo.

Preferiva non vedere nessuno dei due almeno per un po’.

Aveva bisogno di mettere ordine nei suoi pensieri.

Aveva bisogno di riorganizzare la sua vita in base a quanto sapeva.

Il suo desiderio per Hanamichi, il suo odio verso Rukawa....

.... arrossì lievemente mentre un’immagine gli saettava nella mente.

Un ragazzo pallido, splendido, chinò su una rosa rossa....

Scosse il capo con forza allontanando quel pensiero.

No e poi no!

Lui non aveva assolutamente desiderato Rukawa!

Era stato un sogno.

Sì ecco un sogno!!!

Anzi un incubo!!!!!!

Un incubo magnifico....

Akira scosse nuovamente il capo con rabbia e Koshino gli posò una mano sulla spalla. “Tutto bene?” chiese gentilmente.

Akira annui mentre prendeva una decisione.

BASTA!

Li avrebbe ignorati entrambi!

Tanto con Hanamichi non aveva speranze e anche se ne avesse avute il vampiro lo avrebbe incenerito prima di lasciarglielo quindi meglio dimenticarlo e concentrarsi su altro!!!

La sua mente gli ripropose invitante il suo sogno di mezzanotte ma Akira la cestinò immediatamente.

Se non avesse visto Rukawa quella notte non si sarebbe precipitato fuori della sua stanza per andare a sfogare il proprio sconcerto in palestra, e se non si fosse messo a correre sulle scale non si sarebbe scontrato con Nobunaga, e non sarebbero finiti nei sotterranei, e non avrebbe scoperto quello che aveva scoperto!

Alla fine la colpa era sempre di quel dannato vampiro!

Prima gli rubava Hana.

Poi si faceva desiderare e infine gli sconvolgeva la vita e lo sigillava!!!

Maledetto, maledetto cento volte maledetto Rukawa!!!

 

 

Rukawa fece scivolare le mani lungo la schiena nuda del ragazzo fino all’elastico dei pantaloni del pigiama fermandosi a strofinare quella pelle ambrata con i pollici prima di scivolare sotto il tessuto leggero per cercare la rotondità dei suoi fianchi e poi la dolce curva che scendeva fino al suo sesso.

Hanamichi emise un gemito tra le labbra del vampiro in risposta a quel tocco intimo mentre faceva salire le mani sulla schiena ampia dell’amante, infilandole sotto la sua camicia alla ricerca del contatto con quella pelle candida mentre le loro bocce si accarezzavano sensualmente e le loro lingue si intrecciavano dolcemente.

Il vampiro lo spinse lentamente fino al letto e, senza lasciare la presa su quella bocca morbida, ve lo spinse sdraiandosi su di lui.

Hanamichi si lasciò sfuggire un lamento di piacere quando la virilità del compagno ancora protetta dai jeans strofinò contro la sua mentre le mani candide che si erano infilate nei boxer gli accarezzavano le natiche. S’inarcò ansimando quando avvertì una delle lunghe dita del vampiro infilarsi dentro di lui prendendo a stimolarlo mentre la bocca, che non ne voleva sapere di lasciarlo respirare, premeva sulla sua obbligandolo a reclinare il capo sui cuscini scomposti. Fece salire la mani fino alle spalle del suo ragazzo facendogli poi scivolare la camicia lungo le braccia, senza tuttavia riuscire a sfilarla come avrebbe voluto dato che le mani del vampiro erano saldamente infilate nei suoi pantaloni. Sorrise contro le labbra dell’amante costringendolo ad interrompere il bacio. “Kistune così non riesco a spogliarti.” sussurrò con le guance in fiamme e il respiro affannoso. Rukawa ne rimase incantato. I capelli rossi sparsi sul cuscino in ciocche scomposte, gli occhi così scintillanti da sembrare dorati, la pelle ambrata in contrasto con le lenzuola candide....

