You are my Blood 4                    Back to FanFic  Back to Home

 

Hanamichi uscì dalla cucina guardandosi distrattamente attorno.

Anche il resto della casa era arredato nella stessa sobria eleganza che contraddistingueva la camera da letto.

Trovò la cucina attirato dall’odore del cibo. Rukawa non c’era ma aveva lasciato il tavolo preparato per lui. Si sedette assaggiando il curry preparato dal vampiro.

Era buono!

“Quella maledetta volpe sa anche cucinare!” borbottò cominciando a mangiare di gusto.

Terminato il suo pranzo si alzò e ripose i piatti nella lavastoviglie. Non ne aveva mai adoperata una quindi per non correre rischi decise che era più prudente non accenderla. Si spostò per la casa curioso. C’era un’enorme salotto munito di televisore gigante e di un impianto stereo che avrebbe fatto invidia ad un cinema. Si spostò lungo la sala scorrendo il titolo dei dvd ordinatamente riposti su uno scaffale. Un armadietto con le ante di vetro proteggeva una collezione di cd per lo più di musica classica anche se per quanto cercò Hanamichi non fu in grado di trovare lo stereo. C’era poi una stanza adibita a studio le cui pareti erano tappezzate di libri. Notò che la maggior parte erano scritti in una lingua che non comprendeva e si chiese se il volpino li avesse mai letti. Non lo faceva un tipo studioso.

Gironzolò a lungo per la casa sbirciando nelle stanze alla ricerca di indizi sulla vita del vampiro e sulle sue abitudini. Rukawa era terribilmente ordinato e la sua casa era uno specchio. Non c’era niente fuori posto. Però non c’era luce. Non c’era calore in quello splendido modernissimo appartamento.

Freddo.

Aprì l’anta dell’armadietto trasparente leggendo i titoli alla ricerca di qualcosa che conoscesse. Trovò tra di essi un cd dei Rapsody e lo prese tra le mani.

 

“Che stai facendo?”

 

la domanda sussurrata lentamente a pochi centimetri dal suo collo fece sussultare il rossino che lasciò cadere il cd che teneva tra le mani.

Non lo aveva sentito arrivare.

La custodia di plastica cadde sul tappeto con un tonfo sordo distraendo il vampiro che l’osservò aprirsi con uno sguardo leggermente irritato. Hanamichi passò lo sguardo dal cd sul tappeto agli occhi del vampiro con aria colpevole.

“Raccoglilo” gli intimò Rukawa con voce bassa.

 

Il rossino mosse una mano inconsciamente verso l’oggetto prima di bloccarsi.

Strinse la mano protesa a pugno.

E invece di prendere il cd si girò con tutta l’intenzione di colpire il vampiro.

“Io non sono il tuo schiavo!” gli gridò ma Rukawa aveva già previsto una reazione simile e riuscì facilmente ad intercettare il colpo diretto verso di lui bloccandolo. Gli torse il braccio dietro la schiena con un sorriso malevolo sul volto.

“Tu dici?” gli chiese maliziosamente avvicinando il volto al suo.

Hanamichi allungò l’altro braccio nel tentativo di allontanarlo ma il vampiro glielo bloccò sopra la testa. “Tutta la tua forza non serve a niente contro di me” gli mormorò ad un soffio dalle sue labbra scaraventandolo malamente sul divano. Il rossino cadde rumorosamente stupido dalla facilità con cui il vampiro l’aveva semplicemente fatto volare via.

Ma non si arrese.

Scattò in piedi raccogliendosi su se stesso pronto alla lotta.

Rukawa lo fissò con uno sguardo pieno di scherno “Che cosa credi di fare?” gli chiese soave con un’espressione divertita negli occhi blu. Hanamichi si lanciò contro di lui con un ringhio rabbioso sferrando pugni all’impazzata.

 

Era veloce.

Molto veloce.

Ma non abbastanza.

 

Rukawa si limitava ad indietreggiare schivando i colpi sferzati a velocità folle con uno sguardo di scherno. Urtò contro qualcosa e si accorse di essere appoggiato al tavolo della cucina.

Sorrise mentre guardava il tavolo di legno levigato.

Hanamichi aveva sparecchiato.

Aveva spazzolato via tutto, doveva essere proprio affamato.

Sorrise di nuovo, bene il rossino aveva mangiato.

Ora tocca a me” mormorò.

 

Afferrò il pugno diretto verso il suo mento con presa ferrea. “Vedo che stai decisamente meglio” mormorò attirando improvvisamente Hanamichi nel suo abbraccio e stringendolo a sé il modo da bloccargli entrambe le braccia lungo i fianchi. “Ne sono felice” gli sussurrò all’orecchio soffiando sulla pelle arrossata dalla rabbia e dallo sforzo.

