Non c'è due senza tre...                Back to FanFic  Back to Home

Pow Hanamichi.

 

Non ho voglia di tornare a casa.

Cammino lungo queste vie fiocamente illuminate urtando distrattamente i passanti, macchie indistinte di colore ai miei occhi che si mescolano ai suoni confusi di musiche di vario tipo che escono dai locali lungo il marciapiede. Continuo a camminare con passo pesante mentre l’aria fredda della sera a tratti mi snebbia la mente. A quanto pare non ho ancora bevuto abbastanza. Devo trovare un locale dove nascondermi, un angolo buio dove nessuno venga a cercarmi e soprattutto ho bisogno di qualcosa da bere che cancelli le parole, le immagini...

Se potessi cancellare me stesso...

Ignoro i locali chiassosi da cui escono i suoni di risate allegre e musica violenta. Stasera non ho la forza di ridere, non ho nemmeno quella di vivere...

Una lenta melodia nostalgica attira la mia mente stanca verso quello che sembra un pub elegante.

Do un’occhiata alla mia immagine riflessa nel vetro della porta.

Indosso dei pantaloni di velluto nero e una camicia di seta grigio perla, la giacca di pelle nera lunga fino a terra mi fa sembrare più vecchio di quanto non sia.

Sono piuttosto elegante, anzi non sono mai stato tanto elegante in vita mia.

Infondo questa era la sera della dichiarazione.

Mi sono preparato la meglio per essere perfetto per lei.

Perchè avevo un disperato, assoluto bisogno che almeno lei mi accettasse questa sera...

Dopo le parole di mia madre.

E invece ho fallito...

Aveva ragione lei, su tutta la linea...

A scuola sono un disastro, nel basket sono una schiappa, oh lo so mi proclamo il tensai, il genio, ma non serve a niente lo so... so di non valere niente... me ne accorgo quando vedo Rukawa incassare un canestro con la leggerezza di una farfalla, quando vedo Mistui azzeccare un tiro da tre punti ad occhi chiusi o Myaghi effettuare un passaggio senza nemmeno guardare per accertarsi di trovare un compagno libero... d’altronde loro non fanno mistero di quello che pensano di me...

Fallito...

“Non sei nemmeno riuscito a salvarlo.”

Gli insulti dei miei compagni di squadra e le parole di mia madre si mescolano in me confusamente.

Fallito come studente, come giocatore...

come figlio...

E con questo mio... cos’è il cinquantunesimo o il cinquantaduesimo rifiuto?

Fallito anche come uomo....

Ormai ho perso persino il conto di quante volte sono stato scaricato... dovrei chiedere a Yohei....

La mano mi si stringe violentemente sulla maniglia...

Yohei, proprio lui zitto, zitto si è portato via Haruko...

Fallito anche come amico, aggiungo mentalmente alla lista.

Abbasso la maniglia ed entro nel locale.

La luce è soffusa e non ferisce i miei occhi stanchi.

Un cameriere mi accompagna ad un tavolo d’angolo abbastanza in ombra.

Deve aver capito dalla mia faccia che non ho voglia di compagnia.

Mi siedo lanciandomi un’occhiata in giro.

Ha l’aria di essere un posto molto costoso ma non me ne importa molto. Ho parecchio denaro con me, praticamente ho dato fondo ai miei risparmi stasera dovevamo festeggiare...

Prendo la lista delle bevande optando per quella dal nome più complicato senza nemmeno leggere gli ingredienti, tanto per me ha tutto lo stesso gusto. Faccio la mia ordinazione prima di riporre il menu sul tavolo. Lo sguardo mi cade sul polso fasciato. La benda si è di nuovo sporcata di sangue ma perlomeno non ha macchiato la camicia.

Sorrido mestamente tra me e me mentre il mio sguardo vaga per il locale...

Ho fallito anche in questo....

Do’hao direbbe il volpino e avrebbe dannatamente ragione.

 

Come se i mie pensieri lo avessero materializzato mi accorgo che in fondo alla sala c’è proprio lui, la mia nemesi!

E non è da solo è con il mio nemico numero due, il porcospino del Ryonan!!!