Si staccò lentamente da lui strappandogli un gemito spezzato. Si alzò lentamente liberandosi con un gesto distratto della camicia aggrovigliata prima di sbarazzarsi anche dei pantaloni. Rimase tuttavia immobile a pochi passi dal letto mentre osservava l’amante languidamente sdraiato tra le lenzuola arruffate, i pantaloni bianchi del pigiama, leggermente scostati verso il basso dalle sue carezze, che lasciavano intravedere alcuni ciuffi di peluria rossa. Il suo sguardo passò dalla stoffa tesa al petto che si abbassava e si alzava in fretta. Fece scorrere lo sguardo su quel corpo muscoloso accarezzando ogni muscolo, percorrendo ogni centimetro di pelle dorata, come avrebbe fatto con le mani, prima di sorridere dolcemente all’amante che lo attendeva con gli occhi nocciola fissi nei suoi. “Vieni Kaede?” lo invitò piano. Il vampiro gli si avvicinò con passò felino lasciandosi esplorare dallo sguardo del compagno prima di fermarsi accanto al letto. Sul comodino abbandonata dalla notte precedente una rosa rossa giaceva immobile e dimenticata. Il vampiro prese il lungo stelo tra le dita candide portandosi il fiore alle labbra per assaporare, contro la pelle delicata della bocca, la consistenza vellutata dei petali. Hanamichi lo fissava incantato, il cuore che gli martellava violentemente nel petto. “Togliti i pantaloni” sussurrò Kaede con voce resa ancora più bassa e profonda dalla passione mentre nel suo sguardo scintillava una luce violetta. Il rossino osservò il vampiro immobile accanto al letto prima di far scivolare entrambe le mani lungo i fianchi e poi verso l’elastico dei pantaloni. Infilò le dita sotto il tessuto candido e poi volse il capo verso di lui regalandogli un sorriso sensuale. Rukawa rabbrividì senza muoversi però da dove si trovava. Aveva già visto una volta quel sorriso. La seconda volta che avevano fatto l’amore. In cucina prima che il do’hao cominciasse a.... ogni pensiero coerente si annullò nella sua mente quando lo shadow inarcò sensualmente la schiena facendo scivolare entrambe le mani verso il basso accompagnando boxer e pantaloni verso le gambe, scoprendo lentamente quella pelle uniformemente dorata. Hanamichi portò una mano in avanti facendo in modo che scivolasse sul suo sesso mentre faceva scendere i pantaloni sull’inguine e poi sulle cosce. Emise un lungo sospiro di piacere quando l’elastico teso percosse la sua virilità strofinandola mentre si liberava di quegli indumenti leggeri riadagiandosi poi sulle lenzuola aggrovigliate, i pantaloni bloccati poco sopra le ginocchia, con un sospiro di soddisfazione che fece accapponare la pelle al vampiro che aveva trattenuto il respiro, gli occhi che da spalancati erano diventati due piccole fessure di un blu intenso. Raggiunse il suo ragazzo a grandi passi e con un unico gesto secco gli strappò pantaloni e boxer dalle gambe gettandoli sul pavimento assieme ai suoi vestiti. “Hai voglia di giocare?” gli sussurrò con voce pericolosamente bassa. Hanamichi rabbrividì mentre la sua mente gli riproponeva le immagini di ciò che era successo l’ultima volta che l’aveva provocato. Bhe almeno non c’erano rettili in giro, pensò con un brivido di anticipazione. Il vampiro gli sorrise mentre si sedeva accanto a lui sulle lenzuola. Allungò la rosa facendo scivolare i petali vellutati sulle sue labbra lentamente tracciandone il contorno finchè non si socchiusero piano. Sorrise soddisfatto facendo scivolare la rosa sul mento e poi sul collo, accarezzando le piccole ferite lasciate dal suo morso. Il rossino gemette reclinando il capo in una muta offerta che il vampiro si sforzò di ignorare mentre la corsa dei petali carminio continuava sul petto ampio. Hanamichi si inarcò sotto quel tocco delicato mentre inesorabilmente la corolla rossa scivolava vellutata verso il basso. Sussultò quando i petali sfiorarono la sua virilità. Rukawa ripeté la carezza lentamente godendo del respiro affannoso del suo amante mentre quella pelle dorata si ricopriva di minuscole goccioline di sudore che sembravano tanti diamanti al riverbero della luce solare che entrava dalla grande finestra aperta. Il vampiro spostò delicatamente la rosa prima di