Fiocchi di Neve                                Back to FanFic  Back to Home

 

Note: Temporalmente la fic si colloca alcuni mesi dopo che Kaede e Sendoh hanno portato a casa loro Hanamichi. E' la vigilia di Natale.

 

Pow Hanamichi

Fuori la neve fiocca leggera ricoprendo le strade, gli alberi, il prato di questa casa accogliente, con il suo innocente, candido manto.

Il vento è gelido ma nonostante questo sono molte le persone che vedo passeggiare sui marciapiedi.

I bambini immersi in enormi giubbotti e avvolti in colorate sciarpe ridono correndo attorno alle gambe dei genitori che passeggiano con loro, pregustando la festa che li attende questa sera e i regali che potranno finalmente scartare.

La legna accesa nel caminetto emette uno schiocco leggero che sparge scintille carminio nella stanza illuminata soltanto dall’ondeggiante luce delle fiamme e dallo scintillio degli addobbi natalizi.

Mi allontano dalla finestra per spostarmi sotto il grande albero di natale che abbiamo addobbato assieme pochi giorni fa. Era una cosa che non facevo da tanto... tantissimo tempo.

Per me il Natale è diventato solo un giorno molto più doloroso degli altri dopo la perdita di mio padre.

I pochi parenti che di solito ci facevano visita mi piantavano gli occhi in faccia con le loro mute accuse come avevano fatto il giorno del funerale. Allora il dolore era tanto da congelarsi nello stomaco in una presa così fredda da impedirmi persino di piangere. Mi additavano come colpevole fissandomi con quei loro piccoli occhi viscidi.

Mi fissavano bramando lacrime e disperazione per cibarsi del mio dolore per sfamare così il loro.

Ma io non piansi.

Mi limitavo a fissare la bara e a tremare.

Avevo solo freddo tanto freddo.

E credevo che ne avrei avuto per tutta la vita ma Akira e Kaede mi hanno restituito il calore e la luce che avevo perduto.

Osservo le mille lampadine colorate che ad intermittenza brillano tra gli aghi verde smeraldo illuminando i piccoli angeli candidi appesi alle sue fronde.

I miei due angeli sono usciti.

Akira è andato dai suoi genitori mentre Kaede doveva fare delle commissioni di cui non ci ha voluto dare spiegazione. Mi sa che il volpino è in ritardo con i nostri regali di Natale.

Sorrido a quest’idea mentre mi avvicino al fuoco per osservarne il gioco.

Non volevano lasciarmi a casa da solo la sera della vigilia ma  non ha importanza ho detto loro che potevano andare tranquilli che li avrei aspettati qui. Tanto torneranno entrambi per le otto e quindi potremmo cenare insieme  e poi...

Mi siedo sul divano osservando il grande tappeto davanti al fuoco dove spesso ci siamo seduti per mangiare.

La casa di Kaede è arredata in modo strano ma è accogliente.

Non pensavo che un ragazzo freddo e scostante come lui avesse una casa così.

Ma infondo questo edificio così pallido e sterile fuori e così caldo e accogliente dentro assomiglia molto al suo padrone. Anche se devo dire di preferirla quando loro due sono con me e posso ridere con Akira delle cose più semplici mentre il volpino ci fissa in silenzio con un sorriso dolce.

E’ incredibile quanta gioia hanno saputo darmi quando credevo che non mi sarebbe rimasto niente.

Sospiro chiudendo gli occhi mentre ascolto il suono del fuoco e il ticchettio dell’orologio cullare i miei pensieri.

Siamo felici insieme è vero, però... in tutto questo c’è ancora una nota stonata.

Qualcosa che non va, ed è per l’ennesima volta colpa mia.

Da quando sono qui dormiamo tutti e tre insieme.

Ho cercato di dir loro che non erano obbligati a tenermi con loro ma Akira ha insistito così tanto e il volpino mi è sembrato così preoccupato che alla fine ho accettato.

Però io... non ho fatto l’amore con loro e da quando sono qui...

Quant’è passato ormai?

Sono tre mesi.

Tre lunghissimi splendidi mesi che sono rinato.

Tre mesi durante i quali mi hanno dimostrato il loro amore con tanti piccoli gesti, con i baci, le carezze ma anche le attenzioni e le parole.

Persino la volpe non ha lesinato la voce pur di rassicurarmi sui suoi sentimenti ed ormai ho imparato a conoscerli e a fidarmi di loro.

C’è solo questo blocco che ancora non riesco a rimuovere.

Non so di cosa ho paura...

Del dolore fisico? Non credo che sia così terribile e poi io ho una buona sopportazione al dolore da quando ho cominciato a fare a botte, ossia praticamente da sempre.

Sospiro.  

Allora di cosa?

Di cosa ho tanta paura?

Di essere ferito di nuovo?

Di essere abbandonato, di non essere all’altezza, di.... fallire.

Fallire anche con loro come ho fallito in tutto il resto.

Di deluderli.

Di ricadere in quel baratro scuro da cui non potrei risalire.

Conosco bene quelle pareti nere e scivolose che non offrono appigli ma solo disperazione e una lenta inesorabile morte per annegamento in quel vuoto liquido di lacrime.