A quanto pare quei due sono amici, bhe so che abitano nello stesso quartiere probabilmente già si conoscevano, magari sono anche amici d’infanzia, anche se la volpe non ha fatto niente per dimostrare un qualche legame tra loro nelle partite in cui si sono incontrati, ma d’altronde che cosa ci si poteva aspettare dall’iceberg? Probabilmente non sorride nemmeno a sua madre!

Prendo in considerazione l’idea di andarmene per non farmi vedere da lui in questo stato ma poi ci ripenso... infondo che importa e poi è così lontano che non si accorgerà nemmeno di me...

Il cameriere mi posa dinanzi il bicchiere e io gli pago la consumazione estraendo le banconote dal portafoglio. Lo sguardo mi cade sulla foto di mio padre e mi affretto a chiuderlo e a riporlo nei pantaloni...

se potessi fare così anche con i miei stramaledettissimi ricordi...

se potessi semplicemente riporli in un angolo della mia mente...

Chiudo gli occhi sorseggiando il liquore che mi scivola caldo dentro lo stomaco come questa musica dolce e nostalgica, rilassante. Mi sento un po’ meglio anche se mi viene voglia di piangere.

Mi passo una mano tra i capelli scompigliati con un sospiro scacciando una ciocca rossa che mi era ricaduta davanti agli occhi.

 

“Scusa?”

 

Alzo gli occhi sorpreso ritrovandomi dinanzi un bel ragazzo dai capelli biondi e dagli occhi chiari.

Non capisco che cosa possa volere da me e lui deve capire che sono confuso perchè mi sorride.

“Mi chiedevo se sei qui da solo” mi chiede

“Sì” mormoro intontito mentre noto che il suo sguardo scivola sul mio  volto abbronzato giù sulla camicia che mi fascia il torace scivolando poi sui pantaloni scuri mentre negli occhi gli posso chiaramente leggere.... desiderio???

Il mio sguardo vaga disorientato attorno a me fermandosi su una coppia seduta poco lontano. Sono due ragazzi... e sono chiaramente in atteggiamento intimo...

Sono finito in un club gay?!?

I miei occhi tornano a fissarsi sul ragazzo sorridente davanti a me. Non che io mi sia mai messo a valutare i ragazzi però posso riconoscere che è bello. Bello quasi quanto la kistune.

Quel pensiero me ne porta violentemente un’altro... che diavolo ci fa la volpe in un club gay e con Sendoh poi????

Vuoi vedere che il nostro ghiacciolo...

Il ragazzo deve aver interpretato il mio sguardo di prima come un invito perchè si siede sul divanetto vicino a  me.

 

Pow di Sendoh.

 

“Yahawn”

“Non mi dire che hai ancora sonno?” gli chiedo con un sorriso divertito osservando il mio bel moretto portarsi una mano pallida davanti alla bocca per coprire l’ennesimo sbadiglio.

“Hn..” mi giunge la sua immancabile risposta facendomi sorridere ulteriormente

“Ma Kaede non è possibile hai dormito durante tutto il film e adesso hai sonno di nuovo?” protesto incredulo. A volte mi chiedo che cosa farà il giorno che prenderà la patente.... rabbrividisco al pensiero... già si addormenta sulla bicicletta...

“Se tu mi lasciassi dormire la notte...” borbotta lanciandomi un’occhiataccia.

Rido sommessamente passandogli con dolcezza un braccio intorno alla vita. “Se non ricordo male non ero io quello che ieri sera andava in giro mezzo nudo per casa” gli dico con uno sguardo malizioso negli occhi castani. Due laghi blu si posano su di me falsamente innocenti. “Non posso nemmeno farmi una doccia a casa mia” mi chiede con uno dei suoi rari sorrisi che per poco non mi fa cadere dalla poltroncina imbottita. “Vuoi averla sempre vinta tu eh?” gli rispondo a tono accarezzandogli un fianco e avvicinandogli la bocca all’orecchio per sfiorarglielo con le labbra.