abbassare il capo e cominciare a deporre piccoli baci sul sesso dell’amante. “Kae... kaede...” sussurrò piano inarcando il bacino mentre le sue mani artigliavano le lenzuola e i suoi fianchi si alzavano per chiedere di più. “Ti arrendi di già do’hao?” gli sussurrò il vampiro sollevando il capo per fissarlo con sfida negli occhi scuri. Hanamichi si morse le labbra per trattenere il gemito che gli era salito in gola nell’avvertire il suo respiro caldo sulla pelle congestionata ma scosse il capo ostinatamente. “Mai volpaccia” sussurrò prima di mettersi a sedere anch’egli per afferrare la testa del moretto e cercare la sua bocca. Il vampiro gli lanciò un’occhiata di fuoco avventandosi sulle sue labbra. Hanamichi tuttavia non si fece sopraffare lottando per il predominio di quel bacio che li lasciò entrambi senza fiato. “Attento..” mormorò minaccioso il vampiro slacciando la bocca dalla sua. Hanamichi gli sorrise dolcemente e distratto dal quel gesto Rukawa non vide la luce di sfida che gli era saettata nello sguardo. Prendendolo completamente alla sprovvista il rossino lo spinse sul materasso mettendoglisi a cavalcioni sopra. “Vuoi la guerra volpe?” mormorò. Rukawa lo fissò con occhi carichi di malizia. “Mostrami cosa sai fare” lo sfidò. Il sorriso del suo shadow si allargò. “Ti dimostrerò che posso essere un genio anche in questo...” gli sussurrò provocante con voce così sensuale e bassa che per poco Rukawa non gemette mentre i suoi occhi si piantavano su quel corpo statuario sopra il suo. Con deliberata lentezza il ragazzo dai capelli rossi fece passare la lingua sulle labbra umettandole prima di socchiuderle con un sospiro che fece rabbrividire il ragazzo sotto di lui. Forte di quel segno di apprezzamento Hanamichi posò le mani sulle braccia della volpe chinandosi in avanti fino che i loro visi e i loro petti non furono separati che da pochi centimetri d’aria, le gambe di Hanamichi piegate contro i fianchi candidi del vampiro le loro virilità praticamente l’unico punto di contatto tra loro. “Allora volpe ti arrendi?” sussurrò Hanamichi con un sorriso sornione. “Hn” rispose soltanto il vampiro, che non era più molto sicuro della sua voce, gli occhi blu scintillanti di sfida. Hanamichi rise piano, ad un soffio dalla sue labbra, spedendo una cascata di brividi freddi lungo la schiena del moretto, cosa che lo rese ancora più consapevole di quell’unico punto bollente del suo corpo. “L’hai voluto tu...” mormorò Hanamichi distraendolo dai suoi pensieri mentre tornava a sollevarsi lentamente alzando questa volta anche il bacino in modo da restare a gattoni su di lui. Fissandolo negli occhi per cogliere ogni sua reazione, Hanamichi inarcò la schiena e piegò le gambe in modo da far strofinare il proprio sesso contro quello del vampiro, in una lunga, lenta carezza. Incapace di trattenersi Rukawa emise un lungo gemito di piacere spingendo il capo all’indietro sulle lenzuola, spargendo i capelli neri sul tessuto candido. Hanamichi abbassò la testa per accarezzargli le labbra con le proprie prima di scivolare sul suo mento e sul suo collo mordicchiando la pelle candida. “Allora volpe...” sussurrò con voce spezzata dal respiro ansimante “...ti arrendi?” Il vampiro gli sorrise malizioso. “No...” gli soffiò sulle labbra prima di afferrarlo per i fianchi e scaraventarlo sotto di se invertendo le posizioni. “Adesso tocca a me” lo ammonì con uno sguardo che lo fece deglutire. Chinò il capo portandosi all’altezza del suo sesso allungando la lingua fuori dalle labbra cominciando a posare piccole lappate sulla punta. Hanamichi ansimò contorcendosi sotto di lui e il vampiro sorrise sollevando il capo. “Sei così caldo qui” sussurrò mentre faceva scivolare una mano nel suo interno coscia per fargli aprire le gambe. Hanamichi si tese sotto di lui con un ansimo di piacere. “Non solo lì....” lo provocò con voce ormai così roca da essere irriconoscibile. “Hai ancora fiato per parlare?” gli chiese malizioso il vampiro prima di far scorrere la punta della lingua per tutta la lunghezza del membro dell’amante che si lasciò sfuggire un grido inarcando la schiena per offrirsi al suo torturatore mentre una delle