You are my Blood 5                                     Back to FanFic  Back to Home

 

Hanamchi gli voltava le spalle steso sul grande letto, i vestiti stropicciati i capelli ancora bagnati sparsi sul cuscino.

 

“Hana...”

provò a chiamarlo senza ottenere risposta.

Sapeva che se nello spogliatoio non ci fossero stati gli altri lui l’avrebbe colpito.

E se lo sarebbe meritato.

Ma Hanamichi aveva visto i suoi occhi diventare scuri e aveva capito che se non gli avesse obbedito il vampiro avrebbe perso la testa e avrebbe liberato il suo potere.

Di nuovo....

Rukawa si sedette sul letto e gli posò una mano sulla spalla.

Non poteva vederlo in viso però era lampante che era arrabbiato.

Questo lo sapeva con certezza e poteva sopportarlo, quello che non poteva sopportare era che oltre ad essere arrabbiato Hanamichi era anche ferito...

E lui avevo promesso a se stesso che non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male.

“Mi dispiace mi sono comportato da stronzo” mormorò piano.

Lo sentì sospirare, rimanendo immobile per alcune secondi prima che di voltarsi verso di lui.

“Ho perso la testa mi dispiace...” mormorò il vampiro cupo.

Hanamichi sorrise debolmente “Sei troppo possessivo con me” mormorò “E se da un parte la cosa mi lusinga Ru oggi ti sei comportato in maniera assurda”

Il vampiro annuì lentamente. “Lo so...” mormorò. “E’ che ho il terrore di perderti” sussurrò abbassando il capo. Non era bravo nel confessare i suoi sentimenti non lo era mai stato.

Però doveva dirglielo, doveva fargli capire come si sentiva ogni volta che qualcosa lo minacciava.

Se fosse stato per lui lo avrebbe volentieri rinchiuso in una teca di vetro in una stanza blindata.

Hanamichi gli tese le braccia. “Vieni qui volpastro” mormorò dolcemente e il vampiro si stese accanto a lui avvolgendolo in un abbraccio. Il rossino sospirò strofinando la guancia contro il suo petto.

“Non mi ero accorto che mi stava guardando...” mormorò piano mentre il moretto gli faceva scorrere lentamente una mano tra i capelli umidi pettinandoglieli con le dita.

Rukawa trattenne il fiato... Hanamichi... Hanamichi si stava scusando?

Lo strinse più forte a se e abbassò il capo per baciarlo con passione.

“Ti amo kistune non dimenticarlo...” mormorò dolcemente Hanmichi staccandosi da lui per fissarlo negli occhi, un sorriso splendido sulle labbra..... quel sorriso così dolce e sensuale che donava solo al suo amante.

Il vampiro gli accarezzò uno zigomo tracciandone le linee ideali con le dita rispondendo a quel sorriso con pari dolcezza. “Anch’io ti amo do’hao” mormorò piano prima di allungare nuovamente il capo per suggellare quella confessione con le proprie labbra.

                        

Sendoh fissò corrucciato il rossino seduco poco distante da lui accanto a Kogure e Ryota. Si era aspettato di vederlo arrivare in sala da pranzo piuttosto abbattuto e demoralizzato invece sembrava tranquillo e allegro come sempre. Possibile che lui e Rukawa non avessero litigato? Lanciò un’occhiata al suo nemico che sedeva accanto alla cugina i due doberman accoccolati ai suoi piedi. Anche lui non sembrava nervoso come avrebbe dovuto!

Maledizione....

 

La cena si svolse in un clima abbastanza tranquillo finchè Reika non commise l’errore di chiedere a Nobunaga di raccontarle di qualche partita dicendo di non aver mai assistito ad un incontro. Il ragazzo si lanciò subito in una descrizione, riveduta, delle eliminatorie per le nazionali che coinvolse ben presto tutti gli altri giocatori e pure gli allenatori finendo in una baraonda in cui: Hanamichi e Nobunaga si vantavano a vicenda di essere i migliori, Mistui e Ryota distribuivano insulti, Ayako regalava ventagliate, Akagi e Maki tentavano di riportare l’ordine, il primo a suon di pugni, il secondo aiutato da Jin che riusciva a mala pena a stare serio. Anzai osservava la scena con il suo solito bonario sorriso mentre Takato e Taota si fulminavano a vicenda, Sendoh che cercava di approfittare della confusione per driblare Rukawa e raggiungere il rossino e il vampiro che opponeva una difesa serrata più che in partita mentre, Uozumi cercava di sedare Fukuda oltraggiato dall’essere stato appostrofato Fuku-verme e Koshino seguiva la scena indifferente. Hikoichi consultando i suoi appunti dava il suo apporto alla ‘discussione’ corretto e apostrofato dall’ala del Kainan. Reika osservava quella baraonda divertendosi un sacco mentre i camerieri e il maggiordomo che avevano servito la cena cercavano di mantenere un’aria impassibile nonostante fosse difficile. La cosa degenerò ulteriormente quando Akagi abbattè con un pugno Ryota, che l’aveva erroneamente chiamato gorilla, facendolo cadere sul tavolo. Questi nel tentativo di non scivolare mise una mano in fallo sul piatto causando un effetto catapulta che riempì il vicino Hanamichi di salsa. “Ah, ah, ah una scimmia rossa  in salsa rosa!” esclamò Kyota tenendosi la pancia per le risate. Tuttavia smise di ridere quando il rossino gli spalmò sul volto una fetta di torta avanzata.