“E’ una sfida?” mi chiede mentre nei suoi occhi si accende quella luce che conosco bene. La scorgo nei suoi occhi solo prima di una partita o prima di fare l’amore. Se non fossimo in questo locale affollato gli sarei già saltato addosso! Faccio correre il mio sguardo sulle altre coppie presenti nel locale per cercare di distrarmi dai pensieri molesti che stanno torturando il mio basso ventre quando il mio sguardo cade su un tavolo abbastanza appartato. L’angolo degli amanti pensò tra me e me con un sorriso malizioso prima di esaminare con curiosità i due piccioncini. Un ragazzo biondo dai capelli lunghi fino alle spalle e due bei occhi chiari sta parlando con un ragazzo di cui non riesco a scorgere il viso. Il biondino sembra un angioletto tanto è bello ma ha lo sguardo affamato di un demonio. Bhe posso capirlo... da quel che vedo il suo compagno è veramente una favola. Le grandi mani abbronzate stanno accarezzando quasi distrattamente il bicchiere di vetro ormai vuoto con un movimento sensuale che mi fa scorrere un brivido traditore di piacere lungo la schiena. Ha le spalle ampie e il petto largo e muscoloso accarezzato da una camicia di seta... per non parlare delle gambe. Lunghe, tornite, fasciate dai pantaloni neri... Non c’è che dire il biondino è fortunato, molto fortunato... “Che stai guardando con tanto interesse?” mi chiede Rukawa seguendo il mio sguardo leggermente corrucciato. La mia volpe gelosa!

 

Pow Rukawa.

 

Seguo lo sguardo di Akira cercando di capire che cosa abbia attirato tanto l’attenzione del mio ragazzo. Gli occhi mi cadono su una coppia ad un tavolo d’angolo abbastanza appartato. Un bel ragazzo biondo e seduto sul divanetto accanto ad un’altro di cui non riesco a scorgere il viso. Il biondino spinge una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre chiama con un gesto il cameriere. A quanto pare è a caccia, penso con un sorriso mentre scorgo lo sguardo scintillante nei suoi occhi quando offre qualcosa da bere alla sua vittima. Spingo lo sguardo oltre per cercare di vedere chi è il fortunato che è riuscito ad interessare tanto quell’angelo raffinato. Anche se non posso scorgere molto, quello che vedo incontra decisamente la mia approvazione. Se il ragazzo dietro al biondino ha un viso bello anche soltanto la metà del fisico che si ritrova posso capire perchè dopo dieci minuti dalla sua entrata nel locale il più bel single del club si sia precipitato da lui. Perchè sono sicuro che dieci minuti fa quando siamo arrivati quel tavolo era vuoto. Devo ammettere che ha attirato la mia curiosità. “Hey chi è che fissa un po’ troppo ora?” mi mormora Akira con tono falsamente lamentoso. Sto per rispondergli a tema quando il biondo si china in avanti per pagare i drink permettendoci di scorgere il volto del suo compagno. Ciocche rosso fuoco scivolano sul volto abbronzato illuminato da due grandi occhi nocciola. Sento Akira sussultare violentemente. “Che diavolo ci fa Sakuragi qui??” esclama dando voce hai miei pensieri. “E quello che mi sto domandando anch’io” mormoro cupo. Lui non era quello che sbavava dietro alla Akagi? Non è lui quello che ha ottenuto 50 e passa rifiuti da altrettante ragazze? Che cosa ci fa in un club gay? E poi con quel biondo che.... che diavolo sta facendo quel deficiente??!!!

 

Pow Hanamichi

 