mani del vampiro saliva ad accarezzare i glutei. “Era a questo...” Hanamichi gemette sentendo le dita del compagno affondare dentro di lui “che ti riferivi vero?” mormorò mentre cominciava a stimolarlo. Il rossino rabbrividì violentemente tra le sue braccia. “Non hai ancora imparato che non devi provocarmi...” lo ammonì il vampiro mentre la mano libera era salita a stimolargli un capezzolo. “Quanto parli oggi volpaccia...” ansimò pesantemente il rossino ormai prossimo alla resa. Il vampiro lo punì con un piccolo morso alla base del pene che lo fece rabbrividire di piacere. “Mi chiedo che gusto abbia il tuo sangue qui” mormorò il vampiro con voce roca mentre la sua bocca scendeva a tracciare cerchi concentrici sull’interno coscia. I capelli neri scivolarono sul sesso congestionato del rossino facendolo gemere forte. “Kaede....” ansimò ormai al limite. La mano che gli stava accarezzando il petto scese ad imprigionare la sua virilità mentre Hanamichi afferrava violentemente le lenzuola. Avvertì il numero delle dita aumentare dentro di lui mentre il vampiro cominciava a spingere più a fondo e l’altra mano prendeva a scivolare lentamente su e giù. Si tese allargando le gambe e il vampiro prese a succhiare quella pelle morbida e delicata così vicina al suo sesso mentre sentiva i gemiti dell’amante crescere d’intensità. Mordicchiò dolcemente la superficie vellutata mentre il pollice della mano che ancora lo stava accarezzando scivolava giù in un tocco più intimo. Hanamichi si tese sotto di lui ansimando con forza e il vampiro morse. Affondò i canini in quella pelle che sapeva di sesso trovando la vena che cercava e il sangue bollente del suo ragazzo che si era teso sotto di lui con un grido di dolore. La sensazione della carne vergine che si lacerava sotto la sua morsa, il profumo intenso del suo membro così vicino, quel corpo teso allo spasimo sotto di lui gli inebriarono i sensi spingendolo a muovere la bocca su di lui mentre la sua carezza accelerava. Bevve per alcuni secondi assaporando il gusto intenso del suo sangue prima di staccarsi da lui e sostituire alla mano la bocca ancora sporca di sangue. Hanamichi sussultò violentemente ritrovandosi avvolto in quell’antro caldo incapace di far altro che riversarsi dentro di lui con un rantolo esausto. Il vampiro sollevò il capo dal suo ventre con occhi luccicanti per osservare il petto del suo amante che si alzava e abbassava in fretta. “Allora ti arrendi amore mio?” sussurrò scivolando su di lui in modo sensuale fino a ritrovarglisi completamente sdraiato sopra. Hanamichi socchiuse gli occhi dorati fissandolo con sguardo perso. “Mai...” sussurrò con voce roca, impastata dal piacere appena provato “Vediamo di farti cambiare idea...” mormorò Rukawa prima di accarezzargli le labbra con le proprie facendoli assaporare il gusto del suo sangue e del suo sperma mescolati. Il rossino allungò le braccia cingendogli il collo e sistemandoglisi meglio sotto. “Promesse... solo promesse...” mormorò al vampiro che gli stava baciando dolcemente il viso delineando gli zigomi con la lingua per poi scendere ad accarezzargli il lobo dell’orecchio. “Ce la fai?” gli chiese dolcemente Rukawa sussurrando direttamente sul timpano facendolo rabbrividire. “Baka kistune” mormorò piano il rossino accarezzandogli la schiena. Il vampiro gli sorrise prima di tornare a baciargli le labbra con passione mentre infilava un ginocchio tra le gambe dell’amante. Hanamichi gli fece scivolare le mani sui fianchi accompagnandoselo contro in un silenzioso invito e il vampiro inarcò la schiena spingendosi lentamente dentro di lui mentre sentiva l’amante tendersi per quell’intrusione nel corpo stanco. Tuttavia la mano esperta di Kaede che era tornata ad infilarsi tra le sue gambe e il movimento ritmico del bacino del vampiro contro il suo fecero ben presto dimenticare il dolore al rossino che si tese contro di lui cominciando ad assecondare le spinte finche non sentì il proprio corpo invaso dal calore del compagno che si liberava in lui con un gemito di piacere. Ansimò a quell’invasione conosciuta ma sempre nuova mentre sentiva il proprio corpo vibrare e liberarsi  a sua volta.