Hanamichi rabbrividì tra le sue braccia.

“Lasciami andare” gli intimò con rabbia cercando di liberarsi invano da quell’abbraccio un po’ troppo stretto.

Una bassa risata salì al petto di Rukawa.

Mai”

 mormorò il vampiro sollevandolo di peso e mettendolo a sedere sul tavolo da cucina. Hanamichi si ritrovò improvvisamente davanti quegli incredibili occhi blu e la sua voglia di lottare scemò immediatamente.

Conosceva la luce che brillava negli occhi del vampiro.

L’aveva già vista una volta.

 

Rukawa fece scivolare le mani sul petto tornito del rossino fino ad incontrare il bordo dei pantaloni. Li slacciò continuando a fissare il rossino negli occhi. Lo vide deglutire e sorrise infilando sinuosamente le mani pallide sotto la sua maglietta per accarezzare quella pelle nuda e calda. Si avvicinò a lui prendendo posto tra le sue gambe.

 

“Non… non ti lascerò fare i tuoi comodi anche stavolta” gli disse il rossino cominciando a slacciare la camicia blu scuro del volpino.

 

Rukawa sorrise chinando il capo per coprire quelle labbra carnose con le sue.

Hanamichi nel frattempo aveva cominciato ad esplorare quanto era riuscito a scoprire con mani curiose accarezzando quanta più pelle poteva, facendo scorrere le dita abbronzate sulla schiena della volpe mentre il loro duello continuava frenetico in quel bacio profondo.

Hanamichi si staccò con il respiro affannoso ma constatò con piacere che anche Rukawa non riusciva a mantenere la solita maschera di freddezza.

Per lui che lo conosceva così bene, che l’aveva osservato tane volte quelle guance erano un po’ troppo colorate, gli occhi blu scintillanti.

 

Il volpino gli tolse la maglia e gli sfilò boxer e pantaloni lasciandolo nudo dinanzi a lui seduto sul tavolo della cucina. Ricominciò a baciarlo facendo strofinare la propria virilità ancora intrappolata nel tessuto leggero dei pantaloni con quella libera del compagno. Gli piacevano i gemiti che riusciva a strappare a quella testa rossa. Fece scivolare la propria bocca sul mento del rossino disegnandone i lineamenti spigolosi con la lingua. Scivolò lungo il suo collo mentre il respiro della sua vittima diventava sempre più affrettato la presa sulle sue spalle più serrata. Passò sulla giugulare la punta della lingua accarezzando il punto in cui l’aveva morso solo due giorni prima per poi scendere ancora più giù, sul petto. Stuzzicò i capezzoli con i denti serrando le braccia intorno alla sua vita quando lo sentì inarcarsi sotto quella dolce tortura. Lo spinse a distendersi sul tavolo le gambe penzoloni mentre la sua lingua curiosa esplorava i muscoli torniti del bacino lentamente. Gli allargò le gambe con le mani mentre la sua bocca giungeva finalmente a contatto con la virilità turgida del rossino. La lecco curioso assaporandone la consistenza e la dolcezza mentre con le mani saliva ad accarezzare nuovamente i suoi capezzoli tesi. Hanemichi gemette inarcandosi “Ti prego” supplicò offrendoglisi senza ritegno. Il vampiro sorrise tra sé prima di prenderlo in bocca. Lo sentì tendersi mentre cominciava a pompare dapprima lentamente poi sempre più in fretta seguendo i movimenti ritmici del bacino di Hanamichi.

 

Il ragazzo si aggrappò disperatamente ai bordi del tavolo. Avrebbe voluto alzarsi e afferrare quella testa scura tra le sue gambe per imporgli di accelerare, per spingerlo più a fondo, ma le mani della volpe sul suo petto lo tenevano saldamente premuto contro la liscia superficie di legno. “Ru..” gemette al limite della sopportazione tendendo il ventre verso quella bocca invitante nel vano tentativo di avere di più. Ma il vampiro si ritrasse allontanandosi. Gli sfuggì un ringhio rabbioso dalle labbra.

“Bastardo” gemette tirandosi a sedere, non senza fatica, sul tavolo.

“Finisci da solo” gli mormorò il vampiro fissandolo con i suoi enigmatici occhi blu.

Hanamichi lo fissò con uno sguardo carico d’odio. “Voglio vederti venire” mormorò il vampiro prendendo una sedia e sedendosi a cavalcioni dinanzi a lui, le braccia piegate mollemente sullo schienale, in attesa. Hanamichi lo fissò immobile. Avrebbe voluto mandarlo al diavolo. Ma era così eccitato da star male.

Doveva dare sfogo a quel bisogno in qualche modo.

Un idea perversa scintillò nella sua mente. La volpe voleva divertirsi? Gli avrebbe dato qualcosa da ricordare.