Mi ha chiesto se poteva offrirmi qualcosa da bere e nonostante nella mia mente un fastidioso campanello d’allarme mi avvertisse che non era saggio accettare, ho scosso le spalle e gli ho detto di sì. La verità è che non me ne frega assolutamente niente. Ormai tutto l’alcool che ho ingurgitato sta cominciando a fare il suo effetto e il calore del corpo accanto al mio è piacevole e rassicurante. E’ strano, questo ragazzo per cui sono sicuro, sbaverebbero milioni di ragazze fa i complimenti a me. E’ piacevole, mi sento apprezzato e anche se quello che gli brilla negli occhi non è altro che desiderio per una volta uno sguardo del genere è posato su di me. Che m’importa che sia maschile o meno? Questa sera non m’importa assolutamente di niente. Sento una delle sue mani accarezzarmi una gamba ma non la scosto, bevo il drink che mi ha offerto lasciando che le sue dita candide mi tocchino. Non gli ho nemmeno chiesto come si chiama, si è presentato prima ma non mi ricordo quello che ha detto. Allunga una mano togliendomi il bicchiere vuoto dalle mani prima di chinarsi su di me. Rimango immobile mentre fa scorrere le sue labbra sulle mie con un movimento sensuale. Sento la sua lingua premere contro la mia bocca e provo uno strano brivido. Il mio primo bacio ad uno sconosciuto di cui non so nemmeno il nome. Socchiudo le labbra mentre sento le sue braccia cingermi la vita. Per quanto tempo ho programmato questa serata immaginando di fare ad Haruko quello che lui sta facendo ora a me. Sento le sue dita infilarsi sotto la camicia a cercare la mia pelle. Non so se ho caldo per tutto quello che ho bevuto o per quello che sta facendo ma mi lascio scappare un gemito quando le sue dita fresche si posano sui miei addominali accarezzandoli. “Andiamo di sopra” mi mormora staccandosi dalla mia bocca per accarezzarmi l’orecchio con la lingua. Non posso fare a meno di rabbrividire mentre la mia mente elabora con una lentezza esasperante le sue parole. Che cosa ha detto? Ah sì vuole andare di sopra. Di sopra dove? E per fare cosa? Non capisco i miei sensi sono tutti annebbiati. Si alza e mi tende una  mano. Presumo che dovrei seguirlo però c’è qualcosa che mi preoccupa. Mi alzo lentamente. La testa mi gira e barcollo un po’ il mio compagno mi cinge la vita con un braccio sostenendomi a se e io mi appoggio a lui riconoscente.

 

Pow Sendoh

 

Non ci posso credere che diavolo ci fa Sakuragi in un posto del genere? Non era lui l’etero più convinto di Kanagawa? Lui che sventolava ai quattro venti il suo amore per Harukina cara lanciando insulti alla mia volpe per avergliela rubata? Solo dopo alcuni mesi che eravamo insieme Kaede mi ha confessato quanto lo ferivano quelle cattiverie gratuite dette da quella testa rossa per cui...

eh già...

io non sono il suo primo amore...

anzi devo proprio al suo dolore per il fatto che Sakuragi non lo considerasse minimamente l’avvicinamento che alla fine ci ha fatto diventare compagni. Perchè la mia splendida, algida kistune si era innamorata di quel do’hao molto tempo prima di accorgersi di amare me. Gli lancio un’occhiata preoccupata mentre il mio castello di sicurezze trema violentemente. Mi ha rassicurato migliaia di volte sul fatto che non mi ha mai considerato un ripiego però ho sempre continuato a pensare che se Hanamichi avesse corrisposto il suo amore lui non mi avrebbe mai nemmeno degnato di uno sguardo. Anche se so che ora mi ama davvero non posso fare a meno di pensarci......

Torno a fissare la coppia e non posso fare  a meno di notare che il biondino non perde tempo. Ha infatti fatto scivolare una mano sulla gamba di Hanamichi e ora lo accarezza dolcemente mentre le sue dita salgono sempre più spesso verso l’alto. Sento Kaede irrigidirsi accanto a me e mi sorprendo nel condividere un moto di gelosia. Mi dico che è solo invidia perchè infondo Sakuragi ha davvero un bel fisico e più di una volta prima di mettermi con Kaede, e qualcuna anche dopo mi ricorda la mia coscienza, ho desiderato poterlo toccare come sta facendo quello sconosciuto. Vedo il biondino allontanare il calice ormai vuoto dalle mani di Hanamichi prima di chinarsi a baciarlo. Kaede serra i pugni accanto a me e mi accorgo con stupore che sto facendo lo stesso. Il rossino sembra confuso e impacciato in quel bacio ma schiude le labbra lasciando libero accesso al suo assalitore. Dev’essere completamente ubriaco per lasciarsi manipolare così. Quel pensiero mi attraversa la mente come una fucilata mentre mi rendo conto di quello che sta succedendo. Il biondino si è alzato e tende una mano a Sakuragi che si alza e barcolla confermando i miei sospetti. E’ ubriaco, ubriaco fradicio e se non facciamo qualcosa quel demone travestito da angelo se lo porterà via!!

