Lovely Master 1                                 Back to Original  Back to Home

 

Narra la leggenda di un tempo remoto, così lontano nelle ere e nei millenni che nemmeno Cronos, l’immortale custode della Grande Clessidra, ne porta ricordo.

In quei giorni ancestrali non esistevano né Terre né Cieli, l’Universo non era che un’enorme, scintillante, calderone di magie e poteri, sciolte le une negli altri in quel vuoto assoluto e silenzioso.

Nessuno, ancor oggi, sa per quale volontà o ragione ma... alcune di quelle magie si concentrarono al punto di dar vita a delle creature: gli Dei.

I neonati abitanti del Nulla, tuttavia, annoiati dal silenzio e dall’immota quiete dell’Universo che li aveva generati, decisero di usare i loro poteri per creare a loro volta degli esseri che li distraessero, con le loro vicende, dal monotono scorrere del Tempo.

Non tutti gli Dei però la pensavano allo stesso modo sul ‘come’ gestire quel loro nuovo giocattolo dotato di pensiero e volontà, essi finirono dunque per litigare, dividendosi in due fazioni: coloro che volevano limitarsi ad osservare quelle creature, lasciando loro la possibilità di decidere del proprio destino, riservandosi, magari di tanto in tanto, la facoltà di aiutarli e coloro che invece volevano dominarli, trattandoli alla stregua di sudditi che avrebbero dovuto venerarli e donare loro quanto avevano di più prezioso.

Così, i primi restarono nei cieli, mantenendo la nomea di Dei, e crearono coloro che vennero chiamati Uomini, mentre i secondi discesero sulla terra, dove, dai loro stessi figli, i Demian, vennero rinominati: Demoni.

 

Pow Ludovic

 

Oggi è il primo giorno dell’anno.

Si può dire che io cominci a vivere proprio oggi.

La Grande Guerra che vedeva contrapposti gli uomini e i demian, da ormai quasi vent’anni, si è conclusa da pochi mesi  ed ora io mi trovo qui, nel palazzo reale, al centro della grande capitale di confine, un’intera ala del castello interamente dedicata a me: colui che ha messo definitivamente la parola fine a questo assurdo conflitto.

Anche se solo la regina e Yagger, il comandante dell’armata magica, sanno quale parte ho avuto in tutto questo.

Per tutti gli altri sono soltanto il nuovo confidente di sua maestà e tanto basta.

Non ci tengo in modo particolare che conoscano la mia vera identità.

Da oggi in poi io sono solo Ludovic Drake, come sua maestà in persona mi ha rinominato.

 

Fisso l’immagine che intravedo nel riflesso della finestra.

Capelli neri, lunghi davanti ad ombreggiarmi il viso, cortissimi dietro, a parte una piccola treccia che mi scende fino a metà schiena.

Assesto meglio i sottili occhiali da vista sul viso e il sole vi si riflette sopra, nascondendo per un momento i miei occhi grigi.

Sembro un mortale qualsiasi, bene.

Sorrido scostando una manica della lunga veste di velluto nero che fa tanto ‘mago’, come dice spesso sua maestà trattenendo a malapena una risata.

Certo, lei che conosce la mia vera identità, fatica a stare seria quando mi vede conciato così ma mantenere quest’aspetto non mi dispiace molto, ormai ci sono affezionato e poi è comodo, decisamente più comodo di quello reale.

Ho comunque una certa severità anche così.

 

“Maestroooooooo!!!”

 

Ed ecco che ogni  parvenza di serietà scompare dal mio viso al suono di  quella voce cristallina.

Mi guardo forsennatamente intorno prima di infilarmi velocemente sotto la scrivania, rannicchiandomi su me stesso appena un secondo prima che la porta del mio studio si spalanchi.

“Lu?” lo sento di nuovo chiamarmi e la sua voce assume il tono imbronciato e infantile che adotta ogni volta che gli nego qualcosa... in questo caso la mia presenza.

La piccola, in apparenza splendida, creatura, che vaga con le lacrime agli occhi per il mio studio, invocando il mio nomignolo (solo lui può permettersi di chiamarmi così) come se ne andasse della sua vita, è Lilian Drake.

