You are my Blood 9                                     Back to FanFic  Back to Home

“Siamo arrivati in ritardo” mormorò quella creatura magnifica con una voce profonda e sensuale che le mandò una cascata di brividi lungo la schiena.

Gli occhi blu scivolarono sui presenti distrattamente e Arimi trattenne il fiato nel sentire quelle iridi di ghiaccio sfiorarla prima che una voce richiamasse l’attenzione di quell’essere altero e magnifico.

“E di chi è la colpa volpaccia?” lo apostrofò una voce calda mentre un alto ragazzo dalla carnagione dorata usciva dall’auto scura osservandosi attorno un po’ in imbarazzo.

Pantaloni di velluto bianco gli modellavano le gambe lunghe e un maglione color panna dall’ampia scollatura lasciava intravedere una camicia candida leggermente aperta a contrasto con la pelle ambrata e con gli occhi dorati.

Il suo Dio dalla carnagione lunare scosse le spalle con indifferenza limitandosi a mormorare un “Do’hao” con quella voce da infarto mentre una luce scintillante gli accendeva lo sguardo.

Il rossino non parve contento di essere insultato, infatti si scagliò sull’altro facendo saettare le mani verso il collo del maglione.

“Allora vuoi proprio che ti metta le mani addosso eh baka kistune!” tuonò strattonandolo a se.

Un sorriso malizioso incurvò appena le labbra perfette mentre il moretto fissava con occhi roventi l’altro ragazzo.

Non ebbe modo di sentire la sua risposta sussurrata a fior di labbra sull’orecchio del suo aggressore ma il rossino lo lasciò andare immediatamente avvampando.

“Brutti deficienti vi sembra questa l’ora di arrivare!!!” tuonò uno degli energumeni che aveva visto giungere sul pulmino scassato quella mattina.

Da quello che ricordava doveva essere il capitano di una delle quattro squadre del torneo.

I suoi occhi si spalancarono mentre tornava a fissare i tre.

Ma allora quel Dio dagli occhi blu giocava a basket!!!!

“Portate le vostre valigie di sopra e poi tornate qui” si voltò per andarsene mentre Igor e l’altro ragazzo scaricavano i loro bagagli ma a metà strada verso il banchetto parve ripensarci e voltandosi gridò cupo “E ritornate giù subito intesi!!!!”

Un ragazzo moro poco lontano da lei, che aveva seguito la scena accanto ad un ragazzo dagli occhiali, ridacchiò maliziosamente. “Si aspetta e spera” sghignazzò.

“Hisashi!!!” lo rimproverò il ragazzo con gli occhiali dandogli una gomitata leggera nel fianco.

 

Hanamichi e Rukawa riuscirono a portare su tutte le valigie grazie all’aiuto di Igor e di uno dei camerieri dell’hotel che li accompagnò nella loro stanza.

A differenza di quello che aveva previsto il volpino le camere, almeno per quanto riguardava lo Shohoku, non erano state estratte. Mitsui senza chiedere il parere a nessuno aveva preso Kogure  e l’aveva trascinato in una delle stanze doppie loro riservate, Akagi aveva ponderato l’idea di mettere Ryota e Rukawa in camera insieme in modo da poter tener d’occhio Hanamichi ma poi aveva rinunciato su consiglio di Kogure che gli aveva garantito che avrebbe solo peggiorato la situazione.

 

Il rossino depose l’ultima valigia nell’armadio con un gemito.

“Accidenti se pesano” borbottò stiracchiando la schiena.

“ E di chi è la colpa do’hao” gli sussurrò il vampiro cingendogli la vita da dietro e allungando il capo per sfiorargli con la bocca il collo lasciato scoperto.

Hanamichi si voltò nel suo abbraccio cercando le sue labbra in un bacio leggero che si trasformò ben presto in intenso quando il volpino spinse il compagno contro le ante dell’armadio chiuso cercando un contatto più approfondito con il suo corpo.

“Kae...kaede verranno a cercarci...” ansimò Hanamichi tra un bacio e l’altro.

“Infatti!” esclamò una voce divertita dalla soglia della porta che era rimasta socchiusa.