 

Pow Rukawa

 

Non posso fare a meno di serrare i pugni in una morsa terribile quando vedo il biondino chinarsi per baciare il Mio Hanamichi. Un moto di vergogna mi assale facendomi arrossire. Lui non è mio, non lo è mai stato, mi volto verso Akira sentendomi un traditore per quello che ho appena pensato ma noto che anche lui è piuttosto nervoso. Una strana idea comincia a frullarmi nella testa quando la mia attenzione viene di nuovo richiamata dai due occupanti del tavolo poco lontano. Il biondo si è alzato e sta tendendo una mano verso Hanamichi con fare invitante. Temo di sapere che intenzioni ha. Hanamichi lo guarda per un po’ confuso e per un momento ho la speranza che rifiuti ma il do’hao invece si alza dal tavolo. Barcolla e il biondo si affretta a sorreggerlo. E’ ubriaco! Hanamichi è ubriaco fradicio! Devo fare qualcosa non posso permettere che quel biondino se lo porti chissà dove. Mi alzo e mi accorgo che Akira ha fatto la stessa identica cosa. Mi volto verso di lui e ci scambiamo uno sguardo d’intesa prima di raccogliere le nostre giacche e precipitarci all’inseguimento dei due che si stanno dirigendo verso la porta che da ai piani superiori.

 

Pow Hanamichi

 

L’aria fredda del corridoio mi sferza il volto ma ormai ho ingurgitato tanto di quell’alcool che nemmeno un bagno nel ghiaccio mi sveglierebbe da questo stato catatonico in cui sono finito. Mi lascio accompagnare su per le scale fino ad una porta numerata. Il mio compagno la apre con una chiave che prende di tasca e mi spinge gentilmente al suo interno. Accende una luce che disegna ombre soffuse sul letto che occupa mezza stanza. Mi ci siedo sopra perchè le gambe non mi reggono gran che osservando quasi distrattamente il biondino togliersi la camicia. Si avvicina  a me e comincia a sbottonarmi la mia mentre cerca le mie labbra con la bocca. Lo lascio fare stringendogli le mani attorno alla vita perchè non so se è lui che oscilla o la stanza, ma ho bisogno di un punto d’appoggio. Mi spinge sul letto e si sdraia su di me mentre sento le sue dita armeggiare con i miei pantaloni. Il campanello d’allarme che aveva cominciato a suonare nella mia testa quando si è avvicinato per la prima volta a me, ora mi martella le tempie come un gong. Ho caldo e comincia a darmi fastidio avere la sua bocca umida che scivola sulla mia. Emetto un sospiro di sollievo quando scende a baciarmi il petto perchè finalmente posso respirare più liberamente. Alzo i fianchi per aiutarlo a togliermi i pantaloni stretti e lui sfila tutto anche i boxer. Dovrei sentirmi in imbarazzo credo, perchè, anche se indosso ancora la camicia, essa è totalmente aperta e a parte le mie braccia, il resto del mio corpo si offre totalmente al suo sguardo affamato. Mi mette una mano sul ventre facendola scivolare giù e io sussulto. Non è spiacevole, però... non mi sento a mio agio.... Sto per chiedergli di farmi respirare un attimo quando la porta si spalanca di scatto e un fiotto di luce mi ferisce gli occhi. Li chiudo portandomi una mano davanti al volto.

 

Pow Sendoh

 

Quel biondino è più infido di un serpente. Anche se l’abbiamo seguito praticamente subito è riuscito a raggiungere le scale prima di noi con il risultato che adesso non abbiamo la più pallida idea di dove si sia cacciato. Kaede si guarda preoccupato attorno cercando di decidere dove può essersi diretto. La decina di stanze che il locale mette a disposizione di chi voglia fermarsi per la notte sono tutte uguali a parte il numero che le contraddistingue. Siamo abbastanza fortunati perchè questa sera pare che siano pochi i clienti che sono saliti, infatti il più delle porte non ha il contrassegno d’occupato. Infondo al corridoio purtroppo però ce ne sono tre di chiuse. Da una sento provenire dei gemiti indistinti, io non sono un gran conoscitore di Hanamichi ma quella non mi sembra la sua voce e poi avrebbero fatto un po’ troppo presto no? Ci restano due stanze soltanto. Lancio uno sguardo al mio ragazzo che scuote le spalle con indifferenza. Prendo fiato e con un calcio abbatto la porta della prima.