Fu questioni di attimi.

Kyota si lanciò all’attaccò tirando una pagnotta di pane che tuttavia il numero dieci dello Shohoku schivò e che colpì in pieno Fukuda.

Dopo pochi minuti le pietanze volavano per la sala come proiettili mancando il più delle volte il loro obbiettivo coinvolgendo nuovi combattenti.

I cani avevano cercato rifugio sotto il tavolo mentre i camerieri usavano i vassoi come scudi.

Rukawa che aveva cercato di non farsi coinvolgere in quella pagliacciata afferrò con entrambe le mani il recipiente di vetro della macedonia rovesciando il suo contenuto in testa all’asso del Ryonan quando questi allungando un dito aveva preso della crema rimasta sulla schiena del rossino portandosela alle labbra.

In pochi minuti fu il caos.

“Ragazzi adesso state esagerand...” cominciò Takato con la sua voce perentoria... che si perse in una terrina di insalata. L’allenatore del Kainan rimase esterefatto prima di lanciarsi nella mischia mentre Anzai seguiva il tutto con il suo “oh,oh,oh”.

 

Alla fine la tavola rimase priva di pietanze e i ragazzi decisero di stabilire una tregua e di andare a farsi una doccia dato che la maggior parte di loro aveva cibarie infilate nelle parti più impensabili.

 Si separarono sul pianerottolo che dava alle camere ognuno diretto alla propria.

 

“Ahhh una bella doccia calda ci voleva proprio!” mormorò Hisashi con un sorriso uscendo dal bagno e andando a sedersi sul grande letto a baldacchino accanto al suo ragazzo. Kogure gli sorrise dolcemente passandogli una mano tra i capelli scuri ancora umidi. “A me piacevi con tutta quella maionese sul viso” gli disse chinandosi per leccargli piano le labbra. Gli occhi dell’ex teppista si illuminarono maliziosi. “Potrei sempre scendere in cucina a chiedere se ne è rimasta un po’” mormorò suadente mentre spingeva il suo ragazzo sul letto infilando una mano tra i lembi dell’accappatoio era scivolato sul corpo candido quando l’aveva fatto stendere sulle coperte. Kogure allungò le braccia allacciandole al collo dell’amante mentre questi attaccava famelico la sua bocca.

Hisashi si portò una mano alla cintura che ancora chiudeva il suo accappatoio permettendo ai loro corpi di entrare in contatto e facendo gemere il ragazzo sotto di lui.

“Anche tu non eri male con la crema pasticcera sul petto” gli sussurrò staccandosi dalle sue labbra e passandogli una mano tra i capelli castani. “Senza occhiali hai un’aria molto meno innocente, sai?” mormorò fissandolo con desiderio. Kibinobu gli sorrise arrossendo “Però vedo solo le cose che stanno molto vicine” sussurrò allungando il capo verso di lui per accarezzargli il collo con le labbra. “Vedrò di rimanerti incollato allora...” mormorò Mistui infilando una gamba tra le sue mentre ritornava ad impossessarsi di quelle labbra vagabonde.

 

Reika sbadigliò coprendosi una mano con la bocca.

“E’ meglio che vada ora” disse con un sorriso alla manager dello Shohoku con cui aveva passato alcune ore in allegria mentre si faceva raccontare aneddoti e fatti in cui erano coinvolti suo cugino o lo sposino anche se non aveva potuto fare a meno di intervistare la mora anche su un certo giocatore del Kainan. Ayako annuì distraendola dei suoi pensieri “In effetti si è fatto tardi” mormorò lanciando un’occhiata all’orologio dorato appeso ad una parete della stanza “E domani ci aspetta una levataccia” disse con un sorriso e un piccolo sbuffo.