Mettendo da parte ogni pudore Hanamichi aprì di più le gambe per lasciare che il suo spettatore godesse a pieno della vista del suo corpo eccitato e poi fece scivolare una mano tra di esse accarezzandosi mentre con l’altra mano saliva a toccarsi il petto. Rukawa rimase immobile a fissare il ragazzo nudo seduto sul tavolo della sua cucina. Hanamichi ansimava, gemiti sottili uscivano a rantoli dalla sua gola mentre con la testa reclinata all’indietro e gli occhi socchiusi si dava piacere offrendo il proprio corpo allo sguardo bramoso del vampiro. Il rossino fissò il vampiro immobile dinanzi a lui da dietro le lunga ciglia. Fece scivolare la mano destra sul collo, spostando il capo di lato in modo da offrire la vena pulsante allo sguardo famelico del vampiro. Passò i polpastrelli sulla ferita lasciatogli da Rukawa prima di salire ancora e portarsi la mano alla bocca cominciando a succhiarne le dita lentamente facendo scivolare con intenzione la lingua lungo tutto il dito prima di cominciare a succhiarlo per poi passare al successivo. Vide gli occhi del vampiro restringersi impercettibilmente e sorrise tra se il suo piano stava funzionando. Fece scivolare la mano bagnata lungo il petto per tornare ad accarezzare i propri capezzoli disegnando simboli con la propria saliva intorno ad essi.

 

Rukawa strinse con forza le mani sulla spalliera della sedia.

 

Il petto abbronzato di Hanamichi si alzava e si abbassava sempre più in fretta, lo vide inarcare la schiena per permettere alla propria mano di scivolare lungo tutta la propria virilità. Hanamichi osservò soddisfatto la reazione del volpino al suo gesto. Inarcò la schiena sotto un brivido più forte, cominciava a perdere il controllo del proprio corpo, strinse i denti impedendosi di lasciarsi andare. Era una tortura masturbarsi così ma vedere il vampiro agitarsi inquieto sulla sedia lo ricompensò del suo sforzo.

“Non sei l’unico che sa giocare Rukawa.”

Mormorò fra sé e sé il rossino prima di perdersi nel proprio piacere.

 

 

Non aveva mai visto qualcosa di così bello in tutta la sua vita.

Poteva sentire il sangue pulsare nelle vene del rossino sempre più in fretta, lo vide spingere i fianchi in avanti mentre il ritmo diveniva sempre più frenetico, sentiva la propria erezione gonfiarglisi nei pantaloni fino a fargli male ormai doveva compiere uno sforzo sovrumano per restare solo a guardare. Hanamichi tremò lanciando un grido rauco mentre veniva dinanzi a lui prima di ricadere pesantemente sul tavolo cercando di riprendere fiato. Rukawa si slacciò i pantaloni ormai troppo stretti e si liberò degli abiti che ancora portava prima di avvicinarsi al ragazzo sdraiato. Così, steso con le gambe muscolose a penzoloni, le braccia aperte, il respiro accelerato, sembrava un dio steso sull’altare per i sacrificio. Il vampiro fece scorrere le mani lungo le cosce del rossino allargandogliele fino a raggiungere la sua virilità. Chinò la bocca per assaggiare il suo sapore leccando le tracce di sperma rimaste su di lui prima di allungare le braccia e costringerlo nuovamente a sedere. “Sei stato bravo” gli mormorò sulle labbra prima di leccargliele voracemente.

 

Hanamichi strinse le braccia al collo della volpe aggrappandoglisi. Sorrise tra sé notando la luce bramosa che brillava in quelle pupille blu.

 

Rukawa fece scivolare la mani lungo i muscoli torniti della schiena fino alle natiche del rossino insinuando le dita tra di esse. Hanamichi trattenne il respiro mentre lo sentiva scivolare dentro di se. Il vampiro riprese a baciarlo con passione strusciando il proprio membro contro di lui. “Toccami” gli ordinò staccandosi leggermente da lui “Toccami come facevi prima” mormorò. Hanamichi fece scivolare le mani lungo quel corpo pallido fino ad incontrare il sesso pulsante del compagno di squadra. Allora proprio come gli era stato ordinato cominciò ad accarezzarlo in tutta la sua lunghezza facendo scorrere le dita su di lui. Rukawa gemette piano mentre con le dita affondava nel corpo del rossino seguendo lo stesso ritmo che egli imponeva al suo corpo.