Scuoto la testa con forza.

Basta!

Oggi è la vigilia di Natale e questa sera... questa sera io farò l’amore con loro.

Perchè finora hanno aspettato in silenzio rispettando la mia volontà.

Perchè per tre mesi si sono concessi soltanto baci e carezze e hanno insistito perchè io dormissi con loro anche se così facendo non potevano fare l’amore.

Io li amo.

Li amo entrambi così tanto e sono stanco di avere paura.

Akira mi dice sempre che l’amore è fiducia e io mi fiderò di loro e con il rinnovato coraggio di cui mi hanno fatto dono, mi fiderò anche di me stesso e mi donerò a loro.

Sorrido a questo pensiero non potendo fare a meno di arrossire.

Come glielo dico?

Mi metto un fiocco rosso in testa?

Il campanello suona riscuotendomi dai miei pensieri e con un caldo sorriso di benvenuto corro alla porta.

E’ sicuramente Akira di ritorno.

Quel ragazzo è più sbadato di me continua a dimenticare le chiavi di casa.

Spalanco l’uscio con un “Bentornato” che però mi muore sulle labbra quando mi accorgo di chi ho davanti.

“Mamma...” mormoro piano mentre quella donna che ricordo con tanto affetto nei primi anni della mia vita e che da due anni a questa parte è diventato il mio incubo varca la soglia.

“Allora è qui che vivi adesso con quegli altri due pervertiti?” mi chiede guardandosi attorno nella casa prima di entrare senza essere invitata.

Ha una luce cattiva negli occhi ed è chiaro che ha pianto.

La nostra separazione non è certo stata delle più felici, già mi incolpava della morte di mio padre ma quando ha saputo che sono gay... santo cielo. Ammetto che non ho avuto il coraggio di affrontarla.. gliel’ho detto per telefono.

“Però è una bella casa hai dato via il culo a uno coi soldi eh? Forse non sei così stupido come credevo” dice sorridendo crudele. Divento pallido come un cencio mentre quella piccola donna divenuta improvvisamente un’estranea ai miei occhi mi fissa con odio.

Forse ha ragione Kaede.

Forse lei è davvero morta il giorno che morì mio padre e ora in non le è rimasto che il dolore e la rabbia impotente che riesce a sfogare solo su di me.

“Mi hanno detto che non frequenti uno ma ben due pervertiti!” mi dice puntandomi in viso due occhi di fuoco.

Tremo sotto il suo sguardo carico d’accuse, ma non le permetterò di offendere Kaede e Akira.

“Loro non sono dei pervertiti sono dei...” non mi lascia nemmeno finire la frase. “Sono dei deviati come te! Mi fate schifo! Mi fai veramente ribrezzo lo sai” Faccio un passo indietro sotto quelle parole crudeli mentre stringo le labbra cercando disperatamente qualcosa da dire. “Vorrei che tu non fossi mai nato, così adesso tuo padre sarebbe ancora vivo e io non dovrei vivere nella vergogna di un figlio come te. Almeno questo hai avuto la decenza di risparmiarlo a lui” Esclama furibonda. Mi volta le spalle e se ne va sbattendo la porta dietro di se, lasciandomi così.

Non riesco a dire niente.

A fare niente.

Resto immobile con gli occhi spalancati e il cuore vuoto a fissare quest’uscio chiuso per quanto?

Secondi?

Minuti?

Ore?

Non lo so... non mi interessa.

Mi sento male.

Avverto di nuovo quella morsa gelida che mi serra il petto, quella mano nello stomaco che stringe con forza i miei organi interni cose se volesse stritolarli. D’un tratto qui dentro fa troppo caldo... mi sento soffocare... senza pensare a nulla apro la porta e comincio a correre tra i fiocchi candidi, tra le persone che mi fissano stupito.

 

Pow Akira

“Hana-kun sono a casa!!!” grido spalancando la porta prima di cominciare a spolverarmi la giacca imbottita dai fiocchi di neve. La poso nell’ingresso accanto a quella del rossino notando che Kaede non era ancora tornato. Mi dirigo in salotto alla ricerca del mio Hana-kun trovandolo però vuoto.

“Hana?” chiamo infilando la testa in cucina.

Vuota.

Non è da lui non rispondere quando lo chiamo.

Provo in camera da letto e nello studio ma niente.

“Che sia uscito?” mi chiedo a voce alta leggermente preoccupato.

 Ritorno in ingresso per constatare che le scarpe e la sua giacca si trovavano però al loro posto.

Sento qualcosa di viscido e fastidioso all’altezza dello stomaco.

Una sensazione di inquietudine che non provavo da tanto tempo mentre nella mia testa martella uno strano ritornello: c’è qualcosa che non va, che non va, che non va....

Non può essere uscito senza la giacca si gela fuori!

Però in casa non è...

Se è uno scherzo non è affatto simpatico....

La porta d’ingresso si apre e si richiude con un tonfo e io mi precipito in ingresso borbottando gli insulti con cui lo rimprovererò per avermi fatto preoccupare per niente.

“Hana accidenti a te mi hai fatto preoccu...” m’interrompo quando un paio di occhi blu si posarono su di me sorpresi.