Siamo fortunati è quella giusta!

Quello che vedo mi lascia senza fiato. Il biondino ancora quasi completamente vestito sta accarezzando Hanamichi che tiene gli occhi chiusi con un’espressione più di confusione che di piacere sul volto. Mi avvento sul biondino che mi guarda esterefatto e non si sposta ricevendo il mio pugno in pieno volto. Forse sono stato un po’ eccessivo infondo lui non ha colpa se Hana-kun l’ha seguito.

Hana-kun? Da quando è diventato Hana-kun per me?

“Che cavolo volete!!!” esclama il biondo furioso. Bhe lo posso capire anch’io sarei veramente arrabbiato se due pazzi scatenati piombassero nella mia stanza mentre sto per fare l’amore con... lo sguardo mi scivola sul letto dove Hanamichi è rimasto immobile senza prendersi la briga di coprirsi o di nascondersi...

Kami sama!!!

“Vattene” la voce pericolosamente bassa di Kaede mi riscuote dalla mia contemplazione che mi sta creando un qualche piccolo problema all’interno dei pantaloni. Il biondo passa lo sguardo da il mio pugno ancora chiuso agli occhi gelidi di Kaede e decide saggiamente di raccogliere la sua camicia e di sparire.

 

Pow Rukawa.

 

Mi chiudo la porta alle spalle facendo ricadere la stanza nella semi oscurità. Akira mi guarda per un lungo istante prima di spostare lo sguardo sul letto. Faccio altrettanto e il fiato mi si spezza in gola. Hanamichi se ne sta lascivamente sdraiato, le gambe leggermente divaricate, il petto abbronzato che si alza e si abbassa lentamente i capelli sparsi sui cuscini bianchi e gli occhi nocciola che passano da me ad Akira lentamente. “ve... vestiti che ti riportiamo a casa” balbetto anche se l’ultima cosa che voglio è che mi sia preclusa quella splendida visione. Hanamichi posa lo sguardo su di me come se non avesse capito e io mi gli avvicino intenzionato a farlo alzare e vestirsi prima di riaccompagnarlo a casa. Ma il do’hao mi fissa mentre il panico improvvisamente affiora nel suo sguardo. “No” mormora rannicchiandosi improvvisamente su se stesso come un riccio. Fa una tenerezza così... mi gli avvicino piano e gli poso una mano sulla spalla “Hana...” lo chiamo dolcemente, lui scuote il capo prima di posare su di me due occhi carichi di dolore. Alzo lo sguardo confuso su Akira che sembra preoccupato quanto me. Si siede sul letto accanto a lui e gli posa una mano sul capo accarezzandogli i capelli dolcemente. “Non vuoi andare a casa?” gli chiede piano. Hanamichi scuote violentemente il capo in segno di diniego stringendosi le mani al petto. “Che sia scappato di casa” ipotizzo guardando Akira che sta scrutando il do’hao con attenzione. D’un tratto lo vedo impallidire violentemente. “Credo che la situazione sia più grave di quello che sembra” mormora con un tono che non mi piace per niente mentre slaccia un polsino della camicia. Hanamichi cerca di impedirglielo ma è chiaro che non ha ne la forza ne la lucidità per contrastarlo. Quando finalmente Akira sposta il polsino vedo ciò che lo ha spaventato tanto. Una garza bianca fascia il polso del do’aho, attraverso il tessuto sottile e chiaramente visibile la linea rossa di sangue del taglio netto che gli segna la carne. “Hana che hai fatto?” mormoro terrorizzato.