Drake, esatto.

Come me.

Perchè il ragazzino di sedici anni, dagli spettinati riccioli biondi e dai grandi occhi azzurri che è appena entrato, svolazzando, in questo studio, è mio marito.

 

Mi sono lasciato incastrare da lui... esattamente tre mesi fa.

 

Il bastardo si era preso in pieno petto un colpo rivolto a me.

Stava morendo dissanguato.

Mi ha chiesto di esaudire il suo ultimo desiderio: sposarlo.

Tremava tra le mie braccia, il respiro a rantoli e quei suoi occhi così azzurri fissi nei miei, carichi di lacrime... gli ho detto di sì...

 

...e l’infame è sopravvissuto!!!!

 

“Lu!!” lo sento squittire felice.

Merda!!! Un lembo del mio regale mantello nero spunta da sotto la cattedra.

Non passano nemmeno due secondi che vedo la sua testolina bionda fare capolino da sopra la scrivania.

“Buuu!!!” grida felice mentre io mi sento venir meno.

“Ti ho trovato, ti ho trovato, ti ho trovato!!!” canta, sorridendomi soddisfatto, prima di lasciarsi scivolare oltre il bordo del grande tavolo di mogano e finire tra le mie braccia.

Mi porge un sorriso gigantesco allacciandomi le braccia attorno al collo mentre io lo fisso tra il rassegnato e il divertito cingendogli dolcemente la vita.

 

Il mio piccolo diavoletto personale.

 

Già, Lilian, come io stesso lo chiamai, scambiandolo tra l’altro per una ragazzina, è un mezzo sangue.

Metà demian, metà uomo.

Lo raccolsi che era solo un bimbetto di tre anni che rischiava di essere lapidato dalla gente del suo stesso villaggio.

Ne feci inizialmente il mio apprendista e poi il mio compagno.

 

In tutti i sensi.

 

Non era previsto che m’innamorassi di lui.

In teoria non dovrebbe essermi consentito di provare dei sentimenti.

Tuttavia è successo.

 

Demoni e Dei tremano ancora al pensiero.

 

Ho presentato loro Lilian.

Nessuno, nemmeno per sbaglio, deve azzardarsi a fargli del male.

A meno che, naturalmente, non muoiano dalla voglia di avere a che fare con me.

 

“Giochiamo ancora a nascondino?” mi sussurra malizioso cominciando a slacciarmi la camicia “Conosco un piccolo antro morbido e stretto che non vede l’ora che tu ti ci nasconda dentro...” mi soffia sul collo strusciandosi contro di me.

Ora, c’è bisogno che io specifichi che ‘genere’ di demone serviva suo padre?

Infila le sue mani candide sotto la mia camicia di seta cominciando a toccare quanta più pelle gli riesce di raggiungere.

 

Che cosa devo fare con lui?

 

“Lily ho del lavoro da fare...” gli faccio notare cercando di allontanare quelle dita sottili.

“E non puoi farlo dopo...” piagnucola fissandomi con i suoi immensi occhioni blu.

Tra le ciocche bionde gli compaiono due morbidissime orecchie marroni mentre una lunga, spumosa, coda dello stesso colore prende a saettare a destra e a sinistra, scodinzolando allegramente.

 

Lo odio quando usa le sue capacità di trasformazione solo per farmi capitolare!

 

“Lily!!!” protesto afferrando la mano che mi ha infilato nei pantaloni, approfittando del mio momento di distrazione.

“Facciamo l’amore!!” miagola chiudendomi la bocca con la sua, prima che io abbia il tempo di parlare.

 

Piccola, deliziosa, peste.

 

Gli accarezzo la schiena e lo sento rilassarsi tra le mie braccia mentre prendo il controllo del bacio facendo scivolare una mano sul suo fianco, seguendo la linea del suo corpo sottile fino a scendere tra le sue gambe.

Si stacca dalla mia bocca per ansimare.

“Ludovic...” sussurra piano.