Kaede infagottato nel lungo cappotto nero una candida sciarpa bianca attorno al collo mi fissa dalla porta senza capire. Per un attimo dimentico le mie preoccupazioni mentre osservo i fiocchi candidi sciogliersi tra i suoi capelli corvini, le guance arrossate dal freddo. “Fuori si gela.” commenta con un brivido passandomi una delle borse della spesa che tiene tra le mani. Quelle tre parole bastano per riscuotermi improvvisamente dai miei pensieri. Prendo la busta e la appoggio a terra senza degnarla di uno sguardo.

Kaede mi fissa contrariato ma non gli do modo di parlare.

 

Pow Kaede

Che diavolo sta facendo Akira io gli do la borsa della spesa e lui invece di aiutarmi....

“Hana è scomparso”

...la mette a terra e....

“COSA?” tuono impallidendo violentemente.

Akira si tortura nervosamente le mani.

“In casa non c’è ma la sua giacca e le sue scarpe sono qui” dice indicandomele.

Non può essere uscito con questo freddo senza giacca e senza scarpe.

Calma cerchiamo di stare calmi.

Santo cielo non ci riesco!!!

“Sei sicuro che non sia in casa?” gli chiedo preoccupato.

Akira annuisce e posso scorgere l’ansia nei suoi occhi. Sono sicuro che i miei hanno la medesima espressione. Se è uscito senza giacca con il freddo che c’è fuori come minimo si becca una broncopolmonite. E poi perchè avrebbe dovuto fare una cosa così stupida. Dopo un attimo di indecisione decidiamo di chiamare Yohei per sapere se è da lui. Il ragazzo risponde al secondo squillo ma ci informa che lui e il resto dell’armata sono in un locale fuori città e non hanno visto Hanamichi dall’ultimo giorno di scuola.

Lo ringrazio rassicurandolo che va tutto bene anche se comincio ad avere la fastidiosa sensazione che invece non sia affatto così.

Dove diavolo sei Hana?

 

Pow di Hanamichi

Continuo a correre a lungo senza curarmi del vento freddo che mi scuote la pelle o dei fiocchi di neve che si sciolgono sul mio maglione di lana bagnandomi il petto.

Ho freddo.

Ma non è il vento o la neve a causare questo gelo, ce l’ho dentro che mi consuma come un cancro.

Sto scappando lo so.

Sono un vigliacco, lo so.

In questo modo non risolverò i miei problemi, lo so....

Ma devo...

Devo sfogare in qualche modo la rabbia... il dolore.... che mi bruciano l’anima.

Quel baratro nero che credevo di essermi lasciato alle spalle e che invece è sempre in agguato si è di nuovo spalancato sotto di me e il risucchio è così forte e violento che non riesco.... non riesco a fuggire.

Corro, corro più forte cercando una via di salvezza, cercando un appiglio che non trovo.

Attraverso il parco sprofondando nella neve fredda, gelida che mi punge la pelle con i suoi aghi di ghiaccio.

Corro finchè i polmoni non mi bruciano in petto e le gambe mi sorreggono, finchè non inciampo su una radice che non avevo visto sotto il manto bianco e immacolato ora devastato dalle mie impronte pesanti.

Mi accasciò tra la neve candida, il mio corpo stanco è l’unica macchia di colore in tutto questo splendore.

La neve continua a scendere silenziosa dall’alto e io mi stendo meglio tra queste coperte gelide osservando i piccoli fiocchi scendere piano dal cielo scuro come tanti delicati angeli. Coprono le mie impronte piano, con pazienza cancellandole, come si correggerebbe una sbavatura su un foglio immacolato.

E si poggiano lentamente anche sul mio viso accaldato, sul mio maglione scuro, sulle mie gambe.

Piccoli angeli che scendete dal cielo e che cancellate con le vostre ali candide gli orrori di questo mondo, voi che rendete questa grigia città un manto pallido che riflette il cielo: cancellatemi.

 

Pow di Kaede

“Cerchiamo di mantenere la calma” esclama Sendoh passeggiando tutt’altro che calmo avanti e indietro.

Io lo seguo con lo sguardo le mani strette in grembo.

Abbiamo provato a telefonare a tutti i ragazzi della squadra, abbiamo chiamato i locali e il cinema che frequentiamo di solito, la testa rossa non passa certo inosservata ma nessuno l’ha visto.

“Sua madre!” esclama Akira folgorato da quell’idea battendosi un pugno sulla mano aperta.

“Non andrebbe mai da sua madre” gli faccio notare io con voce impassibile anche se vi vibra una nota tesa.

“Lo so ma magari,...oggi è la vigilia Kaede magari aveva voglia di sentirla...” mi spiega il mio compagno mentre compone forsennatamente il numero di telefono.

Scuoto il capo ma attendo impaziente.

Dopo un paio di squilli sento quella voce che, personalmente odio, rispondere.

Akira ha lasciato inserito il viva voce per permettermi di sentire tutte le conversazioni, finora infruttuose.

“Buonasera Signora” saluta Sendoh con cortesia ma con una nota dura nella voce che non gli avevo mai sentito prima. “Sono un amico di Hanamichi...” non riesce a completare la frase che la donna lo interrompe “Sei uno dei pervertiti che vive con lui vero?” chiede con cattiveria.