Hanamichi sussultò tra le braccia del suo ragazzo mentre Rukawa si limitava a sollevare un sopracciglio in segno di sorpresa, scoccando un’occhiata rovente a Mitsui che li fissava sorridente dalla porta.

“Su... su... Rukawa lascialo respirare un po’” gli disse il tiratore da tre punti sorridendo scherzosamente mentre osservava i due con malizia.

Hanamichi, la schiena appoggiata all’armadio chiuso, aveva le braccia imprigionate sopra la testa da una mano del vampiro che gli aveva infilato un ginocchio tra le gambe mentre l’altra mano spariva sotto il maglione dell’amante.

Rukawa scosse le spalle allontanandosi dal compagno che si riassettò la camicia imbarazzato prima di seguirlo al piano di sotto con un alquanto torvo Kaede al seguito.

 

Arimi si guardava intorno interdetta.

Il suo bel Dio dai capelli scuri e quell’altro ragazzo erano saliti per portare le valigie nella loro stanza.

Dopo un po’ l’uomo che li aveva accompagnati era tornato alla limosine che si era girata con qualche difficoltà nel grande piazzale antistante l’hotel prima di sparire, come un’ombra al calar della notte, nella stessa direzione da cui era venuta.

Mentre aspettava che il Dio moro tornasse, la vedesse e si innamorasse perdutamente di lei, decise di girovagare tra i vari crocchi di giocatori fingendosi incredibilmente interessata a quello sport per raccogliere informazioni su di lui, cosa che non le risultò affatto difficile, dato che dopo il suo ingresso maestoso, tutti parlavano del suo futuro lui.

Da quel che aveva sentito il ragazzo si chiamava Rukawa, faceva parte della squadra dello Shohoku ed era anche piuttosto bravo, anche se c’era un ragazzo con la coda di cavallo, che si ostinava a ripetere che era una schiappa. Si avvicinò ad un giocatore stranamente basso per far parte di una squadra di basket che stava parlando con un altro dall’aria leggermente effeminata. “Non sapevo che Rukawa fosse così ricco da girare in limousine” commentò quest’ultimo sorpreso. Ryota gli sorrise scuotendo il capo. “E vedessi la reggia in cui ci ha ospitato mentre aspettavamo che le strade tornassero agibili” mormorò portando una tartina alle labbra. “Campo da basket coperto, piscina olimpionica, maneggio... una cosa assurda!!!” esclamò ancora incredulo se ripensava a tanta magnificenza.

Arimi per poco non soffocò nel suo drink a quelle parole.

Quel ragazzo doveva essere suo!

Anche a costo di trasgredire le regole e imbrogliare.

 

Rukawa si era allontanato un po’ dalla massa confusa di persone che girovagavano per il prato cercando un angolo tranquillo in cui fermarsi senza farsi notare e magari schiacciare un pisolino, dato che non poteva occupare il suo tempo con il do’hao e tanto meno giocando a basket tanto valeva dormire! Stava giusto assopendosi quando una ragazza dai capelli scuri striati di verde lo urtò casualmente macchiandogli la manica del maglione con il contenuto del suo bicchiere.

“Oh santo cielo sono mortificata non ti avevo visto!” si scusò in fretta, gettando il bicchiere con noncuranza tra l’erba, prima di estrarre un fazzoletto di tasca e cominciare a tamponare il braccio.

Il vampiro la fissò per un momento confuso.

Come diavolo aveva fatto a non vederlo se in quell’angolo del giardino c’era praticamente solo lui?

E poi da quando in qua per asciugare qualcuno lo si palpa???

L’afferrò per il polso allontanando la mano dal proprio braccio con freddezza.

“Non è niente” disse con il tono più gelido che il suo repertorio proponeva.

“Non sai quanto mi dispiace” disse la ragazza inchinandosi in avanti mostrando così l’ampia scollatura e tutto il suo contenuto.

“Non importa” ripetè Rukawa trattenendo un sorriso ironico.

Quella ragazzina credeva forse di essere la prima ad adottare una tecnica simile?