 

Pow Hanamichi

 

La volpe e il porcospino sono venuti a salvarmi. Si bhe almeno credo che mi abbiano salvato, cominciavo a sentirmi davvero a disagio con quel biondino anche se era bravo con le mani. Dovrei ringraziarli. La volpe mi si avvicina dicendomi qualcosa a proposito di vestirsi e di ritornare a casa e un lampo di panico mi attraversa la mente. NO! Non voglio andare a casa. Fate quello che volete di me ma non riportatemi a casa, non voglio, non voglio tornare lì mai più! Mi rannicchio su me stesso cercando di fuggire così al destino che mi spetta. Il porcospino mi si avvicina e si siede sul letto posandomi una mano tra i capelli. E’ una bella sensazione, sì mi sento bene così... “Non vuoi andare a casa?” mi chiede dolcemente. Scuoto la testa in segno di diniego. La volpe mormora qualcosa che non capisco, sono così stanco vorrei solo trovare un angolino caldo in cui nascondermi, un po’ d’affetto in cui crogiolarmi prima di addormentarmi. Non mi sembra di chiedere tanto, chiedo troppo? Forse non merito un po’ di pace anch’io? Mi accontento di starmene rannicchiato in questo letto enorme però voi non andate via restate qui con me. Non voglio stare da solo. Sento il porcospino mormorare qualcosa e armeggiare con il polsino della mia camicia. No, non lo devono vedere, se vedessero anche loro saprebbero che sono solo un fallito, solo un rifiuto... Ma non ho la forza di contrastarlo, la mia mente è così annebbiata e io sono così stanco. Akira mi scopre prima un polso e poi lentamente anche l’altro. Sento la volpe che mormora qualcosa... sembra preoccupato... adesso che hanno visto anche loro quanto sono vigliacco mi lasceranno solo, anche loro mi riempiranno di insulti, mi diranno che sono un disastro a scuola, una schiappa nel basket, un figlio inetto che non è riuscito... non è riuscito... comincio a singhiozzare disperatamente. Credevo di aver ingurgitato abbastanza alcool ma sembra che mi sia sbagliato. Che cosa? Che cosa devo fare per riuscire a dimenticare?

Sento il fruscio delle lenzuola e poi un corpo caldo che si appoggia alla mia schiena. La volpe allunga le braccia e mi stringe a se mentre Akira si stende davanti a me e allungando una mano prende il copriletto ripiegato ai piedi del letto usandolo per coprirci entrambi prima di far scivolare un braccio intorno alla mia vita poggiando la mano su quella del volpino. “Non piangere tesoro” mi mormora dolcemente Rukawa poggiando un bacio tra i mie capelli. Akira mi accarezza le guance asciugando le mie lacrime. “Dormi piccolo penseremo noi a proteggerti” mi sussurra dolcemente. Mi accoccolo meglio tra loro due con un sospiro tremulo. Sto bene qui, in questo nido caldo che hanno creato tra loro, per me. Ritorno alla mente a quand’ero bambino e mi rifugiavo nel lettone dei mie genitori per paura dei temporali. Allora stavo così bene, ero così felice, potevo quasi respirare come un profumo inebriante l’affetto che provavano per me. E quello stesso profumo culla il mio sonno spossato ora.

 

 

*** sei mesi dopo ***

 

“Rukawaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa sei il nostro mestolone!!!” gridarono in coro le ragazze del Rukawa Fan’s club agitando le loro bandiere dalle frasi oscene.

“Quanto le odio!” tuonò Hanamichi lanciando un’occhiata di fuoco verso gli spalti mentre Akira accanto a lui borbottava un “Si strozzassero tutte!”

“Do’hao” commentò il volpino passando accanto a loro palleggiando senza riferirsi a nessuno dei due in particolare. “Senti un po’ tu...” cominciò ad urlare Hanamichi ma fu fermato dalla voce di Myaghi che lo richiamava in campo. “Hanamichi smettila di socializzare con il nemico e vieni qui!” tuonò infatti il piccolo playmaker lanciando un’occhiataccia al capitano del Ryonan che sorrise facendo l’occhiolino ad Hanamichi prima di allontanarsi. Il rossino non potè fare a meno di diventare del colore dei suoi capelli mentre tornava verso la panchina da dove Rukawa aveva seguito la scena con una luce scintillante negli occhi blu.

Quello era il suo modo di sorridere, ormai l’aveva imparato.