Sendoh stringe i pugni e anch’io lo faccio ma si trattiene dall’urlarle in faccia tutto il suo odio.

Ora sapere se Hana è li è più importante.

Ca**o si sta facendo tardi e quel do’hao ancora non è tornato!!

“Io volevo sapere se Hanamichi è li da lei” chiese Sendoh cercando di restare calmo.

Un piccolo silenzio stupito dall’altra parte della cornetta prima che la donna scoppiasse a ridere.

“E’ scappato eh? Allora quello che gli ho detto oggi pomeriggio a qualcosa gli è servito.”

Dice soddisfatta mentre io e Akira diventiamo pallidi come due stracci.

Che cosa ha detto ad Hanamichi?

“Che...che cosa gli ha detto...” chiede Sendoh balbettando, è incredibile come ormai siamo talmente in sintonia che da voce alle mie parole prima ancora che io le pensi.

La donna ride di nuovo “Solo la verità!! Che è un fallito, una vergogna per me e per la memoria di suo padre che almeno ha avuto la fortuna di morire prima di subire l’onta di vedere che cosa è diventato e che il mondo sarebbe certo un posto migliore senza gente come voi!!!” esclama furiosa.

Oddio mi sento male... e non per quello che ha detto quella donna ma per il pensiero dello stato in cui si trova Hana ora. E se...

Non voglio nemmeno pensarci ma non posso fare a meno di ricordare quei solchi profondi sui suoi polsi....

Vedo la stessa paura negli occhi sbarrati di Sendoh mentre sbatte la cornetta del telefono e si fionda con me all’ingresso. Indossiamo in fretta cappotto e scarpe.

Io prendo la giacca di Hana mentre lui apre la porta.

Ci precipitiamo fuori tra la neve alta che continua a cadere impietosa mulinando attorno a noi.

“Dove può essere andato?” mormora Sendoh pallido guardandosi attorno spaventato quanto me all’idea che Hana abbia fatto qualche stupidaggine.

Infondo ha già tentato una volta di togliersi la vita.

Giuro che se gli è successo qualcosa trovo quella donna e la strangolo con le mie mani!

 

Pow di Hanamichi

Il mio respiro è diventato più lento, ora non ho più freddo anzi ho caldo, forse ho la febbre.

Alzo una mano per togliermi della neve dagli occhi e questo piccolo gesto causa un  delicato “frop”

Alzo il capo stupito prima che un sorriso mi incurvi le labbra.

Il mio corpo è ormai quasi interamente ricoperto di neve.

Sorrido al cielo da cui questi piccoli angeli bianchi continuano a scendere.

Ormai il mio corpo è diventato un tutt’uno con il resto del paesaggio.

Adesso anch’io sono bianco.

Candido, pulito.

Ecco mamma hai visto?

Il cielo ha corretto l’errore, su questo bel foglio candido non c’è più la macchia di tuo figlio.

Chiudo gli cocchi lentamente lasciandomi cullare dal calore bruciante delle mie membra e dal canto del vento che mi sussurra parole di conforto all’orecchio.

Che bello.

Sembra quasi la voce di Kaede.

E questo calore, sembra tanto l’abbraccio di Akira.

Mi sembra di stare di nuovo con loro.... ed è così bello.

Il vento mi sussurra parole d’amore e la terra mi abbraccia.

I piccoli fiocchi di neve sembrano tanti soffici baci sul mio volto, sui miei occhi chiusi.

Dietro le palpebre rilassate posso vedere i loro volti ma stranamente non sembrano felici.

Perchè non mi sorridono?

Siete anche voi arrabbiati con me ora?

Eppure il vento è così dolce sulla mia pelle e la neve mi avvolge con tanta tenerezza.

Cerco di nuovo i loro volti nei miei ricordi e di nuovo incontro sguardi preoccupati e tristi.

Perchè?

Perchè sono così tristi i loro occhi?

C’è qualcosa che non va... qualcosa di sbagliato...

 

Pow di Akira

Abbiamo camminato in lungo e in largo senza trovare niente.

Neanche una traccia.

Ormai le strade sono deserte e io e Kaede non facciamo che stringerci nelle giacche per cercare di ripararci dal freddo. Si sta facendo buio.

E ancora non abbiamo la più pallida idea di dove sia.

Ci fermiamo smarriti accanto ad un piccolo parco il fiato ci esce a nuvolette dalle labbra socchiuse.

Kaede si strofina le mani coperte dai guanti mentre sposta la giacca di Hanamichi da un braccio all’altro.

Non posso fare a meno di pensare che lui è qui fuori da qualche parte con addosso nient’altro che un maglioncino e un paio di jeans.

A quest’ora...

A quest’ora potrebbe....

No mi rifiuto anche solo di considerare l’idea!!

Kaede si stringe al mio braccio e posso scorgere una luce disperata nei suoi occhi blu.

La stessa luce che sono sicuro brilla nei miei.

Dove sei Hana?

Dove???

Mi guardo attorno come si mi aspettassi di veder comparire un segnale luminoso che mi indichi la direzione da seguire ma il mio sguardo non incontra che neve.