 

Hanamichi riprese a respirare a fatica mentre sentiva la propria eccitazione risvegliarsi nuovamente. Il corpo nudo del volpino semi sdraiato su di lui strusciava contro le sue gambe intrappolando la sua mano tra i loro sessi mentre le dita della volpe affondavano nel suo corpo massaggiandolo. Rukawa chinò il capo il respiro ormai affannoso quanto il suo fino ad accarezzargli con la lingua la gola. Ormai non poteva più aspettare. Spinse bruscamente Hanamichi indietro fino a farlo sdraiare completamente prima di afferrarlo per i glutei e tirarlo verso di se in modo da penetrarlo con un unico affondo deciso. Lo sentì tendersi serrando le cosce attorno ai suoi fianchi cosa che non fece che eccitarlo ancora di più. Cominciò a spingere con forza dentro di lui, le mani serrate sui suoi fianchi, Hanamichi si inarcò con violenza gridando mentre artigliava il legno del tavolo fino a spezzarsi le unghie. Rukawa lo costrinse a piegare le gambe in modo da permettergli di affondare con più facilità. Non appena ebbe allacciate le gambe alla vita di Rukawa il vampiro cominciò a muoversi con urgenza salendo sempre più in fretta dentro di lui mentre ad ogni affondo il bacino del vampiro sbatteva contro la virilità tesa del ragazzo strappandogli gemiti sempre più profondi. Rukawa venne dentro di lui con l’ennesima spinta e Hanamichi, sentendosi riempire dai fluidi dell’amante, raggiunse l’orgasmo pochi secondi più tardi con un grido soffocato. Rimasero entrambi immobili per alcuni momenti. L’unico suono udibile nell’aria satura della cucina era il ticchettio dell’orologio e i loro respiri che si andavano calmando. Hanamichi lasciò cadere lentamente le gambe facendole scivolare lungo il corpo del vampiro semisdraiato su di lui, la testa appoggiata al suo ventre mentre riprendeva fiato. Per Hanamichi aveva dell’incredibile il fatto che Rukawa riuscisse a stare ancora in piedi, lui si sentiva esausto. La volpe sollevò il capo fissando la sua preda negli occhi e allungate le braccia costrinse Hanamichi a rimettersi in posizione seduta. Gli occhi blu si fissarono seri in quelli castani ancora offuscati dalla passione. Il volpino accarezzò lentamente il collo della sua vittima prima di fargli reclinare la testa. Hanamichi la poggiò delicatamente sulla sua spalla lasciando al vampiro libero accesso alla sua gola. Gli sfuggì un grido quando avvertì i canini del vampiro lacerare la pelle. Rukawa passò lentamente le dita tra le ciocche rosse mentre con l’altra mano accarezzava la schiena del ragazzo seduto sul tavolo davanti a lui. Lo sentì rilassarsi nel suo abbraccio mentre assaporava il suo sapore. Era ancora migliore di come lo ricordava forse per l’intensità dell’amplesso appena avuto, forse per il fatto che Hanamichi glielo stava offrendo quasi spontaneamente o solo perché lui ora era il suo shadow. Rukawa si staccò dal compagno di classe pochi minuti più tardi leccando le tracce di sangue rimaste sul suo collo. Hanamichi teneva ancora il capo poggiato sulla sua spalla. “Tutto bene?” gli chiese piano Rukawa “Hn” mormorò il rossino usando la stessa risposta che tanto spesso si era sentito rivolgere dal vampiro. Sorrise sembrava che ora le parti si fossero invertite. Anche il vampiro sorrise sollevando il ragazzo tra le braccia e trasportandolo in camera da letto. Hanamichi si addormentò subito mentre il vampiro osservava il suo russare beato. Non sembrava proprio la stessa persona che poco prima aveva gridato tra le sue braccia mentre facevano l’amore. Poggiò il capo sul cuscino sbadigliando. Il rossino si mosse nel sonno raggomitolandosi accanto a lui. Non gli andava di dormire così, era difficile muoversi con quell’idiota stretto a lui ma era troppo stanco per allontanarsi così si limitò ad allungare una mano per raccogliere il piumino e coprire entrambi prima di cadere in un sonno senza sogni.

 