“Scusami ora devo andare” mormorò distaccato trattenendosi a malapena dall’aggiungere che doveva tornare dal suo ragazzo.

“Ma...” la moretta lo fissò allontanarsi cupa.

Non l’aveva nemmeno guardata.

Ma lei non si sarebbe arresa!!!

Voleva le maniere forti allora?

Le avrebbe avute!!!

Kaede Rukawa non sapeva con chi aveva a che fare!!!

 

“A quanto pare Rukawa ha già fatto colpo” commentò Miyagi tirando una gomitata nelle costole al rossino che accanto a lui mangiava tartine ignaro.

Per poco non si soffocò a quelle parole voltandosi di scatto verso la direzione indicategli dall’amico strabuzzando gli occhi.

Chi diavolo era quella sgualdrina che teneva le mani con tanta nonchalance sul braccio del SUO ragazzo????

Mitsui lo afferrò per un gomito appena in tempo per evitargli di piombare sulla scena e prendere a pugni la malcapitata.

“Calmati!” lo apostrofò con un sorriso divertito.

“Io quella la polverizzo!!!” mormorò Hanamichi cupo mentre i suoi occhi si accendevano di fiamme scarlatte.

Mitsui rise divertito “Dai, non preoccuparti dopo quello che ho visto oggi in camera vostra mi stupisco che tu abbia ancora problemi con la gelosia?”

Hanamichi sussultò violentemente arrossendo di brutto mentre Miyagi passava lo sguardo da uno all’altro con curiosità.

“Che cosa hai visto?” chiese. “Oh avresti dovuto vederli Hanachan era.. mmmmphhhh..cof...cof...” Mitsui tossì più volte tentando di non soffocare con le cinque tartine che il rossino gli aveva cacciato in gola per farlo tacere mentre il basso playmaker fissava con un ghigno a trentadue denti un Hanamichi sempre più rosso in volto.

 

Il resto del pomeriggio passò noiosamente tra varie formalità.

Dopo il piccolo party vennero accompagnati da Uaki davanti al centro sportivo che venne finalmente inaugurato con la consueta cerimonia del taglio del nastro.

Lo stabile era piuttosto ampio e dava l’opportunità di trasformare il grande spazio centrale in un campo da pallavolo, da basket o da calcio mentre tutt’attorno ad esso correva una piccola pista per l’atletica leggera.

I ragazzi furono invitati a provare il campo mentre gli allenatori stabilivano gli incontri che si sarebbero svolti a partire dalla settimana seguente.

Tornarono in hotel in tempo per cambiarsi e cenare nell’ampia sala che era praticamente occupata solo da loro dato che quella non era stagione per i turisti a causa delle frequenti piogge.

 

Hanamichi tirò un sospiro di sollievo quando finalmente si ritrovarono nell’ampia sala.

Finalmente gli studenti dell’istituto Kamize se ne erano tornati alle loro abitazioni e soprattutto quell’arpia che non aveva fatto altro che gironzolare attorno al SUO Kaede non c’era!

L’aveva seguita con lo sguardo tutto il giorno mentre questa cercava tutte le scuse possibili per avvicinare il moretto.

Gli ricordava tanto uno squalo che gira attorno alla sua preda.

“Maledetta strega!!” sbottò cupo mentre si avviavano al loro tavolo insieme.

Rukawa lo fissò sollevando un sopraciglio.

“Come lo sai?” chiese sinceramente stupito.

Hanamichi lo fissò confuso “Cosa scusa?”

“Che quella ragazza è una strega?” gli chiese il vampiro tranquillamente.

Tuttavia quando vide il suo ragazzo sbiancare capì che il suo shadow aveva usato quella parola senza cognizione di termine.

“Vuo..vuoi dire che esistono davvero le streghe!!!” chiese infatti questi incredulo.

Rukawa lo fissò per un attimo immobile prima di sollevare gli occhi al cielo con un “Do’hao” decisamente esasperato.

 

“Qualcuno ha visto Rei?” chiese una delle cameriere entrando trafelata in cucina mentre tentava di tener in bilico una montagna di piatti con la destra e fare un po’ di posto sul tavolo che occupava il centro della cucina con la sinistra.

