Heartquake                Back to FanFic  Back to Home

Pow Rukawa

 

Non saprei dire bene che cosa è successo.

Un momento prima stavo pulendo la palestra un momento dopo....

Cerco di muovermi ma non posso fare a meno di trattenere un gemito di dolore.

Socchiudo gli occhi cercando di allontanare la polvere , tossisco, sputacchiando la calce che mi è finita sulle labbra ma finalmente riesco a muovere la testa e a guardarmi attorno.

Kami sama....

La palestra è crollata!

Fortunatamente un asse portante, caduto di traverso sopra di me, mi ha fatto da scudo evitandomi di finire schiacciato dalle macerie.

Mi muovo lentamente cercando di valutare l’entità dei danni.

Il braccio destro sanguina ma non è rotto, riesco a muoverlo nonostante il sangue che mi si sta seccando sulla pelle, tirandola.

Il braccio sinistro è incolume, protetto dal mio corpo, anche se ho una vistosa ammaccatura all’altezza del polso.

Cerco di mettermi a sedere in questo minuscolo spazietto triangolare che mi ha salvato la vita, muovendo cautamente le gambe.

La destra e costellata da tante piccolissime abrasioni ma non mi da problemi.

La sinistra invece è rotta.

Me ne rendo conto nel momento stesso in cui provo a muoverla.

Merda!

Riesco ad appoggiarmi contro un pezzo di muro abbastanza solido e riprendo fiato.

Persino il più semplice dei movimenti mi costa una fatica enorme.

Chiudo gli occhi e uso la manica della tuta per pulirmi alla bell’e meglio il viso.

Che cosa non darei per un bicchiere d’acqua ora.

Purtroppo anche volendo la panca su cui c’era la mia bottiglia e dietro questo cumulo di macerie.

Sbuffo.

E sì che qui in giappone ormai dovrebbe essere tutto costruito a prova di terremoto no?

Mi consola il fatto che Akagi e gli altri se n’erano andati da poco quindi sicuramente sanno che siamo qui.

Siamo?

Sussultò violentemente guardandomi attorno.

Sakuragi!

Anche lui stava pulendo la palestra con me!

Tra l’altro lamentandosi che il grande genio non era adatto a svolgere simili lavori.

Tendo l’orecchio ma non sento nessun suono.

“Sakuragi?” gracchio.

Mi porto una mano alla gola e tossisco un paio di volte.

“Sakuragi?” riprovo e questa volta la mia voce ha nuovamente un tono accettabile.

Tuttavia non sento risposta.

E se lui non fosse stato fortunato come me?

Sento un gelo viscido scivolarmi nell’intestino e contrarmi lo stomaco.

Non può essere morto.

Insomma stiamo parlando del do’hao no?

Lui è sempre così pieno di vita, non sta fermo e zitto, un minuto.

Non può essere morto.

Non DEVE essere morto!

“Sakuragi?”

Nella mia voce suona una nota di panico.

Me ne rendo conto ma non me ne frega un fico secco.

E rispondimi cretino!!

Niente, niente di niente.

Chiudo gli occhi e stringo la mascella.

Kami no ti prego...

“Rukawa...”

E’ la mia immaginazione?

Era un sussurro così flebile che forse l’ho solo sognato.

“Do’hao?” provo di nuovo mordicchiandomi le labbra in attesa di una sua risposta.

Fa che non me lo sia immaginato Kami ti prego.

Fa che sia vivo!

“Baka kitsune...”

E’ vivo!

Saltellerei dalla gioia se non fosse che ho una gamba rotta e che non ho nemmeno lo spazio per tirarmi in piedi.

Lascio andare un lungo sospiro di sollievo mentre mi guardo attorno.

La sua voce mi è giunta abbastanza nitida quindi non deve essere distante.

Sento un rumore di pietre che franano e per un momento mi blocco, gelato dal terrore, poi noto poco distante dal mio fianco destro che si sta aprendo una piccola apertura.