Abbasso il volto per guardarlo e gli sorrido dolcemente.

Ha il visetto in fiamme e gli occhi enormi mentre si mordicchia in imbarazzo le labbra.

 

Lo sapevo che sarebbe finita così...

 

Sempre pronto a farmi impazzire e a provocarmi per poi arrossire e tremare come se fosse la prima volta che lo tocco.

Gli sorrido dolcemente posandogli un bacio leggero sulla punta del naso.

“Che cosa c’è piccolo?” gli sussurro piano.

“Io... io...” balbetta nascondendo il volto contro la mia spalla, strofinando la fronte contro la mia veste scura.

 

Perchè il suo lato umano emerge sempre dopo che mi ha provocato?!?

 

“C’è qualcuno qui dentro?”

 

La voce di Yagger!

Mio salvatore.

Almeno avrò qualcosa con cui distrarmi.

Cerco di staccarmi di dosso Lily senza molti risultati.

Ora che sa che è al sicuro, in quanto c’è il cavaliere nella stessa stanza con noi, è diventato più appiccicoso di un demone piovra!!!

 

Piccola peste!

 

Tuttavia il trambusto che la nostra lotta provoca fa avvicinare il comandate delle armate magiche che gira attorno al tavolo e ci fissa per un secondo prima di scoppiare a ridere.

“Sotto la scrivania dovevate ancora farlo?” chiede divertito.

 

Deficiente!

 

Accidentaccio a Lilian ho una dignità da mantenere io!!

Mi sollevo, tirandomi dietro anche il mio amante che sembra poco propenso a staccarsi da me e fisso il cavaliere cercando di darmi un’aria composta.

 

Impresa alquanto ardua con un koala umano avvinghiato a me...

 

“Che cosa è successo?” chiedo mentre Lily cerca di fulminare il cavaliere con lo sguardo.

Illuso, Yagger potrebbe schiacciarlo con un gesto solo.

“Sua maestà desidera parlare con te...” mormora senza riuscire a trattenere una risatina nel tirare la coda di Lilian che, in tutta risposta, gli soffia contro come un gatto.

Sospiro sollevando gli occhi al cielo.

 

Non so chi dei due è il più infantile...

 

“Arrivo.” mormoro staccando delicatamente Lilian dal mio collo.

“Uffaaaaa...” brontola e io non riesco a trattenermi dal passargli una mano tra i capelli biondi, con dolcezza.

“Non ci metterò tanto...” non posso fare a meno di rassicurarlo.

E’ adorabile quando ha quell’aria imbronciata, ma preferisco il suo sorriso.

“E dopo faremo zomp zomp?!” s’illumina lui mimando, con totale assenza di pudore, il gesto dell’atto sessuale.

 

Che cosa devo fare con lui?!

 

“Ma che gli dai da mangiare!!” mi chiede incredulo Yagger.

“Andiamo...” sbotto preferendo non rispondergli, passandomi una mano tra i capelli neri, esasperato.

 

...

 

Lahanna ci riceve nella grande sala del trono, il suo abito bianco, elegante e sobrio, candido più che mai.

La corona ben ritta in testa.

Il portamento serio e compito che si addice ad una regina.

Trattengo un sorriso ricordando la donna sporca di fango, con l’armatura arrugginita e  i capelli rossi, arruffati, che vidi io la prima volta.

 

Allora non aveva affatto un aspetto regale.

 

“Lord Drake...” mormora con un cenno rispettoso del capo.

Noto le occhiate stupite e un po’ seccate dei consiglieri reali.

 

A loro non sto molto a genio.

 

Non capiscono perchè un signor nessuno, quale io sono per loro, comparso praticamente dal nulla, non solo si sia insediato a palazzo ma meriti addirittura il rispetto della loro sovrana.

“Perchè mi hai fatto chiamare Lahanna?” chiedo pronunciando volutamente il suo nome proprio.

 

Ok, lo ammetto... mi diverto un sacco a scandalizzare quei vecchi babbioni!!