Un suono lancinante tagliò l’aria svegliando il ragazzo addormentato. Hanamichi scattò a sedere nel grande letto sfatto guardandosi attorno stordito. Rukawa sdraiato accanto a lui si stiracchiò voluttuosamente nascondendo dietro una splendida mano uno sbadiglio. La sveglia continuava a suonare imperterrita. Il vampiro lanciò un’occhiata scocciata all’oggetto posto sulla scrivania e tesa una mano destra la fece esplodere con un gesto secco del polso. Hanamichi spalancò gli occhi osservando stupito alcuni ingranaggi rotolare sul tappeto. Il volpino si alzò tranquillamente stiracchiandosi come mamma l’aveva fatto dinanzi al suo amante prima di infilarsi in bagno. Hanamichi sentì il rumore dell’acqua scrosciare e si alzò a sua volta andando a prendere la propria divisa appesa in armadio. Rukawa uscì dal bagno alcuni minuti più tardi già vestito e con i capelli neri ancora umidi sparendo in direzione del salotto. Hanamichi si lavò con calma passando con incertezza la spugna sul punto in cui il vampiro l’aveva morso. Non poteva certo andare a scuola con quel segno sul collo. Che cosa avrebbe raccontato ai suoi amici? Rovistò nell’armadietto della volpe finché non trovò quello che cercava. Attaccò il cerotto sulla ferita coprendola. Avrebbe potuto dire che si era azzuffato con i ragazzi del quartiere o che era caduto per giustificarlo. In cucina la volpe non c’era. Forse era già partito verso scuola. Meglio così non gli andava di arrivare con lui. Un momento! La volpe andava a scuola in bicicletta perché abitava parecchio fuori città. Ma se Rukawa era già partito lui come avrebbe fatto ad arrivare in orario e poi Yohei sarebbe sicuramente passato a prenderlo a casa come tutte le mattine che cosa avrebbe fatto se non l’avesse trovato? “Ca**o! E adesso come faccio!!”

Non sai prepararti nemmeno la colazione do’hao?” chiese una voce conosciuta facendolo rabbrividire.

Hanamichi si voltò di scatto. Allora non se n’era andato! Quella sua abitudine di spuntargli alle spalle stava diventando alquanto fastidiosa.

“Maledetta volpaccia non mi riferivo certo alla colazione il grande tensai è un genio anche in cucina!!” esclamò riacquistando il suo solito tono. Rukawa scrollò le spalle sorpassandolo per estrarre dalla credenza una scatola di biscotti. L’appoggiò sul tavolo prima di prendere da un’altra mensola una tazza e riempirla con il the presente nel bollitore ancora appoggiato sul fornello. “C’è un autobus che parte dalla fermata qui davanti tra dieci minuti, vedi di non perderlo do’hao io vado” disse allontanandosi con passo felino verso la porta.

Hanamichi lo fissò stupito riscuotendosi solo quando l’uscio si chiuse con un leggero clack alle sue spalle.

Aveva pensato proprio a tutto.

Quel maledetto!

Fece colazione con il the e i biscotti che il vampiro gli aveva preparato maledicendolo mentalmente prima di raccogliere la sua cartella e uscire. Era la prima volta che metteva piede fuori dall’appartamento. Scese una lunga scala che lo portò ad un giardino curato, si guardò attorno scorgendo un cancello che dava sulla strada. “Hmm…quel maledetto però non mi ha mica detto dov’è la fermata dell’autobus” borborttò a voce alta guardandosi intorno. A destra o a sinistra? Le strade erano uguali. “Da quella parte shadow” Hanamichi si voltò impallidendo. Da dove era sbucata quella ragazzina bionda? Aveva un aspetto familiare.

Ma certo era la cugina della volpe!

Ma allora era un vizio di famiglia quello di spuntare alle spalle!!

Non riusciva a ricordare il nome con cui l’aveva chiamata Rukawa.

La ragazzina lo fissava curiosa. “Ciao io sono Reika” gli disse tendendogli una mano candida.

Pur sentendosi molto a disagio Hanamichi la prese e la strinse “Hanamichi Sakuragi” le disse presentandosi. La ragazza sorrise raggiante. “Piacere Hanamichi!” gli disse

“Devi prendere l’autobus?” Hanamichi annuì corrucciato.

“Allora vieni con me!” disse afferrandolo per una manica della divisa e strattonandolo verso l’altro lato della strada.

Voltato l’angolo Hanamichi poté scorgere la fermata dell’autobus. Notò che anche la ragazzina bionda indossava la divisa scolastica e aveva nella mano destra una cartella. Come se avesse avvertito i suoi pensieri la biondina gli sorrise. “Mi sono trasferita dalla zia per un po’ e mi fanno frequentare le scuole medie qui” Hanamichi annuì distrattamente. L’autobus arrivò puntuale e i due vi salirono insieme. La ragazzina gli si sedette accanto. Hanamichi seguì distrattamente il paesaggio che si susseguiva fuori da finestrino prima di voltarsi e di ritrovarsi due occhioni castani puntati in faccia. “Che hai da guardare?” le chiese preoccupato. Lei corrugò la fronte

“Sto cercando di capire che cosa puoi avere di così speciale da convincere mio cugino a fare di te il suo shadow” Hanamichi arrossì.

Ma come si permetteva quella ragazzina.

Che domande erano quelle!!

“Queste sono cose private” le disse stizzito facendola sorridere

“Hmm… bhe come aspetto non sei male ma ho visto le ragazze e i ragazzi che corteggiano Kaede e di sicuro poteva trovare meglio!” Hanamichi la fulminò con lo sguardo “L’aspetto non è tutto!!” protestò e poi un altro pensiero lo colpì.