Oltre essa noto distintamente la macchia rossa dei suoi capelli e un pezzetto del suo viso.

Mi trascino cautamente fino ad avvicinarmisi il più possibile.

“Come stai?” chiedo, sotto l’abbronzatura non ha una bella cera.

Mi sorride sbirciandomi “Solo graffi e botte credo” mormora cercando di sistemarsi meglio nel piccolo spazio che ha a disposizione.

“Do’hao!” non posso fare a meno di rimproverarlo.

Mi ha fatto morire di paura e sta meglio di me.

Dall’altra parte non vengono i soliti insulti.

Strano.

Lo guardo e noto che ha chiuso gli occhi.

Sento di nuovo quel brivido freddo strisciarmi giù per la schiena.

“Sakuragi?”

“Hn?”

Che è ci siamo scambiati i ruoli?

Perchè non ha reagito agli insulti?

Non è che sta peggio di quello che vuole farmi credere?

D’altronde io da qui non vedo praticamente niente.

“Sicuro di star bene?” mormoro preoccupato.

Lui riapre gli occhi e mi fissa sorpreso.

E’ una mia impressione ho ha le pupille dilatate?

“Sei preoccupato per me volpaccia?” mormora.

Lo ignoro mentre la mia mente lavora alacremente cercando di ricordare le nozioni di pronto soccorso che abbiamo studiato in classe.

Per una volta mi pento di aver dormito durante una lezione.

C’è qualcosa che devo ricordare... e in fretta... ma cosa?

“Hai sbattuto la testa?” chiedo d’un tratto colpito da una folgorazione.

“La testa?” sussurra lui guardandomi confuso “Non lo so... non mi ricordo...” mormora “Ho visto il soffitto che veniva giù e sono corso verso di te...”

Sollevo un sopracciglio sorpreso e lui arrossisce.

Bhe ho già visto il do’hao arrossire milioni di volte di fronte ad un sorriso dell’Akagi ma è la prima volta che lo vedo diventare rosso guardando ME.

Mi chiedo come mai quella ragazzina non gli sia già caduta tra le braccia.

E’ bellissimo così.

 

E questa da dove salta fuori???

 

Evidentemente anch’io ho sbattuto la testa!!

Facciamo un passo indietro...

“Perchè correvi verso di me?” mi viene spontaneo chiedere.

E poi parlare mi aiuta a non sentire il dolore pulsante alla gamba.

Sì va bene... lo ammetto... sto mentendo.

La verità è che...

Bhe non lo so nemmeno io però DEVO sapere PERCHE’ veniva verso di me.

 

“Ho visto quella trave cadere...” sussurra “...ho pensato che ti avrebbe schiacciato...” la sua voce si affievolisce e si spegne.

Ha di nuovo chiuso gli occhi.

“Non ti addormentare!” lo rimprovero preoccupato.

“Baka kitsune...” borbotta con gli occhi chiusi “...perchè tu poi dormire dove vuoi e io non posso?”

“Potresti avere una commozione cerebrale” gli faccio notare.

“Sto bene..” mormora piano “...ho solo sonno...”

Merda!

“Hanamichi non t’azzardare ad addormentarti!” gli dico gelido usando il mio miglior tono imperioso.

Se si addormenta e va in coma?

Non voglio nemmeno pensarci!!

E poi deve ancora spiegarmi perchè lui, che urlava ai quattro venti di odiarmi si è lanciato verso di me per proteggermi!

Mi volto e noto che mi fissa con gli occhi spalancati.

“Che cosa hai detto?” sussurra incredulo.

Lo guardo confuso.

 

Che ho detto?

 

“Ripetilo” mormora fissandomi con attenzione.

Non capisco che vuole ma se serve a tenerlo sveglio ben venga.

“Non addormentarti?” chiedo.

Lui scuote piano la testa e allora per una frazione di secondo lo noto.