 

Lei mi scocca un’occhiata di rimprovero ma noto nei suoi occhi verdi un lampo di divertimento.

Adesso, giusto per farli morire tutti in un solo colpo, ci vorrebbe Lilian con una delle sue proposte oscene.

“Lord Drake la corte è stata invitata a festeggiare la nascita dell’erede degli Osborne” mi comunica.

Gli Osborne, gli imperatori di questo continente, sono coloro che le grandi città di confine, questa a capo di tutte, hanno il compito di proteggere.

Il fatto che Lahanna e il suo seguito siano stati invitati a festeggiare la nascita dell’erede al trono è un grande segno di rispetto e un riconoscimento per lo sforzo e il sacrificio dell’armata magica.

“Vorrei che anche voi e il vostro consorte faceste parte del mio seguito...” m’informa mentre inevitabile si alza il brusio dei consiglieri.

 

Vecchi pettegoli!

 

Lo so che cosa pensano.

Nella capitale dell’oro i demian non sono ben visti.

La guerra è ancora fin troppo fresca nelle menti di tutti.

E Lilian è, visibilmente, un sangue misto.

Temono forse che i regnanti lo prendano per un’offesa?

Sono sicuro che l’idea di Lahanna sia invece quella di dimostrare ai sovrani che la convivenza è nuovamente possibile.

Che la pace firmata non è un mero foglio di carta.

Tuttavia non mi va di esporre il mio compagno in questo modo.

“Lo ritenete davvero necessario?” chiedo.

 

Se io temessi il potere dei consiglieri ora me la sarei già data a gambe.

 

Sfortunatamente per loro, nemmeno tutti insieme, riuscirebbero a ferirmi, per cui ignoro i loro sguardi assassini per questo mio, fin troppo palese, rifiuto all’invito della regina.

“Sì” mi risponde seria e io sollevo un sopracciglio prima di sorridere divertito.

 

Sento odore di guai.

 

Bene, era da un po’ che non succedeva niente d’interessante.

 

“Allora sarò lieto di accompagnarvi, Vostra Maestà” le rispondo con un inchino fin troppo calcato, sottolineando le ultime due parole con malizia.

I consiglieri mugugnano soddisfatti da questa mia improvvisa sottomissione mentre Lahanna che ha colto l’ironia del mio tono alza per un momento gli occhi al cielo prima di congedarmi con un sorriso divertito.

 

...

 

“Allora? Allora? Allora?” mi sommerge di domande Lily appiovrandosi (termine da me coniato su misura per lui, per descrivere il suo modo di saltarmi in braccio e stringermi con braccia e gambe come se io fossi un albero e lui un koala).

Gli scompiglio i capelli dorati prima di staccarlo da me e rimetterlo a terra.

“Andiamo in gita.” lo informo dirigendomi verso la nostra camera seguito a ruota da lui, che, come il suo solito, invece di camminare preferisce svolazzare, due piccole alucce da farfalla, spuntate dalla sua schiena, che fendono l’aria emettendo ritmici flap flap.

“In gitaaaaaa????” chiede euforico mentre i suoi occhi diventano due fari azzurri carichi di entusiasmo.

“Dove? Dove? Dove?” chiede saettandomi attorno.

Lo afferro per una caviglia, tirandolo giù bruscamente: mi sta facendo venire il mal di testa!

Lilian perde l’equilibro e si frantuma a terra ma dopo mezzo secondo è di nuovo in piedi.

 

A volte mi chiedo se è fatto di gomma.

 

Mi lancia un’occhiata che dovrebbe essere fulminante ma mi corre dietro nuovamente prendendo a saltellarmi curioso attorno.

“Allora dove?? Dove? Dove?” insiste.

“A Land City” lo informo aprendo la porta della nostra camera da letto.

Il suo entusiasmo scema improvvisamente e lo sento emettere solo un piccolo: “ah...”

Mi volto e noto che ha abbassato il capo e gioca distrattamente con i lacci della sua casacca.

Allungo le braccia e lo attiro contro di me, mettendogli due dita sotto il mento per costringerlo a sollevare il volto.