Kami ti prego aiutami.

Dimmi dov’è lui ha bisogno di noi adesso...

Dov’è attorno a noi non c’è che neve...

Neve sulle panchine.

Neve sugli alberi.

Neve sui parati.

Neve su....

“Hana!!!” grido cominciando a correre come un pazzo in direzione di quello che sembra un’altro comunissimo mucchio di ghiaccio se non fosse per le ciocche carminio che macchiano tutto quel candore.

Avverto i passi veloci di Kaede dietro di me mentre entrambi ci inginocchiamo a terra accanto al corpo del ragazzo.

E’ disteso con il volto rivolto al cielo e le mani stese lungo i fianchi.

La sua pelle solitamente di un caldo color dorato è pallidissima, le sue labbra sono quasi viola.

Mio dio no...no ti prego....

“Hana!!” lo chiamo scuotendogli di dosso quanta più neve posso.

Kaede gli stende la giacca sul petto prima di prendere tra le sue una delle mani del rossino strofinandola con forza.

Anche lui lo chiama piano con voce rotta dall’emozione e dalla paura.

Non morirre, non morire, non morire...

Lo mormoro mentalmente mentre mi tolgo i guanti per accarezzargli il volto.

“Hana tesoro apri gli occhi” sussurro piano con il cuore in gola.

Non si muove.

Non emette suono.

E’ troppo tardi?

No!! Non l’accetto.

Non posso accettarlo.

“Dai piccolo forza” sento Kaede mormorare mentre toglie anche la sua giacca per coprire le gambe del rossino.

Per alcuni istanti ancora non succede nulla ma poi lentamente lo vedo aprire gli occhi.

Due laghi dorati carichi di confusione e dolore che mi straziano l’anima.

Lo sapevo, lo sapevo che non avremmo dovuto lasciarlo da solo oggi e ora, ora ha di nuovo quello sguardo.

Mi chino a sfiorargli le labbra con le mie dolcemente.

“Amore...” lo chiamo piano.

Lui mi fissa confuso prima di spostare lo sguardo su Kaede che ha quasi le lacrime agli occhi.

Bhe è più bravo di me perchè quando Hanamichi mormora con un filo di voce un “scusatemi” stanco io comincio davvero a piangere.

Mi getto su di lui abbracciandolo prima di aiutarlo ad alzarsi senza curarmi delle lacrime che mi scivolano sul volto. Kaede gli fa indossare la giacca a vento prima di prenderlo sotto braccio per aiutarlo a camminare.

Non sembra in grado di reggersi sulle proprie gambe.

 

Pow Kaede

Arriviamo a casa rallentati dal peso di Hanamichi e dalla neve alta.

Non appena entriamo Akira mi aiuta a farlo sedere sul divano mentre corre di sopra a riempire la vasca di acqua calda. Gli tolgo i vestiti fradici mentre lui cerca quasi inconsciamente di aiutarmi.

Trema come una foglia.

Akira torna poco dopo con un accappatoio e delle coperte con cui lo avvolge con cura.

Deve aver alzato il riscaldamento perchè d’un tratto avverto che fa molto più caldo.

Lo aiutiamo ad andare di sopra dove lo liberiamo delle coperte per immergerlo nell’acqua calda.

Akira gli posa una mano sulla fronte preoccupato.

“Ha la febbre” mormora piano mentre accarezza il volto del do’hao che ora ha gli cocchi chiusi un leggero sorriso sulle labbra.

“Chiamo mio padre, tu intanto occupati di lui” mormoro scendendo i gradini a due a due.

Mio padre risponde al cellulare al secondo squillo.

“Kaede tesoro che cosa c’è?” mi chiede preoccupato dal mio tono agitato.

E’ raro sentire Kaede Rukawa agitato.

Gli spiego in fretta la situazione e lui rimane in silenzio per un po’.

“Avete fatto la cosa giusta. L’importante ora è fargli ritrovare la giusta temperatura corporea. Mettetelo a letto e fategli bere qualcosa di caldo. Che non si alzi per nessuna ragione fino a domattina. Vedrai che presto gli passerà anche la febbre.”

Annuisco ringraziandolo e chiedendoli di salutarmi la mamma promettendo loro di andarli a trovare il giorno di Santo Stefano.

“E porta anche Akira ed Hanamichi” mi dice con un sorriso che posso avvertire dal tono della sua voce.

Arrossisco e lo saluto prima di riattaccare.

Perchè anche lui non può avere dei genitori come i miei?

Mi dirigo in cucina e preparo del the per tutti mettendolo su un vassoio prima di salire ai piani superiori.

Quando torno al piano di sopra trovo Akira chino sul letto che tiene tra le sue la mano del rossino avvolto con cura dalle coperte.

Hanamichi sposta il capo quando mi vede entrare.

Tiro un sospiro di sollievo nello scorgere una luce nuovamente viva nel suo sguardo.

“Vi ho preparato il the” mormoro posando le tazze sul comodino.

Akira mi sorride posandomi un bacio sulle labbra.

Mi chino su Hana e lo saluto allo stesso modo.

Beviamo il the in silenzio mentre sorrido tra me osservando il rossino sorseggiare la bevanda in silenzio.