“Era qui pochi minuti fa deve essere andata in bagno” le disse Shinjii mentre le consegnava un nuovo vassoio carico di pietanze.

“Uff... possibile che quella sparisca ogni volta che c’è da lavorare!!!” borbottò la ragazza cupa spingendo la porta con il fondoschiena prima di infilarsi nuovamente nella sala ghermita di giocatori.

 

I piatti si susseguirono uno dopo l’altro mentre un’allegra musica faceva da sotto fondo al vociare confuso che aleggiava nella stanza da pranzo.

Quattro grandi tavoli erano riservati alle rispettive squadre mentre uno più appartato era occupato dagli allenatori.

Rukawa seguiva distrattamente tutta quella confusione lasciando che il suo sguardo si soffermasse di tanto in tanto sul suo ragazzo che era impegnato in una intensa conversazione con Ryota a proposito del torneo che avrebbero disputato.

Sotto le luci artificiali della stanza i suoi capelli rossi s’infiammavano di riflessi carminio mentre la pelle dorata assumeva tonalità calde. Trattenne un sospiro, ormai erano alle ultime portate presto avrebbe avuto quella pelle e quel calore tutto per se.

 

“Allora Rei ti sbrighi con quei sorbetti per il tavolo sette!!!” tuonò il capo cuoco alla ragazza che stava disponendo i bicchieri ricolmi sul vassoio rotondo.

“Arrivo eccheccavolo un attimo!!” borbottò mentre  si sistemava il grembiule e si passava il rossetto sulle labbra.

In sala c’erano un sacco di ragazzi carini e uno in particolare che le interessava... e molto!

Sorrise passando con delicatezza un dito candido sul bordo del bicchiere di vetro dove lui avrebbe posato le labbra.

Al lavoro....” sussurrò e sollevato il vassoio si diresse in sala con passo elegante.

 

La cena era ormai conclusa e i camerieri stavano raccogliendo i piatti dai tavoli mentre altri portavano i dessert e i sorbetti. Una bella ragazza dai capelli neri come la pece si fermò ancheggiando davanti al tavolo dei giocatori dello Shohoku posando dinanzi ad ognuno di loro un bicchiere.

Sorrise con malizia ai ragazzi seduti al tavolo mentre il suo sguardo si posava per una frazione di secondo in più sulla fronte ampia del suo obbiettivo.

Quella sua pelle dorata che sembrava così calda.

Quei suoi occhi che sembravano cioccolato fuso.

Il lungo collo e le spalle muscolose fasciate dal maglione di kashmir.

Osservò quelle labbra morbide posarsi sul bicchiere con delicatezza bevendo un lungo sorso della bevanda ghiacciata mentre le ciocche rosso fuoco scivolavano sulla fronte ampia accarezzando leggere la piccola volpe su di essa disegnata che sembrava fissarla con occhi carichi d’odio.

Sorrise soddisfatta  prima di voltarsi e tornare in cucina.

 

Kaede notò a malapena la ragazza che posava i bicchieri dinanzi a lui mentre ascoltava Mitsui raccontargli della reazione del suo do’hao alla scena avvenuta sul prato dinanzi l’hotel.

Il rossino in questione per fortuna non li stava ascoltando impegnato com’era  a litigare con Ryota prima di sollevare il calice che gli era stato messo davanti e berne un lungo sorso.

Successe allora.

Nel momento in cui Hanamichi inghiottì il liquido freddo avvertì quello strano profumo.

Intenso eppure sfuggente.

Così leggero da essere impercettibile all’olfatto umano, faceva fatica a seguirne le tracce persino lui.

Eppure conosceva quel profumo....

I suoi occhi si posarono di scattò sul bicchiere mezzo vuoto tra le mani del suo amante prima di alzarsi con terrore sul suo ragazzo che aveva nuovamente preso a litigare con Miyagi.

Cercando di trattenere la rabbia e il panico, ostentando una calma che non provava, a beneficio degli altri, Rukawa si alzò dal tavolo afferrando Hanamichi per un polso.