“Che c’è?” gli chiedo piano.

Lui scuote il capo sfuggendo la mia presa prima di sollevare il volto e fissarmi corrucciato.

“Lì... lì odiano quelli come me...” mormora indicando le sue orecchie a punta.

Gliele accarezzo dolcemente prima di regalargli un sorriso.

“Ma ci sarò io con te.” gli ricordo.

Lo vedo che si mordicchia le labbra piano, incerto.

 

Hai davvero ancora così tanta paura del giudizio degli altri Lilian?

 

Lo stringo dolcemente passandogli una mano tra i capelli chiari.

Se non fosse per queste sue orecchie a punta che lo identificano irrimediabilmente come un mezzo demian potrebbe sembrare in tutto e per tutto un angioletto.

La pace tra uomini e demian era già stata raggiunta, cinquant’anni fa, dopo secoli di guerre, ma le ostilità erano ancora troppo marcate, l’equilibrio instaurato troppo delicato.

E, inevitabilmente, qualcuno ha pensato di poterne ricavare qualcosa nel farlo crollare.

I demian hanno sterminato gli uomini presenti nelle loro città.

Gli uomini hanno macellato i demian con cui avevano tentato di convivere tranquillamente.

I figli di coppie miste, come quella di Lilian, sono stati additati come mostri, cacciati e uccisi insieme ai genitori che li avevano generati.

Per secoli la tensione tra le due razze così simili e così diverse è cresciuta moltiplicandosi, sfociando in guerre e massacri intervallati da paci più simili a piccole pause che a veri accordi fino allo scoppio della più lunga e sanguinosa guerra che questo mondo abbia mai conosciuto, una guerra che ha visto Dei e Demoni scendere in campo, personalmente.

 

Quando è troppo è troppo.

Hanno fatto così tanto baccano che alla fine mi sono svegliato.

Avrebbero dovuto saperlo che sarebbe successo.

 

Sapevano che c’ero.

Oh, qualcuno di loro ha sempre preferito pensare che io fossi solo una spaventosa leggenda, almeno finchè non ci siamo ritrovati faccia a faccia.

 

Questa pace durerà.

E’ nel loro interesse.

 

Sorrido al mio compagno, ritornando al presente.

“Non vuoi mostrare loro che possono tornare a fidarsi dei demian?” gli chiedo piano “Non vuoi che demian e uomini possano tornare ad innamorarsi gli uni degli altri?” gli dico sollevandogli di nuovo il viso.

Lui mi guarda incerto “Tu mi ami anche se sono un mezzo sangue...” mormora.

Gli sorrido dolcemente “Ti amo perchè sei tu, non per il tuo sangue Lilian” gli sussurro.

I suoi occhi splendono e lui annuisce con forza, un bel sorriso nuovamente sulle sue labbra.

“Giusto! Allora verrò con te e dimostrerò loro che non ha importanza il sangue che si ha nelle vene quando c’è l’amore!!” dice puntando un dito contro il cielo.

 

Lo sapevo, si è già montato la testa.

 

“E così controllerò che nessuno t’insidi!!” dice battagliero incrociando le braccia sul petto con fare risoluto.

Sorrido sornione tra me, scuotendo il capo prima di afferrarlo per i fianchi e lanciarlo sul letto.

Lui strilla cercando di alzarsi ma io sono rapido a bloccarlo sotto il mio corpo.

“Bene e ora che abbiamo deciso questo....” mormoro “...sbaglio o mi avevi chiesto di fare qualcosa una volta che fossi tornato dal colloquio con la regina...” gli sussurro a mezzo centimetro dal suo naso divertendomi tantissimo nel vedere le sue guance diventare scarlatte e i suoi occhi sgranarsi.

“Bhe... ma... ma... cioè” balbetta cercando di sfuggirmi “...è... è quasi ora di cena e poi se facciamo tardi...” borbotta.

Gli chiudo la bocca con la mia tenendolo fermo quei due secondi che mi servono per fargli schiudere le labbra, dopo di che è lui stesso che mi allaccia le braccia attorno al collo e alza i fianchi per strofinarsi contro di me.