Rimasero allacciati così mentre Rukawa passava dolcemente una mano tra i capelli rossi e Hanamichi gli accarezzava i fianchi. Il rossino gli sorrise stancamente. “Alla fine ho vinto io” mormorò con un sorriso sornione. Il vampiro sollevò un sopracciglio sorpreso. “Non mi sembra proprio” commentò. “Sei venuto prima di me, quindi ho vinto io.” Gli fece notare con una luce maliziosa negli occhi dorati. “Do’hao...” lo apostrofò Rukawa corrugando la fronte. “Ah,ah,ah, l’immenso genio Sakuragi ha battuto la volpaccia artica!!!” disse con una risata così bassa e sensuale che poco aveva del tono che solitamente usava per proclamare farsi di quel tipo. Rukawa gli sorrise felino. “Dimentichi che tu eri già venuto una volta prima che ti penetrassi...” sussurrò facendolo arrossire. “...quindi siamo pari...” gli fece notare scoccandogli un’altro bacio leggero prima di cercare il suo sguardo. “E che cosa proponi di fare al riguardo?”  gli chiese malizioso il rossino. “Siamo costretti a fare uno spareggio...” sussurrò Rukawa. “Se proprio siamo costretti...” acconsentì allacciandogli le braccia al collo. “Non ci possiamo esimere...” gli assicurò il vampiro mentre gli occhi azzurri scintillavano. Hanamichi sospirò “Farò questo immenso sacrificio...” mormorò allungando il capo per cercare le labbra dell’amante.