Continua a tenere la tazza vuota tra le mani ancora per un po’ quando l’ha terminato.

Akira gliela toglie gentilmente dalle mani.

“Hanamichi abbiamo parlato con tua madre”

Annuisce, evidentemente se lo aspettava.

“Mi dispiace” mormora.

E’ così dolce.

Akira allunga una mano e gli accarezza il viso delicatamente.

“Non farlo mai più” lo rimprovera dolcemente Akira.

 Hanamichi abbassa il capo e io allungo una mano per accarezzaglielo.

“Va tutto bene ora siamo insieme” mormoro mentre con l’altra mano cerco quella di Akira.

Le nostre dita si intrecciano e lui mi sorride.

Rimaniamo così a lungo prima che Akira ci lasci andare entrambi e cominci a svestirsi.

Rimane in boxer prima di infilarsi sotto le coperte, faccio lo stesso abbracciando il rossino da dietro come feci tre mesi fa e Akira si sistema davanti a lui abbracciandoci entrambi.

“Ora risposa” mormora Akira posandogli un bacio casto sulla guancia mentre la sua mano si posa sul mio fianco. Vi poso sopra la mia mentre infilo l’altro braccio sotto il cuscino di Hanamichi per permettergli di posare meglio la testa. Lentamente rassicurati dal calore dei nostri corpi vicini scivoliamo in un sonno tranquillo.

 

Pow Hanamichi

Mi sveglio nel calore del loro abbraccio.

Sono ancora entrambi addormentati, richiudo gli occhi crogiolandomi in questo nido di calore che ancora una volta hanno creato per me.

Sono venuti a cercarmi.

Ancora una volta mi hanno strappato dal vuoto gelido che il mio cuore aveva spalancato per me.

Hanno scacciato la disperazione con la loro semplice presenza.

Mi hanno protetto con la loro forza.

Mi chiedo se sono degno di tanto affetto da parte loro, ma dopo tutto quello che hanno fatto per me sarebbe ingiusto dubitarne.

Ora so che cosa c’era di sbagliato nell’abbraccio freddo della neve o nel sussurro gelido del vento.

Li stavo lasciando quando tutto quello che volevo era tornare da loro.

Stare con loro.

Per loro.

Per me.

Perchè li amo.

Li amo così tanto...

Allungo il volto e bacio delicatamente Akira sulle labbra e poi voltandomi nell’abbraccio di Kaede e fare lo stesso con lui.

E’ la prima volta che sono io a cercarli e non viceversa ma infondo stanno dormendo.

La volpe però apre gli occhi assonnati fissandomi sorpreso.

“Buongiorno” mi sussurra piano allungando la bocca per posarmi un altro bacio sulle labbra.

A differenza di quanto faccio di solito mi avvicino a lui e socchiudo la bocca in un muto invito.