Ha un brutto livido bluastro proprio sopra la tempia destra.

Merda lo sapevo!

Ha davvero battuto la testa!!

“Prima..” mi corregge lui riportandomi al presente.

Prima di cosa?

Prima di ordinargli di non addormentarsi?

Che ho detto di strano?

Proprio non me lo ricordo.

La mia espressione dev’essere eloquente, per una volta, perchè lui mi sorride.

 

E’ un bel sorriso.

 

Accidenti è la seconda volta che abbino la parola bello a Sakuragi!!

Decisamente qui quello che ha sbattuto la testa sono io.

 

“Hanamichi” mormora lui.

“Cosa?” chiedo stupito voltandomi nuovamente a guardarlo attraverso il piccolo spazio tra i detriti.

“Mi hai chiamato Hanamichi” mi fa notare lui.

 

Cavolo.

 

E’ vero!

Ero così preoccupato che nemmeno me ne sono accorto!

L’ho chiamato per nome.

Che cosa strana... mi è venuto naturale.

Bhe tutta questa situazione è strana.

“Mi è venuto naturale...” mormoro.

“hn...”

 

Di nuovo solo un mugolio.

 

“Non ti addormentare!!!” ringhio reso furioso dalla preoccupazione.

Perchè mi preoccupo tanto?

Cioè passi la normale preoccupazione che potrei provare nel sapere che un qualsiasi essere umano accanto a me sta male e rischia la vita però questa situazione è diversa.

Molto diversa.

La morsa che asserraglia il mio cuore è troppo dolorosa.

L’impulso di allungare un braccio attraverso questa fessura e toccarlo è troppo forte.

La paura mi rende irragionevole.

La mia voce solitamente ferma vibra di panico.

 

Ho la sicura consapevolezza che se al di là di questo muro ci fosse Kogure, Mitsui o qualunque altro membro della squadra non proverei la stessa cosa.

 

“Non sto dormendo...” sbotta seccato socchiudendo le palpebre.

“Hn...” borbotto un po’ più tranquillo.

Se riesco a tenerlo sveglio fino all’arrivo dei soccorsi siamo a posto.

Forza do’hao parla!

Parli sempre e adesso non fiati?

“Non mi hai ancora detto perchè correvi verso di me...” gli faccio notare.

Lo vedo mordicchiarsi le labbra a disagio.

Evidentemente sperava che me ne fossi dimenticato.

“Bhe ecco...” si passa la lingua sulle labbra e io mi scopro a seguire quel movimento ipnotizzato.

 

Ma che sto facendo!

 

Mi volto sconvolto avvertendo distintamente uno strano calore serpeggiarmi dentro.

E’ assurdo.

Non è assolutamente possibile.

Lui riprende a parlare e io cerco disperatamente di concentrarmi sulle sue parole.

Concentrati sulle sue parole Kaede!

Le parole... non le labbra che le proferiscono.

 

Quelle labbra morbide.

Quella lingua umida che vi è scivolata sopra languida.

 

Le parole!!!!

Le parole per kami!!!

 

“Kitsune mi stai ascoltando?”

 

Chissà che sapore ha la sua bocca....

 

“Hei volpaccia???”

 

Chissà se è calda come sembra la sua pelle dorata....

 

“Rukawa??????”

 

Chissà se....

 

“Hey!!!” tuona Sakuragi riscuotendomi di colpo dalle mie fantasie.

 

Ha il respiro pesante.

Probabilmente per lo sforzo che ha fatto per urlare.

La testa gli deve fare un male cane.

 

Ansima, le labbra socchiuse, cercando di riprendere fiato.

 

Oddio.

Proibite fantasie!

Stò davvero immaginando... io e il do’hao che... oddio.....

Mi sento male...

Anzi il problema è che non mi sono mai sentito così bene....

Ho caldo....

Ma guarda....

Non sento più la gamba sinistra pulsare di dolore in compenso sento benissimo qualcos’altro che pulsa TRA le mie gambe!!