 

 

“Ma quei due si sono persi?!” borbottò Akagi passeggiando nervosamente avanti e indietro nel giardino addobbato per il loro party di benvenuto. Una musichetta allegra si spandeva nell’aria profumata dopo i giorni pioggia mentre fiori sistemati un po’ ovunque davano un tocco di colore ai lunghi tavoli imbanditi rubati dalla sala da pranzo dell’hotel e sistemati in giardino per l’occasione. I giocatori dello Shoyo erano arrivati il giorno prima e ora si erano mescolati agli altri ragazzi delle squadre avversarie facendosi raccontare le loro disavventure tra una tartina e l’altra mentre Uaki parlava con i suoi ex compagni di università.

Molti giovani del paese giravano per il giardino anche se Akagi aveva notato che i loro sguardi erano piuttosto diffidenti se non addirittura ostili. Gli tornarono in mente le parole che Uaki aveva rivolto loro prima di accompagnarli in giardino dove si sarebbe tenuto il party.

La maggior parte dei ragazzi lì consideravano gli sport in generale e il basket in particolare una cosa per rammolliti.

Per gente che, usando il termine di alcune ragazze del paese, non aveva le palle per fare niente di vero.

“Vedete qui c’è molta piccola delinquenza. Essendo questo un posto molto isolato tra i ragazzi si sono formati delle specie di clan o bande se preferite. La maggior parte dei giovani passa il suo tempo girando senza far nulla o peggio dando fastidio agli altri e i pochi buoni elementi che ci sono finiscono per essere assorbiti dalla spirale o scacciati dalla sua forza centrifuga. Io sono convinto che se riuscissero ad appassionarsi ad uno sport, che sia, basket, calcio, pallavolo od altro potrebbero scoprire un modo migliore di impiegare le loro energie.” Aveva spiegato loro il signor Uaki, dopo le presentazioni di rito, quella mattina quando erano arrivati e si erano sistemati nelle loro stanze.

“Per questo vi ho invitato qui. E’ molto importante che voi riusciate a dimostrare che si può mettere l’anima in qualcosa se ci si crede davvero. E non per denaro o per la fama ma per passione!”

Quello che Uaki aveva affidato loro non era un compito facile ma si sarebbero impegnati per fare del loro meglio!

“Se quei due deficienti si muovessero ad arrivare poi...” borbottò cupo ma s’interruppe quando in fondo al viale che portava all’hotel vide spuntare una lunga siluettè scura.

 

 

“E quella che cavolo è??” mormorò Arimi all’amica che affianco a lei stava sorseggiando una bibita mentre si guardava intorno a quella massa di stangoni.

Erano venute seppur controvoglia ad assistere all’ennesima pagliacciata organizzata da quel fesso di un professore che credeva di poter cambiare il mondo con la sua bontà, solo perchè ci erano state costrette dal preside della scuola.

Non avevano tuttavia rinunciato ai loro jeans sdruciti e alla giacca di pelle nera con lo stemma della loro banda, i capelli spruzzati di verde la sigaretta tra le dita.

A loro lo sport non interessava.

Erano lì solo per evitare l’ennesima ramanzina da parte di quei pallosi dei loro genitori.

“Non lo so...” mormorò l’altra perplessa mentre anche gli altri studenti intervenuti al party osservano curiosi l’auto scura che avanzava per la strada con eleganza.

La lunga limousine nera si fermò silenziosa come un gatto giusto dinanzi l’entrata dell’hotel. Un bel ragazzo in livrea scese dalla portiera a fianco a quella del guidatore spostandosi verso il lato dei passeggeri.

Aprì la portiera con un gesto elegante dettato da anni di pratica.

Un lungo paio di gambe avvolte da pantaloni di velluto nero scivolarono oltre il bordo dell’auto prima che un ragazzo alto, dalla pelle candida e i capelli neri come l’ala di un corvo emergesse con un unico fluido movimento dall’auto fissandosi attorno con aria annoiata.

Un  maglione blu cobalto a collo alto gli avvolgeva il petto muscoloso scivolando languidamente sui pantaloni accendendo gli occhi blu di tonalità che rivaleggiavano con quelle del cielo terso.

Arimi lo fissò incredula, immobile, mentre i rumori accanto a lei sparivano d’incanto.

Quello...

Quello era un Dio!!!

E un Dio ricco per di più!!!

 

“Deve essere mio!” sussurrò mentre gli occhi verdi le si accendevano di desiderio.

 

 

 

continua....

 

 

 

Scleri dell'autrice (E bastaaaa!!!! nd.Pippis) 

 

H: chi è sta deficiente???? è____é

A: wè deficiente a chi pel di carota modera il linguaggio quando parli con una signora!!! è____é

H: Non vedo signore io qui!

A: Ti faccio inghiottire tutti i denti carotino!!!!!!

H: Lui è MIO!!!!

A: lo vedremo!!!! Non c’è niente che io non possa ottenere!!!!! Buahahahah ^__^

H: grrrrr..... Kistune dille qualcosa!!!!

R: zzzzz.......

S: se Ru si mette con Arimi Hana lo posso avere io?

R: zzz......*martellata in testa a Sendoh *.... zzzzz.....

S: ç_ç ma... ma....... non dormiva???

N: sarà sonnambulo ^__^

 

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