“Che cosa c’è?” Gli chiese questi perplesso mentre osservava incredulo il suo ragazzo raccogliere con la mano libera il bicchiere da cui aveva appena bevuto.

 “Do’hao dobbiamo ancora finire di disfare le valigie” gli disse strattonandolo con impellenza fuori della stanza.

Hanamichi stava per protestare nuovamente quando notò lo sguardo preoccupato dell’amante.

Scosse le spalle con indifferenza seguendolo.

Non appena fuori della sala da pranzo tuttavia il vampiro smaterializzò entrambi per farli ricomparire subito dopo nella loro stanza.

Posò il bicchiere con il sorbetto rimanente sul comodino prima di spingere il suo ragazzo verso uno dei letti gemelli. “Kaede mi spieghi che diamine ti è preso???” gli chiese il rossino alquanto scocciato da tutta quella situazione.

“Dopo” disse categorico il volpino. “Adesso sdraiati” gli ordinò indicando il letto.

Hanamichi si sedette sulle lenzuola alquanto incerto e confuso dall’atteggiamento del suo compagno.

Rukawa gli mise le mani sulle spalle e lo spinse delicatamente contro i cuscini sollevandogli le gambe perchè si distendesse completamente.

“Ru la finisci di trattarmi come un invalido e mi spieghi cosa...?” disse cercando di alzarsi nuovamente a sedere ma il vampiro lo premette contro il materasso con fermezza.

“Sta giù amore” gli sussurrò sfiorandogli le labbra con le proprie prima di dirigersi verso la porta della loro stanza e fare uno strano gesto.

Per alcuni momenti le pareti della camera scintillarono poi tutto tornò alla normalità mentre Hanamichi ormai rassegnato a stare disteso tentava di capire che diavolo stava succedendo al suo compagno.

Il volpino ora che non teneva la maschera a beneficio degli altri, sembrava preoccupato e la cosa non gli piaceva per niente.

“Kaede mi vuoi spiegare?” gli chiese con più calma mentre osservava il compagno togliersi maglione e camicia.

Il vampiro gli sorrise dolcemente accarezzandogli la fronte piano.

“Dopo amore adesso sta tranquillo” mormorò

Hanamichi strabuzzò gli occhi.

Era decisamente troppo tenero quella sera e la cosa al contrario delle parole dell’amante gli stava mettendo una notevole ansia.

“Io ero tranquillissimo finché non hai cominciato a comportarti come un pazzo!” esclamò Hanamichi che si sentiva tutt’altro che calmo.

Lo sguardo gli cadde quasi distrattamente sul bicchiere mentre il vampiro prendeva a sbottonargli la camicia per posargli le mani sul petto.

“Kae...kaede che...che c’era li dentro?” chiese mentre un sospetto si faceva strada nella sua mente.

Il vampiro gli sfiorò le labbra con le sue mentre concentrava il suo potere.

“Gelato al limone, vino e veleno” sussurrò piano.

Hanamichi spalancò gli occhi incredulo.

“Co...come sarebbe a dire veleno!!!” chiese preso dal panico mentre il suo compagno si sedeva accanto a lui.

“Non abbiamo tempo Hana, respira profondamente io cercherò di annullare l’infezione con il mio potere” mormorò.

Hanamichi lo fissò sgomento. “Hai già fatto una cosa del genere?” gli chiese in un sussurro.

Rukawa scosse il capo in segno di diniego.

“Temo che ti farò male...” mormorò accarezzandogli il volto con dolcezza.

Hanamichi lo fissò ancora incredulo per alcuni secondi prima di scuotere il capo ed emettere un profondo respiro.

Quando gli occhi castani si riposarono in  quelli del vampiro in essi brillava una determinazione che Rukawa conosceva bene.

Gli sorrise per rassicurarlo sebbene temesse che la cosa non sarebbe stata affatto facile per nessuno dei sue.

“Pronto?” gli chiese dolcemente.

Hanamichi gli sorrise “No, ma mi fido di te... comincia”

Kaede chiuse gli occhi e posò entrambe le mani candide sul petto dello shadow mentre richiamava il suo potere.