 

Kami!!!

 

“Scu... scusa!” balbetto.

Per fortuna che lui da lì non può vedere in che stato mi sono ridotto!

Hanamichi mi fissa con un sopracciglio sollevato.

“Scusa?” ripete incredulo “Non è che hai sbattuto anche tu la testa?” mi chiede divertito.

Per un momento noto nuovamente quelle scintille nei suoi occhi.

Quelle stesse pagliuzze dorate che gli accendono lo sguardo prima di una nostra sfida.

 

Bellissimi.

I suoi occhi sono bellissimi.

 

Sì, decisamente anch’io ho battuto la testa!!!

Poi però lui chiude le palpebre con un sospiro e io mi riscuoto di colpo.

 

Non è questo il momento di pensare certe cose!

 

Devo tenerlo sveglio.

Le mie parti basse mi suggeriscono modi molto piacevoli per tenere sveglio il do’hao ma implicano tutti pose che con una gamba rotta sarebbero difficili da attuare, per non parlare del fatto che c’è un muro di calcinacci a dividerci.

“Io... non lo so perchè mi sono lanciato verso di te..” mormora con gli occhi chiusi.

“Volevo solo... non volevo che... bhe insomma...” è arrossito di nuovo.

 

Ho già detto che è bellissimo?

 

Ok mi arrendo.

 

Tanto comunque non potrei fare nulla per impedirmi di pensarlo quindi tanto vale...

 

“...non sopportavo l’idea che ti succedesse qualcosa” mormora così piano che devo tendermi sulle macerie per sentirlo.

Io e lui dovremmo fare un discorso serio una volta usciti da questo casino.

Cerco di sistemarmi meglio ma la gamba rotta protesta vivamente strappandomi un lamento di dolore.

Hanamichi apre gli occhi e mi fissa preoccupato “Che hai?” chiede.

“Hn...” tocca a me rispondere a mugolii ora.

Non appena ho provato a muovermi ho sentito le stelle.

“Ho una gamba rotta” borbottò.

“Ah...” mormora chiudendo gli occhi di nuovo.

Emette un sospiro appoggiandosi a qualcosa che non vedo.

“Non ti addormentare!” lo aggredisco subito.

“Sei noioso...” mormora lui con voce flebile.

“Devi stare sveglio!!!” lo rimprovero.

Nessuna risposta.

“Sakuragi?”

Niente.

Merda!!

“Hana maledizione!!” tuono preoccupato.

“Smettila di gridare kitsune ho mal di testa” geme.

Meno male non si è addormentato!

Tiro un sospiro di sollievo e torno a fissarlo.

Tiene gli occhi chiusi e il suo respiro è lento.

Se continua così finirà per perdere i sensi.

Che si fa in questi casi?

“Do’hao parli sempre un sacco non hai niente da dire adesso?”

Di nuovo quest’inquietante silenzio.

“Hanamichi?” provo di nuovo.

“Hn...” un mugolio.

Bhe sembra che al suo nome proprio reagisca ancora.

Bene vorrà dire che per il momento lo chiamerò così.

E poi il suo nome mi piace.

Ha un buon sapore sulle mie labbra.

Chissà se la sua bocca ha lo stesso gusto dolce.

Ah! Eccole che ritornano!

Le fantasie proibite!!

No, no, no! Non è questo il momento!!

“Parlami di qualcosa... di qualsiasi cosa!” cerco di incentivarlo.

“Tipo?” sussurra lui, che sta, evidentemente, almeno facendo uno sforzo per non addormentarsi.

“Che ne so!” sbottò io arrabbiato.

Io non parlo mai e l’unico argomento su cui so qualcosa è il basket!

Non sono certo un genio della conversazione io!

Lui emette una bassa risata che tuttavia si spegne troppo presto per i miei gusti.

Facendo attenzione alla gamba rotta mi sporgo un po’ per sbirciarlo.