 

Resta pur sempre figlio di un demian veneratore di Lussuria.

 

Gli slaccio la casacca e comincio a sfilargli i pantaloni mentre lui infila le mani sotto la mia veste.

Gli lascio le labbra per scivolare sulla gola, mordicchiandogli il lobo dell’orecchio e lui sussulta e ansima contorcendosi sotto di me.

Mi stacco da lui giusto per liberarlo dei vestiti e gettare lontano la mia veste prima di tornare a baciarlo.

Si è coperto con il lenzuolo e mi fissa con occhi sgranati.

Neanche lo volessi violentare.

Mi chino e lo bacio con dolcezza accarezzandolo finchè non lo sento rilassarsi e sciogliersi.

Ansima tendendosi sotto le mie mani quando gliene faccio scivolare una sul ventre e poi sempre più in basso fino ad affondare le dita nella morbida peluria del pube.

“Non ti fermare!” soffia alzando i fianchi.

 

Come se io volessi fermarmi ora!!

 

Lo bacio con passione scivolando su di lui strofinando il mio corpo sul suo mentre sento le sue mani accarezzarmi la schiena.

La mia mano stringe la sua virilità e io gli lascio libera la bocca.

Amo sentirlo gridare di piacere.

Percorro con le labbra la scia invisibile che avevo prima tracciato con le mani fermandomi a succhiare la sua pelle di tanto in tanto lasciando piccoli aloni rossi sulla sua cute candida e delicata finchè non arrivo al suo ventre e allora alzo il capo e lo guardo con un sorriso malizioso.

Lily ansima pesantemente ma trova la forza di sollevare il capo e lanciarmi un’occhiataccia.

“Che stai facendo..” brontola con voce roca “..ti ricordo che hai dei doveri coniugali a cui devi ahhhh!!!”

 

Perchè gridi tesoro?

Me l’hai chiesto tu, no?

 

Sto assolvendo ai miei doveri coniugali.

 

Sorrido tra me quando lo sento scosso da un brivido violento e la mia bocca viene invasa dal suo seme.

Lo ripulisco con attenzione strappandogli qualche gemito stanco prima di sollevarmi e scostargli una ciocca bionda dal volto umido.

“Stavi dicendo?” lo provoco dolcemente.

“Non... me lo... ricordo” e la sua risposta, stentata, tra un respiro e l’altro.

Gli accarezzo un fianco lentamente mentre lascio che si riprenda.

Lui socchiude le palpebre e mi fissa per un momento prima di porgermi un sorriso malizioso.

Mi spinge contro il letto e mi monta a cavalcioni prendendo il mio sesso con entrambe le mani e cominciando ad accarezzarmi.

Fa uno strano contrasto la sua pelle così chiara con la mia così scura, quasi ambrata.

Un sospiro profondo mi spezza il petto quando lui abbassa la sua bocca su di me.

 

Lilian sembra un bambino e a volte si diverte a comportarsi come tale.

Ma non lo è.

 

E quando socchiudo le palpebre per fissare il giovane uomo che dopo avermi lubrificato con la sua saliva porta i suoi glutei sopra di me, me ne rendo pienamente conto.

Il suo volto arrossato, i suoi occhi lucenti e quella sua espressione passionale eppure così dolce.

Gli metto le mani sui fianchi e lo accompagno delicatamente contro di me.

Non voglio fargli male.

Lo vedo gettare le testa indietro con un ansimo forte e aspetto.

Aspetto finchè non è lui stesso che comincia a muoversi su di me.

Allora tutto il resto scompare nel nostro piacere, nelle sue grida e nei mie ansimi, finchè non ci annulliamo completamente.

 

...

 

“Lilian..” lo rimprovero dolcemente.

“Cosa...?” mi chiede lui intento a far scivolare le labbra sul mio petto.

Abbiamo appena terminato di fare l’amore per la sesta volta e lui... sta ricominciando!!

 

Una volta che è partito non lo ferma più nessuno.