Sapeva che cosa stava per accadere.

Per quel motivo prima di cominciare aveva insonorizzato la stanza.

Non poteva fermarsi a pensare, non doveva.

Se l’avesse fatto non avrebbe più avuto il coraggio di continuare.

La figura del vampiro cominciò a sfumare mentre Hanamichi chiudeva gli occhi cercando di respirare tranquillamente.

All’inizio fu solo un tocco delicato.

Come se un leggero alito caldo gli accarezzasse la pelle scivolando su di essa lentamente con delicatezza.

Hanamichi emise un flebile gemito agitandosi piano sotto le mani del vampiro.

Non era una sensazione dolorosa ma nemmeno piacevole.

Si sentiva strano.

Poi lentamente quel calore cominciò a premere contro di lui, l’avvertì tendersi e allungarsi mentre la pelle sotto i palmi del vampiro cominciava a pizzicargli come se fosse stata punta da piccolissimi aghi acuminati.

Gemette di nuovo scuotendo il capo.

“Sta tranquillo Hana va tutto bene” lo rassicurò il vampiro con voce roca mentre il rossino accanto a lui cominciava a sudare.

La sensazione di disagio e di calore si intensificarono lentamente mentre Hanamichi cercava di trattenersi dall’allontanare le mani del vampiro dal suo petto.

Quelle mani candide solitamente fresche sembravano ora due tizzoni ardenti sulla sua pelle e quello che all’inizio era un fastidioso dolore si stava trasformando in qualcosa di decisamente più intenso.

Nonostante avesse un caldo incredibile e stesse sudando copiosamente Hanamichi rabbrividì.

La testa gli girava e cominciava ad avere la nausea mentre il calore diventava intenso, insopportabile.

Si lamentò ansimando alla ricerca d’aria mentre tutto il suo corpo pareva bruciare.

“Kae....kaede...” ansimò inarcando la schiena con un gemito di dolore.

Il vampiro non gli rispose mentre stringeva i denti e concentrava il suo potere scivolando nelle vene e nelle arterie cercando le tracce del veleno che era già entrato in circolo per eliminarle.

Hanamichi gemette accanto a lui ma Rukawa si impose di non ascoltare i suoi lamenti.

Gli stava facendo male e lo sapeva.

Strinse la mandibola con rabbia imponendosi di continuare anche se avvertiva il respiro del suo ragazzo farsi sempre più pesante.

“Non mollare tesoro...” gli sussurrò piano.

Il rossino si agitò sotto le sue mani stringendo con forza le lenzuola mentre dalla sua gola usciva un rantolo.

Rukawa si morse le labbra a sangue mentre continuava la sua silenziosa ricerca, i lamenti del suo ragazzo si intensificarono spezzandosi sulle sue labbra in gemiti sempre più forti, in piccole grida rese difficoltose dal respiro ansimante.

Lo sentì tremare sotto i palmi delle sue mani ma s’impose di non smettere e finalmente trovò le cellule danneggiate dal veleno che si stava insinuando nel sangue del suo amante.

Respirò a fondo un paio di volte.

Perdonami.” Sussurrò a mezza voce e poi le attaccò.

Hanamichi spalancò gli occhi di scatto mentre il dolore che gli stava corrodendo la carne gli esplodeva in petto.

Gridò con tutto il fiato che aveva in gola inarcandosi con violenza sotto le mani dell’amante che erano ancora incollate alla sua pelle.

Avvertiva il proprio sangue bruciare nelle vene, la pelle lacerarsi e quel dolore pulsante che gli si riversava addosso come un’onda enorme scuotendo il suo corpo, trapassandolo con violenza, attraversandolo e dilaniandolo, tirandolo come se ogni cellula del sue essere cercasse di prendere una direzione diversa distruggendolo.

Cercò di respirare ma  i suoi polmoni non gli concessero che brevi, difficoltosi,  rantoli.

Kaede strinse gli occhi con forza nel sentirlo urlare mentre raccoglieva nuovamente il suo potere per colpire ancora.