E’ pallido.

Devo trovare qualcosa di cui farlo parlare e in fretta.

Haruko?

Quando si tratta di decantare le sue lodi non perde certo tempo ma il solo pensiero mi fa accapponare la pelle!

“Parlami della tua famiglia” dico proponendo la prima cosa che mi viene in mente.

Un sorriso amaro gli piega le labbra.

“Kitsune tu hai la sensibilità di un elefante lo sai?” sussurra.

Perchè che ho detto di sbagliato?

“Io sono orfano” sussurra.

E’ una lacrima quella che gli è scintillata lungo la guancia per un momento?

“Mi... mi dispiace...”

Kami ma si può essere più cretini!

Di tutti gli argomenti proprio questo?

Non lo sapevo!

Lui è sempre così solare non immaginavo avesse una situazione del genere alle spalle!

Vorrei chiedergli da quando è orfano cosa è successo, come vive ora però...

Quella lacrima fugace mi ha spezzato il cuore.

“Non lo sapevi..” sussurra scusandomi.

Non ho più il coraggio di aprire bocca.

Però devo tenerlo sveglio.

E va bene... faccio violenza su di me e sussurro “Allora parlami di lei”

“Lei?” mi chiede perplesso.

“Harukina cara” mastico con astio quelle due parole.

“Oh la Akagi” sussurra.

La Akagi?

Da quando?

“E’ innamorata di te...” mormora.

Bhe questo lo so anch’io.

“... la posso capire...” la sua voce si spegne di nuovo ma io non me ne accorgo nemmeno.

Lui ha detto?

Ha detto....?

 

“Hey siete lì?”

 

Drizzo le orecchie e mi metto seduto di scatto lanciando una viva imprecazione quando la gamba rotta protesta violentemente.

Quella che ho sentito è la voce di Mitsui!

“Sì siamo qui!” grido per farmi sentire.

“Tenete duro i soccorsi stanno arrivando!” mi grida da un punto imprecisato davanti a me.

Tiro un sospiro di sollievo e mi volto verso il rossino.

“Sembra che ce la caveremo anche questa volta” sbotto.

Non si volta, non da segno di avermi sentito.

“Hanamichi?”

Niente.

“Hana?”

Non risponde.

“HANA!!!”

In lontananza sento le sirene delle ambulanze.

Per l’amor di Dio sbrigatevi, si è addormentato.

 

 

Pow Hanamichi

 

Mugolo piano aprendo gli occhi.

Devo essere in ospedale.

Sposto il capo sul cuscino e noto una macchia scura poco più in la sul mio lenzuolo.

Rukawa dorme con il capo appoggiato sulle braccia.

Sorrido e allungo una mano passandogliela tra i capelli corvini.

Meglio approfittare!

Chissà quando mi ricapita un’occasione del genere!!

Si muove nel sonno e io tolgo in fretta la mano.

Apre gli occhi e mi fissa confuso.

Ha tutti i capelli arruffati.

E’ adorabile.

“Do’hao?” mormora fissandomi.

Ahi, siamo tornati al do’hao?

Mi chiamava Hanamichi quand’eravamo sotto le macerie.

Lo sapevo che aveva battuto la testa.... era troppo preoccupato, troppo gentile per essere in se.

Sospiro mestamente.

Quanto gli ho detto di quello che provo per lui?

Non ricordo molto dei nostri dialoghi.

La testa mi faceva un male pazzesco.

Volevo solo dormire ma ogni volta che chiudevo gli occhi la sua voce mi richiamava indietro e non riuscivo a lasciarmi trascinare dall’oblio.

Nonostante desiderassi solo un po’ di pace per riposare ogni volta che sentivo il mio nome sulle sue labbra non resistevo alla tentazione di ritornare da lui.

Bhe magari l’amore per questa volpe dispotica non mi sarà mai ricambiato però mi ha salvato la vita.