Kaede spinge delicatamente la sua lingua tra le mie labbra e io gemo piano ricambiando il bacio un po’ impacciato. Avverto Akira muoversi dietro di me e Kaede si stacca dalle mie labbra per alzarsi sui gomiti e baciare il ragazzo moro che non assomiglia nemmeno un po’ ad un porcospino ora che ha i capelli tutti spettinati. Fa tenerezza così, sembra più giovane. Si scambiano un bacio appassionato prima che Akira si stacchi dalle sue labbra e cerchi le mie. Lascio che anche lui esplori la mia bocca assaggiando il suo sapore mescolato a quello del volpino. Mi spinge la testa contro i cuscini mentre il bacio diventa più profondo e avverto le sue mani accarezzarmi il petto mentre quelle di Kaede scivolano verso il basso. Il volpino mi bacia le spalle per poi scendere lungo la colonna vertebrale. Fremo quando arriva all’elastico dei boxer. Anche una delle mani di Akira e scesa dolcemente verso il basso e con una perfetta sincronia i due fanno scivolare l’indumento lungo le mie gambe. Gemo piano una protesta e Sendoh lascia l’indumento mentre invece Kaede sparisce sotto le lenzuola per liberarmi da esso. Getta i boxer fuori dal letto facendoli cadere scompostamente su una poltrona. Posso sentire le sue mani accarezzarmi una caviglia ora e poi scivolare sinuose verso l’alto lungo le cosce. Tremo. Akira mi sorride dolcemente staccandosi dalla mia bocca. “Va tutto bene” mormora piano. “Rilassati.” Mi sussurra Rukawa ora di nuovo steso dietro di me mentre con delicatezza infila un ginocchio tra le mie gambe. Sospiro nascondendo il capo nel petto di Akira. Lui mi abbraccia mentre la sua mano si allunga per accarezzare i fianchi di Kaede premuti contro i miei. Il volpino comincia a muovere il ginocchio tra le mie gambe facendo ben attenzione a strofinare il mio sesso. Mi aggrappo a Sendoh sussultando mentre questi abbassa nuovamente il capo per baciarmi. Kaede mi accarezza i fianchi cominciando a spingerli con i propri lentamente. Sento Akira muoversi contro di me e appoggiare il suo ventre al mio. Rukawa mi toglie il ginocchio dalle gambe posandomi entrambe le mani sui fianchi e spingendomi contro il ventre di Akira. Posso sentire il suo sesso contro il mio e quello di Kaede tra le natiche. Il respiro mi diventa affannoso e i gemiti rochi quando la volpe prende ad accarezzarmi la gola con la lingua passando poi a torturarmi il lobo dell’orecchio con i denti. I miei gemiti tuttavia si sciolgono nella danza ipnotica della lingua del porcospino che non mi lascia un secondo di respiro. Le mani dell’asso del Ryonan sono posate sui fianchi di Kaede e posso sentire con chiarezza i gemiti che sfuggono al volpino per le carezze di cui è oggetto. Poi d’un tratto Akira si libera della mia bocca scendendo lungo la mandibola. Incontra la bocca di Kaede mentre questi comincia a far salire le mani dai mie fianchi al petto. Mi imprigiona le braccia contro il torace riprendendo a baciarmi da dove aveva interrotto prima che Sendoh reclamasse la sua bocca. Le sue braccia si stringono con forza al mio petto mentre con le dita mi stimola i capezzoli, gemo mentre la bocca di Akira scivola sugli addominali e poi più giù. Mi agito tra le braccia di Kaede. Ora capisco perchè mi ha abbracciato così stretto. “Shhh” mi sussurra all’orecchio il volpino. Ansimo forte quando con la punta della lingua Akira percorre il mio membro. Rukawa mi mormora rassicurazioni nell’orecchio ordinandomi di stare tranquillo che non vogliono farmi del male. Lo so però.... Kami!!! Grido inarcandomi quando Akira lo prende in bocca mentre con le  mani mi accarezza le gambe. Cerco di tirare indietro il bacino sconvolto da quel calore che mi stringe forte ma Kaede muove i fianchi dietro ai miei spingendomi verso la sua bocca. Ansimo con forza mentre i gemiti crescono di volume alla stessa velocità con cui aumenta il ritmo della sua bocca su di me. Mi inarco tra le braccia di Kaede liberandomi dentro di Sendoh incapace di trattenermi oltre. Lui lecca il mio sesso pulendomi di quanto sfuggito alla sua bocca famelica prima di ripercorrere la strada al contrario. Kaede mi libera le braccia per trarre a se Akira e baciarlo con passione assaggiando il mio sapore. Quando si staccano Akira gli sorride dolcemente. “Non è dolce il nostro Hana-kun” mormora facendomi arrossire. La volpe sorride, un sorriso sensuale come non gliel’ho mai visto. “Sì molto dolce” mormora con voce roca. Akira china il capo su di me e mi bacia con dolcezza facendomi assaggiare il mio stesso sapore. Mi accarezza il volto dolcemente cospargendolo di piccoli baci mentre mi accarezza il capo. Mi fa sollevare le braccia in modo che gli cinga il collo mentre Rukawa si fa più vicino. Avverto la sua mano scivolare lungo la mia schiena verso il basso. Mi accarezza i glutei prima di dividermeli. Mi tendo tra le braccia di Akira mentre lui mi mette entrambe le mani sui fianchi. “Rilassati amore, ti aiuto io” mi mormora dolcemente. Kaede scambia uno sguardo con il suo amante che annuisce piano. China di nuovo il capo per baciarmi e io chiudo gli occhi per accogliere quelle labbra e quella lingua sapiente. Comincia a muovere i fianchi contro i miei strusciando la sua erezione contro la mia mentre Kaede riprende ad accarezzarmi le natiche prima di far scivolare un dito tra esse. Gemo contro la bocca di Akira quando lo spinge dentro di me. Akira mi tiene per i fianchi aiutandomi ad assecondare il ritmo con cui si struscia contro di me mentre Kaede prende a mordicchiarmi una spalla mentre aumenta il numero delle dita e la velocità del massaggio. Mi sfugge un lamento e avverto subito la bocca dei miei amanti sul viso e sul collo. “Rilassati tesoro” mi sussurra Rukawa contro l’orecchio. Cerco di regolare il mio respiro mentre la volpe riprende da dove aveva lasciato. “Ti farò male” mi avverte con voce roca leccandomi l’orecchio non posso fare ameno di rabbrividire quando il suo fiato caldo accarezza la pelle