 

“Che ne diresti di lasciarmi dormire almeno un paio d’ore?” gli chiedo afferrandolo per un braccio costringendolo a sollevare il volto.

Lui storce la bocca in una smorfia.

“Mi piace la tua pelle..” sussurra “...ha lo stesso colore dell’oro fuso...”

Gli sorrido e lui mi passa una mano tra i capelli neri scostando il ciuffo che copre la mia fronte per farvi scorrere sopra le dita.

Lo lascio fare.

A nessun’altro ho mai concesso di toccarmi ma lui... bhe lui è sempre stato un caso a parte.

“Sai...” mormora quasi sovra pensiero “...quella volta che ti vidi fermare gli uomini del villaggio, quando mi prendesti in braccio la prima volta...” scuote il capo come se stesse cercando le parole “...credo che mi innamorai di te già allora” mormora arrossendo.

Gli accarezzo una guancia allungando il viso per regalargli un bacio e lui si accoccola contro di me.

Restiamo così in silenzio per un po’ prima che lui si muova e si sollevi di nuovo per guardarmi.

“Sai...” ripete con lo stesso tono serio di prima “...stai diventando vecchio, non reggi più il ritmo!!” dice con un sorriso malizioso facendomi una linguaccia.

 

Ma io lo strozzo!!

Come si permette!

 

“A chi hai dato del vecchio?” gli chiedo, fingendomi arrabbiato, spingendolo contro il materasso, sotto di me.

“A te!” persevera lui “Anzi sei più che vecchio! Se un’antichità!” sfotte “Un reperto archeologico!!”

“Ti faccio vedere io!!” dico serrandogli tutte e due i polsi con una mano mentre con l’altra comincio a fargli il solletico.

Si dimena sotto di me ridendo, supplicando pietà, ma non ho nessuna intenzione di concedergliela.

 

Tzè, piccola vipera.

 

Naturalmente Lilian ha ragione.

Io sono davvero un reperto archeologico.

Il fatto che fisicamente dimostri poco più di trent’anni non vuol dire nulla.

Li dimostravo anche quando questa piccola peste ne aveva quattro.

Li dimostrerò anche quando lui ne avrà quaranta.

 

Smetto di torturarlo quando ormai è senza fiato e ha il volto rigato dalle lacrime per il troppo ridere.

“Allora?” lo sfido con occhi lucenti.

Lui alza le mani in segno di resa “Mi arrendo....” ansima.

“Hm, bravo! Vedo che nonostante tutto sai riconoscere chi comanda qui!” lo prendo in giro.

“...questo non toglie, tuttavia, che tu ti stia rammollendo!” sbotta con un sorriso.

 

Accidenti da quando è diventato così impudente?!

 

Come se non lo sapessi...

Da quando l’ho sposato!!

 

Miseriaccia a me, a Lahanna che ha celebrato le nozze in fretta e furia in quella casetta diroccata e a Yagger che ha fatto da testimone!

Non era così pestifero prima del matrimonio!!

 

Forse perchè non gli avevo mai detto che lo amavo.

Ricordo ancora con che timore la prima volta mi chiese se poteva dormire con me...

Dov’è finito il rispetto d’allora?

Gli arruffo i capelli biondi lanciandogli un’occhiataccia “Guarda che possiamo sempre chiedere lo scioglimento del matrimonio, sai?” lo prendo in giro “Così potrai cercarti un marito più giovane e prestante.”

Lui sgrana gli occhi blu e per un momento noto terrore puro nelle sue iridi.

 

Piccolo, dolcissimo, amore mio.

 

Come se, davvero, potessi permettere a qualcuno di separarti da me.

Non esiste Dio, Demone, uomo o demian con un simile potere, credimi.

 

“Non sei ancora così fiacco...” mormora.

 

Credo che noti anche lui la vena che pulsa minacciosamente sulla mia fronte.

Sì, l’ha notata perchè balza giù dal letto gridando esattamente mezzo secondo prima che io mi lanci al suo inseguimento per tutta la stanza.

 

Se lo prendo!!!!

 

 

continua...

Back to Original  Back to Home