Akira gli aveva fatto un lungo elenco dei metodi espressivi del loro volpino, "corso di sopravvivenza" l’aveva chiamato lui. “E’ essenziale che tu impari questo linguaggio in codice” gli aveva detto con aria da cospiratore pochi giorni dopo quella notte ormai lontana scansando appena in tempo un canovaccio arrotolato lanciatogli dalla kistune che stava riordinando la cucina. Erano sei mesi che vivevano tutti e tre insieme. Il giorno seguente alla fatidica notte, Hanamichi aveva raccontato loro della morte del padre e delle colpe che sua madre gli rinfacciava tutti i giorni da allora, quella sera era uscito per dichiararsi ad Haruko più spinto dal desiderio di un po’ d’affetto che dall’amore che ora si rendeva conto di non aver mai provato per la ragazzina. Trovarla tra le braccia di Yohei era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Era tornato a casa deciso di farla finita ma quando aveva visto il proprio sangue correre nel lavandino non era riuscito a trattenersi e si era fasciato i polsi per poi rimettersi la camicia e fuggire fuori di casa alla ricerca di un modo per dimenticare. Kaede e Akira erano rimasti in un silenzio cupo ad ascoltare il suo racconto prima di obbligarlo praticamente a trasferirsi da loro. All’inizio Hanamichi si era sentito in imbarazzo dinanzi all’evidente rapporto d’amore che legava i due ma lentamente aveva cominciato ad approfondire il suo rapporto con loro finchè la notte di Natale avevano fatto l’amore. Ci aveva pensato tantissimo prima di decidersi. Nessuno dei due gli aveva forzato la mano accontentandosi di baci o qualche carezza ma entrambi gli si erano dichiarati e alla fine il rossino aveva deciso che voleva ricambiare il dono che gli avevano fatto con uno altrettanto prezioso. Da quella notte erano ormai passati tre mesi. Tre lunghissimi splendidi mesi. “Hanamichi mi hai sentito!!” tuonò Miaghi direttamente nel suo orecchio. “Ryochan!” protestò il rossino “vuoi farmi diventare sordo?!” protestò. Myaghi gli sorrise “Vedo che finalmente abbiamo la tua attenzione!” gli disse come se niente fosse “Vedi di concentrarti anche se è un’amichevole voglio il meglio oggi in campo capito?” disse rivolgendosi un po’ a tutti che annuirono preparandosi allo scontro con il Ryonan. Sakuragi seguì con lo sguardo Myaghi sistemarsi la divisa pensando come da sei mesi non avevano più usato insulti pesanti nei suoi confronti. Aveva il forte dubbio che Rukawa avesse fatto loro una bella lavata di capo perchè quando era tornato agli allenamenti dopo aver smaltito la sbornia che l’aveva lasciato ko per alcuni giorni sia Myaghi che Mistui non gli avevano più dato dell’incapace o quanto meno non quando non se lo meritava e poi ricordava di aver visto un lampo di senso di colpa quando avevano notato i suoi polsi fasciati. Sorrise mentre si posizionava al centro del campo pronto a disputare la palla con il suo amante che lo aspettava con un sorriso. “Preparati a perdere porcospino” tuonò con la sua miglior risata da tensai. “Ma certo amore fra uno o due secoli” gli disse Akira con un sorriso luminoso che fece arrossire il numero 10 dello Shohoku e che provocò un affettuoso “Do’hao” da poco dietro di lui. L’arbitro fischiò e mentre Hanamichi saltava per prendere la palla pensò che non era mai stato così felice in vita sua.

 

fine.....

 

 

Scleri dell'autrice (ç_ç è una persecuzione... nd.Pippis)

 

N: Ragazzi che faticaccia.....

H&R&S: ¬_¬

N: che c’è??

R: fa schifo!

H: perchè io devo sempre essere sempre così sfortunato nelle tue fic ç_ç

N: sfortunato? Hai i due ragazzi più belli di tutta la serie!!!

S: ^___^’’’’ ma non ci hai messo nemmeno una lemon piccola piccola....

N: ç____ç suvvia era la mia prima threesome (e per la stampa anche l’ultima >_<) non sapevo come incastravi!!!

H&R&S: O_O

N: hanno anche provato a consigliarmi ma alla fine non ce l’ho proprio fatta.... ç_ç

H&R&S: è un caso disperato... -________-

                       

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