umida di baci. Annuisco piano e Akira mi sorride dolcemente. Vengo liberato dalle dita per avvertire il sesso di Kaede contro i glutei. Stringo le braccia intorno al collo di Akira nascondendo il viso contro il suo petto mentre il volpino mette le mani sulle sue, che ancora mi tengono per i fianchi. Non posso fare a meno di sussultare quando sento il suo sesso premere contro di me. “Shhh” mi mormora roco il volpino all’orecchio. Akira struscia i suoi fianchi contro i miei spingendomi così contro Kaede che si muove piano affondando in me. Il respiro mi si spezza in gola mentre sento le lacrime pungermi gli occhi, tento di soffocarle contro il petto di Akira mentre questi spinge il suo bacino contro il mio verso quello di Kaede finchè questi non è completamente dentro di me. Ho il respiro affannoso e il cuore che mi scoppia in petto ma dopo il dolore iniziale comincio a provare piacere. Sendoh struscia delicatamente il suo sesso contro il mio. Mi sfugge un gemito roco mentre le mani sui miei fianchi fanno pressione obbligandomi a cominciare una lenta danza tra i corpi dei due. Akira mi accompagna con il proprio bacino contro quello di Kaede insegnandomi il ritmo giusto mentre le spinte diventano lentamente più profonde, più forti. Non riesco quasi a respirare. Tutto attorno a me sfoca. Avverto solo le loro mani sui miei fianchi che mi accompagnano, che mi insegnano, il sesso di Kaede dentro di me e quello di Akira contro il mio. Devo tenere le labbra socchiuse per respirare mentre mormoro un “Per favore....” che non so nemmeno io cosa voglia sottintendere. Kaede spinge un’ultima volta con forza. Il suo respiro caldo mi accarezza il volto accaldato mentre con un lungo gemito di piacere si scioglie dentro di me. Il mio corpo vibra contro quello di Akira che viene su di me con un ultimo strofinamento dei suoi fianchi contro i miei che mi spinge a bagnarli entrambi con il mio seme. Rimaniamo così allacciati per alcuni momenti prima che Kaede mi liberi da se. Sendoh mi deposita un bacio sul naso con dolcezza prima che le mani del volpino mi costringano a girarmi dolcemente verso di lui. Mi bacia le labbra con delicatezza prima di scendere ad assaporare il mio sesso bagnato del mio sperma e di quello di Akira. Mi lecca lentamente, con sensualità come se stesse gustando un cibo prelibato. Sendoh mi accarezza i capelli dolcemente, con tenerezza mentre le sue braccia si stringono intorno alla mia vita. Quando riemerge dalle lenzuola Kaede ha i capelli neri arruffati e gli occhi scintillanti. Akira tende il volto verso di lui cercando ancora una volta i nostri sapori mescolati prima che i due si separino nuovamente e Kaede faccia assaggiare anche a me quello strano cocktail. “Toccami” mi mormora all’orecchio mentre riprende a baciarmi il volto. Faccio come mi ha chiesto cominciando a far scivolare le mie mani lungo la sua schiena mentre posso sentire il porcospino fare altrettanto con me. Kaede affonda la sua bocca nella mia mentre sento Akira strusciare i fianchi contro il mio corpo. Allunga una mano oltre a me per metterla sul fianco del porcospino e spingerlo verso di me mentre con il bacino mi spinge verso di lui. Akira stringe le braccia sul mio ventre e il volpino mi mette la mano libera sulla coscia. Si stacca dalla mia bocca e mi sorride dolcemente. Sono così perso nel suo sguardo che mi coglie del tutto impreparato l’affondo di Akira. Inarco il corpo in avanti mandando il mio sesso a sbattere contro quello di Kaede strappando un gemito ad entrambi. Mi spinge con in fianchi verso il nostro amante che mi stringe le braccia in vita ansimando di piacere contro il mio orecchio. Avverto le labbra di Rukawa scivolarmi sul volto per leccare le lacrime che mi sono sfuggite mentre la prima sensazione di dolore viene nuovamente sostituita dal piacere. E’ Kaede stesso che con una mano accompagna Akira verso di me e con l’altra spinge me verso di lui. Akira è meno delicato negli affondi ma ha un ritmo più lento che mi permette di abituarmi a lui. Il volpino poi continua a baciarmi il viso e il collo leccandomi come se mi stesse assaggiando più che baciando e questo suo modo quasi giocoso di fare l’amore mi sta letteralmente mandando a fuoco. Faccio scivolare una mano sul suo corpo accarezzandogli il sesso con lo stesso ritmo con cui Akira sta affondando dentro di me e sento la mano che ancora era sul mio fianco scivolare tra le mie cosce per cominciare lo stesso massaggio. Akira viene con un ultima spinta dentro di me. L’orgasmo mi strappa un tremito violento mentre la mia mano si serra su Kaede regalandogli lo stesso piacere. Pochi istanti più tardi avverto le braccia di Akira slacciarsi dalla mia vita, una sua mano si appoggia su quella di Kaede accompagnandolo sul mio sesso ormai allo spasimo. Con un ultimo lungo gemito mi libero di nuovo tra loro.

Abbiamo tutti e tre il respiro pesante e per alcuni momenti l’aria della stanza e carica solo del suono del nostro ansimare.

Kaede mi guarda negli occhi prima di chinarsi a darmi un bacio leggero.

“Buon Natale Amore” mormora.

Io lo guardo quasi stupito mentre ripete lo stesso augurio anche ad Akira che lo ricambia con un sorriso felice prima di posarmi un bacio tra i capelli e sussurare a sua volta “Buon Natale Amore”

Fuori la neve continua a scendere silenziosa.

 

 

Fine....

 

 

Scleri dell'autrice (se ne poteva fare a meno... nd.Pippis)

 

Mi spiace fa molto schifo (si può dire molto schifo? ?_? Mi sa che non è grammaticalmente corretto) però io avevo avvertito che non so scrivere le lemon threesome ma ‘qualcuno’ e non facciamo nomi, mi ha chiesto la lemon con tanta insistenza che alla fine ho dovuto cedere.

Chiedo scusa a tutti gli altri a cui invece non fregava un fico secco ^__^’’’’

 

                                                                                                            

 

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