Reika annuì sorridendole a sua volta.

“Sì si è fatto tardi” mormorò piano mentre si alzava con grazia per dirigersi alla porta.

“Spero che verrai a vedere qualche partita” le disse Ayako spiegandole dov’era situato il campo da gioco. La ragazzina le promise che non sarebbe mancata prima di andarsene con l’ennesimo sbadiglio.

Una volta chiusa la porta alle proprie spalle tuttavia il vampiro non si diresse alla propria camera, facendo, pressione su quello che sembrava un comunissimo vaso di fiori azionò una leva che fece spalancare il pianerottolo sotto di lei. La ragazza si lasciò fluttuare nel baratro sottostante prima che il pavimento le si richiudesse con uno scatto sopra la testa e il vaso tornasse silenziosamente al suo posto.

 

Rukawa camminava ascoltando il suono prodotto dal suo respiro leggero fondersi con quello della Notte sua Madre. Aveva lasciato il suo shadow addormentato dopo che avevano fatto l’amore. A differenza del ragazzo dai capelli rossi che era scivolato in un sonno esausto tra le sue braccia, dopo che ne aveva bevuto il sangue, Rukawa si sentiva in perfetta forma e non aveva assolutamente sonno. Era scivolato oltre il balcone aperto atterrando con grazia dopo un silenzioso volo di quasi dodici metri sul prato retrostante la villa. L’erba bagnata di pioggia gli accarezzava i piedi nudi e le caviglie lasciate scoperte dal leggero pigiama di seta blu che scivolava sul suo corpo plasmandone le forme ogni qual volta la gelida brezza notturna lo accarezzava con riverenza. Attorno a lui la notte era popolata dal silenzioso sospiro delle foglie scosse dal vento mentre l’erba si piegava delicatamente sotto i suoi passi leggeri per tornare poi ad allungarsi quand’egli era passato come se anelasse nuovamente al contatto con quella pelle candida come la luna piena, alta, nel cielo vellutato. Stelle argentee scintillavano punteggiando quel manto nero finalmente limpido, la loro luce antica si rifrangeva  sulle mille gocce di pioggia trasformando quella distesa d’erba in un secondo cielo scintillante a perfetto specchio di quello più alto e lontano. La giacca blu del pigiama svolazzava di tanto in tanto lasciata aperta sul petto candido e liscio mentre la luna traeva dalla seta riflessi violacei che rivaleggiavano con quelli delle lunghe ciocche nere che scivolavano puntualmente sul viso del giovane e che la brezza notturna, sua silenziosa servitrice, gentilmente scostava con dita delicate dal volto serio. Rukawa si fermò accanto ad uno dei gazebi bianchi allungando una mano sottile per accarezzare i boccioli carminio ora addormentati e respirarne il profumo intenso. Intenso come il gusto del sangue del suo amante. Gli occhi blu scintillarono mentre riservava a quei petali vellutati la stessa carezza con cui aveva salutato il suo shadow prima di scivolare nella notte. E come le labbra del suo do’hao si erano schiuse per lui sotto quel tocco leggero ora anche il bocciolo che teneva tra le dita disobbedì alle regole naturali allargando i suoi petali con un delicato sospiro di piacere per offrire il proprio cuore candido al vampiro. Kaede sorrise piano chinandosi a posare un bacio leggero sul fiore schiuso. “Torna a dormire ora” mormorò delicatamente prima di lasciar scivolare la mano.

Con un suono impercettibile all’orecchio umano la rosa richiuse obbedientemente i petali su se stessa.

 

Incredulo il ragazzo affacciato alla finestra della grande villa osservava la scena in silenzio. Si era svegliato per andare in bagno e dato che la temperatura era leggermente salita dopo il piovasco aveva deciso di aprire la finestra per respirare qualche boccata di quell’aria notturna profumata di pioggia. Il suo sguardo aveva vagato per un po’ sull’immenso prato quand’era stato catturato da una sagoma pallida che camminava con passo così leggero tra i prati avvolti dall’abbraccio dell’oscurità, da dare l’impressione di fluttuare. Il vestito di seta blu fasciava un corpo muscoloso e delicato al contempo, quasi con riverenza, quasi temendo di rovinare con la sua presenza quella candida perfezione. Capelli corvini così scuri da far invidia al cielo notturno scivolavano come ombre su quel volto androgino dominato da due pozzi di tenebra dai riflessi viola.