“Sei sveglio” mormora mettendosi meglio seduto.

Noto ora il gesso alla gamba sinistra.

Allora se l’era davvero rotta.

Ha anche delle fasciature al braccio destro e una bella macchia violacea sul sinistro.

Annuisco con troppa forza e sento di nuovo una fitta di dolore.

Porto le dita alla tempia e avverto contro i polpastrelli il tessuto della garza.

“Non toccarti” mi rimprovera lui afferrandomi per il polso e allontanandomi la mano dalla testa.

Che bella sensazione sentire le sue dita sulla mia pelle!

Kami dimmi che il calore che sento sulle guance all’esterno non si vede!!

“Qu..quanto ho dormito?” chiedo per distrarre la sua attenzione che era scivolata sul mio viso.

Lo sapevo sono arrossito come un cretino!

“Ti hanno tenuto in coma indotto per due giorni” mi risponde lui, stupendomi.

“Poi ieri sera ti hanno risvegliato” continua mentre io cerco di ricordarmi qualcosa.

Sì ecco ieri sera... hmmm... sì forse ora ricordo... c’era della gente vestita di bianco che mi chiamava ma poi mi sono addormentato di nuovo.

“Ti hanno dato un sedativo per farti riposare” mi spiega e io annuisco, questa volta con molta più cautela.

“Come ti senti?” chiede.

Accidenti ha parlato tantissimo!

E.... sbaglio o si sta preoccupando per me?

Sarebbe troppo bello per essere vero!

“Me... meglio” mormoro.

Accidenti tutto d’un tratto mi sento terribilmente in imbarazzo.

Rukawa si alza e si sporge verso di me.

Kami, kami, kami, kami!!!

“Non farmi più preoccupare così” sussurra ad un soffio dal mio viso.

Il mio sguardo corre inesorabilmente alle sue labbra e lui lo nota.

Con lentezza esasperante annulla la distanza che ci separa posando le labbra sulle mie.

E’ appena uno sfiorarsi leggero prima che lui si separi nuovamente e si fermi a fissarmi.

“Dolce” sussurra.

Non posso fare a meno di guardarlo ammaliato.

Allungo le braccia con un po’ di difficoltà, data la flebo, e gli cingo il collo.

Lui si china nuovamente e questa volta socchiudo le labbra quando avverto la sua lingua che dolcemente mi chiede l’accesso.

 

Il Paradiso....

 

E’ una mia impressione o ci sono degli angioletti che svolazzano per la stanza suonando la trombetta?

Sarà un effetto della botta...

 

“Ka...kaede?” sussurro incerto quando si stacca da me e lui mi sorride dolcemente.

 

Il Paradiso....

 

Rieccoli!

Gli angioletti!!

Li ho visti!!!

Devo farmi fare un’encefalogramma...

 

“Adesso pensa a rimetterti dopo di che io e te faremo un lungo discorso” mi sussurra.

“Un lungo discorso?” mormoro guardandolo stupito prima che il mio viso si tenda nella solito ghigno del tensai.

“Tu un lungo discorso kitsune?” non posso fare a meno di prenderlo in giro.

“Do’hao!” sbotta scuotendo il capo rassegnato.

Hey potrei anche offendermi!!!

Allunga una mano e me la passa con attenzione tra i capelli “Il mio heartquake....” sussurra.

Ah ah!

Ha sbagliato!!

La volpe perfezionista sta volta ha usato la parola sbagliata!

E sia mai che IO non glielo faccio notare!!

Scuoto piano il capo sollevando un dito con aria saccente.

“Volpe ignorante si dice: earthquake!” scandisco bene.

Sorride.

Un sorriso incredibile.

Malizioso.

Gli accende delle luci viola in quelle sue iridi già di per se incredibili.

“Oh no..” mormora “...intendevo proprio heartquake!” specifica chinando di nuovo il viso sul mio.

 

 

fine...                                         

 

 

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