Ragazze e Ragazzi???

“Hemm.. scusa ma chi sono queste ragazze e ragazzi che fanno la corte a tuo cugino”

La ragazza scosse le spalle indifferente “Non so, ogni tanto ne porta a casa uno di nuovo ma non durano molto Kaede odia legarsi a qualcuno” E così la volpe aveva avuto già degli amanti e da come ne aveva parlato Reika dovevano essere stati anche parecchi.

La cosa non gli piaceva affatto.

E se avesse ricominciato a portare a casa i suoi amichetti/e?

No, ora erano legati dal patto, Rukawa non poteva tradirlo!!

“L’avete già fatto vero?” Hanamichi si riscosse di scatto dai suoi cupi pensieri diventando scarlatto

“ma.. ma…” balbettò cercando qualcosa da dire

“Bhe conoscendo il cuginetto sono sicura che ti è saltato addosso subito, lui odia perdere tempo, lo dice sempre”

Hanamichi arrossì se possibile ancora di più, in effetti il volpino non aveva proprio perso tempo!

La ragazzina rise divertita

“Sei proprio buffo sai? Forse è per questo che ti ha scelto o magari per il gusto del tuo sangue. Mio cugino è un buon gustaio.”

Disse fissando d’un tratto tutta interessata il cerotto che Hanamichi portava sul collo.

Il ragazzo si portò involontariamente la mano al collo nel tentativo di proteggersi.

“Oh sta tranquillo, non ci penso neanche, Rukawa diventerebbe una furia e io non posso certo competere con uno del suo livello”

Hanamichi aguzzò le orecchie.

“Che cosa intendi?” chiese.

Reika scosse le spalle “Mio cugino possiede un potere spaventoso. Ti consiglio di non farlo arrabbiare mai.” Rabbrividì

“Pensa che due anni fa ha ammazzato un suo superiore… così” disse schioccando le dita.

Hanamichi impallidì violentemente.

Rukawa aveva ammazzato un uomo?

La ragazzina seguì il susseguirsi delle emozioni sul volto del rossino con un sorriso tranquillo.

“Non lo sapevi? Bhe mio cugino è un tipo pericoloso” gli disse con una scrollata di spalle, sembrava che la cosa la rendesse terribilmente orgogliosa e probabilmente era davvero così.

L’autobus svoltò ad una curva e la ragazzina si alzò

“Io sono arrivata” gli disse spazzolando con le mani la gonna della divisa scolastica “Ci vediamo Hanamichi Sakuragi” disse sventolando una mano.

Hanamichi la guardò correre verso l’entrata scolastica mentre l’autobus ripartiva sbuffando tra il traffico cittadino. Quello che la ragazzina gli aveva detto con tanta nonchalance gli aveva ghiacciato il sangue nelle vene. Si ripromise di chiedere spiegazioni al vampiro anche se non sapeva se le avrebbe ricevute. L’autobus si fermò ad un semaforo e Hanamichi riconobbe la strada che portava a scuola. Sospirò alzandosi, la prossima fermata sarebbe stata quella dello Shohoku. Mentre camminava in mezzo agli altri studenti si chiese quanti vampiri ci fossero tra loro senza che nessuno se ne fosse accorto, senza che nessuno l’avesse nemmeno sospettato.

“Hey Hana!!” la voce di Yoehi lo riscosse dai suoi pensieri facendolo sobbalzare.

“Oh, ciao Yohei” mormorò con voce atona.

Yohei corrugò la fronte fissando l’amico.

Sembrava stanco ed era un po’ pallido.

“Stamattina sono passato sotto casa tua ma al citofono non mi ha risposto nessuno” gli disse.

“E’ successo qualcosa?” gli chiese preoccupato poggiandogli una mano sul braccio.

Il ragazzo dai capelli rossi annuì.

“Ci sono alcune cose di cui dobbiamo parlare, ma non quì” disse serio e Yohei annuì

“Ci vediamo nella pausa pranzo in terrazza, ok?” Hanamichi annuì dirigendosi verso la sua classe seguito dallo sguardo pensieroso di Yohei.

 

“Allora” gli chiese Yohei quando si ritrovarono sul terrazzo scolastico.

Era molto preoccupato dallo strano sguardo dell’amico.

“Mi sono trasferito da Rukawa” mormorò Hanamichi fissando senza vederli gli studenti che camminavano per il giardino scolastico.

Yohei spalancò gli occhi stupito.

“Co..Come scusa?” chiese credendo di aver capito male.

Che Hana avesse un debole per il volpino lo sapeva, Hanamichi gliel’aveva confidato molto tempo addietro ma che a lui risultasse, quel ghiacciolo di Rukawa non si era mai nemmeno degnato di parlare con Hanamichi se non per insultarlo.