Sentì i suoi muscoli tendersi, il suo respiro spezzarsi e poi di nuovo quel suono terribile che gli dilaniava l’anima.

 

Hanamichi continuava a gridare, e la sua voce riempiva l’aria satura di un dolore che il vampiro riusciva a malapena a sopportare.

Stava cercando di salvarlo eppure...

... eppure quando Hanamichi tra i singhiozzi cominciò ad implorarlo di smettere...

... quando senti quelle mani amate stringersi sui suoi polsi con disperazione...

... e quel grido...

... ancora e ancora....

... per un momento.... pensò di lasciarlo morire.

Il suo corpo tremava violentemente sotto le sue mani, i suoi respiri non erano che gemiti spezzati dai singhiozzi e da quelle grida ormai così  deboli eppure cariche dello stesso dolore, di quell’agonia che lo stava consumando.

Non poteva...

Non poteva sopportare....

Tanta sofferenza in lui....

Non poteva sopportare le sue lacrime...

I suoi lamenti straziati...

Le sue preghiere...

Le sue lacrime....

 

“Kae... ba....basta....”

 

Rukawa strinse con forza gli occhi mentre concentrava ancora una volta il suo potere.

 

“Ti...pre....go”

 

Strinse la mascella con forza fino a farsi quasi male.

No, non l’avrebbe lasciato andare.

Hanamichi aveva detto che si fidava e lui l’avrebbe salvato.

Mentre una lacrima cristallina scivolava sulla guancia pallida Kaede liberò per l’ultima volta il suo potere.

 

Il rossino ansimò contorcendosi in preda alle convulsioni, supplicando invano la pietà di quell’essere che lo stava uccidendo. 

Lo sentì allentare la presa e per un attimo pensò che finalmente sarebbe finita quell’agonia quando d’un tratto il suo petto venne squarciato dal dolore.

Spalancò la bocca ma non gridò.

La sua gola era ormai troppo secca, troppo rovinata.

Rimase così con gli occhi aperti e la bocca aperta, i capelli umidi sparsi sul cuscino, la schiena inarcata allo stremo prima che tutto il suo mondo diventasse buio.

 

Kaede divenne cinereo mentre vedeva gli occhi dell’amante perdere la loro luce e la schiena del ragazzo afflosciarsi tra le lenzuola sfatte.

Aveva sconfitto il veleno...

Ma a quale prezzo?

 

Rukawa passò dolcemente una mano tra i capelli rossi mentre usava un panno umido per detergere la fronte dell’amante. “Dai piccolo apri gli occhi è tutto finito” sussurrò dolcemente posandogli un bacio leggero sulla fronte. Il ragazzo sdraiato accanto a lui emise un flebile lamento prima di socchiudere gli occhi castani e posare uno sguardo confuso in quello del vampiro. “Ciao..” sussurrò piano Kaede sfiorandogli le labbra con le sue. Hanamichi gli sorrise debolmente prima di spostare il capo sul cuscino guardandosi attorno come se cercasse di ricordare che cosa gli era successo.

Il vampiro gli baciò le labbra con dolcezza accarezzandoli una guancia mentre Hanamichi rassicurato dalla sua presenza tornava a chiudere gli occhi stancamente scivolando in un sonno profondo.

Rukawa gettò il panno sul comodino mentre gli rimboccava le coperte in modo che stesse al caldo e il suo sguardo cadde di sfuggita sul calice posato sul comodino.

 

Avrebbe trovato il colpevole.

 

L’avrebbe trovato e l’avrebbe fatto a pezzi!!!

 

 

continua.....

 

 

Scleri dell'autrice (Che stress... nd.Pippis)

 

R:Naikaaaaaaaaaaaa!!!! è___é

N:Kae...kaede calma non mi riferivo a me quando parlavo di colpevoli!!!! ^__^’’’

R: Grrr..... Irah!

I: SSSSSSsssssssssì mio Ssssssssignore?

R:Vai e uccidi!!!! è__é

N:Heeeeeeeeeeeeeelllppppppp!!!!! ç__ç

 

 

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