“Com’è successo Hana, giovedì sono venuto a vedere gli allenamenti e mi sembrava che fosse freddo e indifferente come al solito”.

Freddo e indifferente?

Ad Hanamichi si ripresentarono vivide le scene vissute nei giorni precedenti, arrossì violentemente.

No, la volpe non era ne fredda, ne indifferente.

“Noi.. bhe.. ecco…” arrossì ancora e Yohei lo fissò meravigliato.

“Non vorrai dirmi che voi… sì insomma..” Hanamichi divenne del colore dei suoi capelli e Yohei rimase di stucco.

"Ma come è successo?” Hanamichi sospirò

“Lui.. lui è venuto a casa mia venerdì” questa non era una bugia “e ci siamo dichiarati” e legati per sempre.

Ma questo non lo disse all’amico come faceva a spiegargli una cosa del genere?

“Hana, cerca di capirmi, io sono davvero felice per voi però.. non vi sembra di correre un po’ troppo… insomma vivere insieme non è una cosa…” Yohei non sapeva come dirglielo, era felice per lui, davvero felice. Sapeva quanto l’amico soffrisse per l’indifferenza del volpino. Ma c’era qualcosa che non quadrava nel racconto di Hanamichi.

Cosa aveva spinto Rukawa ad andare da lui?

E poi c’era qualcosa che non andava nel suo amico. Se davvero Hanamichi era riuscito a conquistare Rukawa al punto che quest’ultimo lo voleva ad abitare con se, perché quello sguardo triste e confuso negli occhi di Hanamichi.

“Insomma sei sicuro che sia la scelta giusta, forse dovresti aspettare un po’ vedere come va la vostra relazione” gli disse cercando di convincerlo.

Hanamichi sorrise “Sta tranquillo va tutto bene”

“Sei sicuro?” gli chiese scettico

“Sicurissimo!” esclamò Hanamichi cercando di sorridere per non far preoccupare l’amico.

Yohei annuì anche se poco convinto.

Comunque se per Hanamichi andava bene non avrebbe insistito, per il momento...

“Bhe… che dire congratulazioni! Spero che siate felici, però Hana ricorda che se quello per qualche motivo ti fa soffrire l’armata sakuragi è a tua disposizione per dargli una lezione con i fiocchi!!” gli disse con un sorriso cercando di far sorridere anche l’amico, che ne dicesse Sakuragi gli sembrava piuttosto giù.

Hanamichi sussultò mentre l’immagine della sveglia che saltava per aria gli ritornava alla mente.

Rukawa non avrebbe avuto nessun problema a liberarsi nella stesa maniera anche dei suoi amici.

Yohei mal interpretò il suo sbiancamento e si affrettò a rassicurarlo. “Tranquillo non te lo maltratteremo troppo!!” gli disse passandogli un braccio intorno alle spalle. Hanamichi sorrise

“Grazie Yohei” gli disse abbracciandolo. L’amico restituì l’abbraccio

“Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare io sono sempre a tua disposizione.”

Gli disse prima di separarsi per ritornare nelle rispettive classi.

 

Hanamichi giunse leggermente in ritardo agli allenamenti di basket aveva anche pensato di saltarli ma era sicuro che poi la volpe gli avrebbe dato del vigliacco e così nonostante l’incertezza era giunto in spogliatoio. Fortunatamente Rukawa e gli altri si erano già cambiati e si stavano scaldando mentre il solito stuolo di fan sugli spalti gridava incitamenti.

Hanamichi le fulminò con lo sguardo.

Non le sopportava, non le aveva mai sopportate ma da quando si era accorto della natura dei suoi sentimenti nei confronti del volpino il suo era diventato odio puro.

“Maledette oche andate a starnazzare altrove!!” sbraitò.

“Hanamichi!” tuonò Akagi avvicinandoglisi con passo minaccioso.

Sakuragi cominciò subito a scaldarsi con gli altri per evitare i pugni del capitano.

Evitò accuratamente di mettersi accanto alla volpe. Non riusciva a guardarlo senza che gli tornassero in mente le parole di Reika. L’allenamento fu più pesante del solito per Hanamichi che sentiva ancora la stanchezza del giorno prima e per di più sentiva una feroce gelosia ogni volta che quella stupida volpe faceva un canestro scatenando svenimenti e commentini da parte del suo fans club.

“Maledette oche!” sbottò

Do’hao” giunse l’inevitabile risposta sussurrata però un po’ troppo vicino.

Hanamichi sussultò violentemente voltandosi ma Rukawa si era già allontanato palleggiando tranquillamente.

Alla fine dei soliti esercizi il capitano decise di organizzare una partitella tra i titolari in vista dell’amichevole con il Ryonan che si sarebbe disputata da lì a pochi giorni.

Lo schieramento vedeva Mistui, Kogure e Rukawa contro Ryota, Hanamichi e Akagi. Ayako fischiò l’inizio della partita.

Akagi riuscì a soffiare la palla a Mistui andando poi a canestro ma fu stoppato da Rukawa che rimise la palla in gioco.

La partita tuttavia non era giocata ad armi pari dato che Hanamichi era del tutto assente.

Mistui gli fregò la palla di mano con facilità eseguendo uno splendido canestro da tre punti. “Evvai!!” esclamò Kogure battendo il cinque con l’amico.

“Sakuragi ma si può sapere che cosa stai facendo dormi?” lo rimproverò Akagi.

Hanamichi sospirò cercando di concentrarsi sul gioco ma non faceva che commettere errori.

Ogni volta che si trovava a marcare Rukawa non riusciva a toccarlo senza provare un fastidioso brivido di piacere e così aveva deciso di tenersi a distanza, questo però permetteva alla volpe di segnare tranquillamente scatenando l’ira del capitano e di Ryota.

Era così distratto che si lasciò rubare la palla persino da Kogure che la passò alla volpe che andò a canestro con eleganza.

“Woooo!! Rukawa sei il nostro mestolone!!” gridarono le ragazze sugli spalti.

Anche Haruko da bordo campo fissava la scena con occhi adoranti.

Possibile che quella stupida volpe attirasse le ragazze come il miele le api? Si massaggiò le tempie doloranti.

Gli stava venendo un gran mal di testa e le grida di quelle oche non faceva che peggiorare il suo stato.

“Sakuragi oggi mi sembra più distratto del solito” mormorò Haruko preoccupata, Yohei in piedi accanto a lei annuì.

Era andato a vedere gli allenamenti alla ricerca di una conferma di quanto gli aveva detto Hanamichi ma gli sembrava che le cose non andassero affatto bene. Hanamichi sembrava avere persino paura di toccare Rukawa e l’altro gli sembrava glaciale come al suo solito.

“C’è qualcosa che non va” mormorò ad alta voce Yohei.

“Avrà dormito male” commentò Noma con una scrollata di spalle

“Ma dalle occhiate che lancia alle ragazze del fan club di Rukawa scommetto che fra un po’ esplode.”

Disse con una risatina

“Scommettiamo?” chiese Takamyia.

Lui e gli altri si misero a discutere animatamente su quanto tempo avrebbe ancora resistito il loro amico prima di esplodere.

“Hanamichi!” tuonò Akagi avvicinandoglisi minaccioso.

“Ma dico razza d’imbecille si può sapere che cavolo combini! Era una marcatura secondo te quella? Anche mia nonna sarebbe riuscita a rubarti la palla!!”

Sakuragi si voltò furente verso il capitano

“Come osi insultarmi gorilla? Io sono il grande tensai!”

“Do’hao” mormorò una voce profonda ben conosciuta.

Hanamichi si voltò di scatto ritrovandosi accanto la sua nemesi.

“Senti volpino spelacchiatto..” cominciò furibondo.

Akagi alzò il pugno calandolo con forza sulla testa del rossino per mettere fine alla discussione.

 

O almeno era quello che avrebbe voluto fare ma una presa ferrea bloccò la corsa del suo pugno.

 

Una mano pallida serrava il suo polso a pochi centimetri dalla testa del rossino.

 

Akagi si voltò sorpreso incontrando lo sguardo gelido di Rukawa.

Gli occhi blu dell’asso dello Shohoku erano terribilmente seri.

Una luce assassina li striava di nero creando ombre e figure contorte nelle iridi profonde del ragazzo.

Akagi rabbrividì sotto quello sguardo indietreggiando velocemente e massaggiandosi il polso su cui era rimasto il segno delle dita della volpe.

Hanamichi fissava immobile Rukawa.

 

La mandibola di tutti i presenti toccava quasi il pavimento.

 

La stessa domanda nelle loro menti: Rukawa aveva impedito al capitano di picchiare Hanamichi?

 

Per una volta anche il fans club di Rukawa se ne stava in silenzio.

 

 

 

continua....

 

 

 

Scleri dell'autrice (Si ostina a metterli, portate pazienza. Nd.Pipis)

 

 

Ru: Ma ti si è fuso il cervello??????? Io non farei mai una cosa del genere!!!!!>.<

Naika: Hic…

Ru: ??

Hana: E’ ubriaca.-_-

Ru: davvero?

Hana: Già!!

Ru: Bhe allora si spiega tutto!!

Naika: Hic… zzzzzzzz

Hana: pss.. finché dorme andiamocene!!

Ru: Giusto! Vieni Hana voglio mostrarti la mia nuova cucina!!^^

 

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