Doveva essere un sogno perchè una creatura tanto bella non poteva esistere davvero.

Il giovane si fermò accanto ad un gazebo passando le dita candide tra i boccioli carminio.

Gli voltava le spalle ma lo vide chinare il capo per odorare il profumo di quei fortunati fiori.

Sentiva il proprio corpo tremare mentre osservava quelle dita candide scivolare sensuali sui petali rossi, chiuse gli occhi mentre dalle labbra gli usciva un gemito di piacere nell’immaginare quelle dita sul proprio corpo.

S’inarcò piano stringendo le mani con forza al davanzale di legno pregiato.

Si sentiva improvvisamente caldo, come se avesse la febbre...

“Ma che sto facendo...?” sussurrò a se stesso stupendosi di quanto fosse diventata improvvisamente roca la sua voce. Non poteva... non poteva essersi eccitato per così poco... eppure se solo ripensava a come quelle mani avevano sfiorato quel bocciolo scarlatto...

E poi...

Poi il giovane aveva chinato il capo...

Incapace di resistere il silenzioso spettatore aveva nuovamente lasciato vagare la sua fantasia.

Poteva quasi avvertire la fresca carezza di quelle labbra sulle proprie.

La brezza notturna gli aveva sfiorato il viso e lui aveva potuto immaginare che il respiro di quella creatura figlia della luna avesse lo stesso profumo dolce e selvatico che il vento aveva portato a lui. Poteva immaginare gli occhi scuri come quella notte eppure scintillanti e antichi come le stelle percorrere il suo corpo nudo... emise un secondo gemito più forte mentre sentiva il proprio sesso tendersi allo spasimo, quasi inconsciamente portò una mano tra le gambe cominciando ad accarezzarsi piano imponendo alle sue dita il ritmo leggero e sensuale, quasi felino che aveva ogni gesto elegante di quel giovane che l’aveva stregato. Il suo respiro divenne presto affannoso prima che con un rantolo le sue gambe cedessero sotto il suo peso mentre il suo corpo si liberava violentemente in modo quasi inaspettato. Socchiuse gli occhi ritornando lentamente alla realtà, si alzò lentamente, tremante, mentre il suo sguardo cercava, bramava, nuovamente quella visione che l’aveva sconvolto.

La luce lunare scivolò sul volto del giovane illuminandone per un attimo i tratti eleganti prima che com’era apparso tra le ombre di quella notte profumata, il suo splendido sogno scomparisse tra esse.

Il ragazzo rimase immobile, pallido all’inverosimile mentre un altro tipo di tremore scuoteva il suo corpo.

Quel giovane splendido....

La sua creatura da sogno....

Era....

“Rukawa...” sussurrò incredulo.

 

“Avanti è aperto” mormorò Jin alzando il volto dalla rivista che stava sfogliando quando avvertì qualcuno bussare alla porta. “Ciao disturbo?” chiese Kyota infilando la testa nella camera del compagno di squadra. Jin scosse il capo sorridendogli. “No, affatto entra” gli disse facendogli cenno di entrare. Kyota non si fece pregare sedendosi sull’ampio letto accanto a lui mentre le guance gli si imporporavano leggermente. “Ecco vedi non ho sonno mi chiedevo si ti andava di scendere con me a prendere un the” propose tutto d’un fiato. Jin gli sorrise dolcemente. “Ma certo” gli disse alzandosi e poggiando la rivista sul comodino prima di seguire l’amico al piano inferiore.

 

“La cucina dovrebbe essere da questa parte se non ricordo male” mormorò Kyota guardandosi attorno confuso. Quella casa era enorme e tutti i corridoi sembravano uguali.

“Forse è di l...” Jin non riuscì a finire la frase che Kyota fu letteralmente investito da un metro e ottantanove cm (più qualche cm di capelli) di giocatore che stava correndo giù per le scale. Sendoh ebbe appena il tempo d’imprecare contro l’ostacolo che aveva interrotto la sua corsa mentre insieme al rookies del Kainan andava a sbattere contro il muro del pianerottolo rischiando per un pelo di non rotolare entrambi giù per le scale.

Jin lo fissò stupito. “Hey quanta fret...” ancora una volta però il moretto non ebbe modo di terminare la frase.

Per rialzarsi Kyota si era appoggiato ad un grande vaso pieno di rose che faceva bella mostra di se su una colonnina di marmo. Tuttavia il peso del ragazzo ebbe l’effetto di sbilanciare l’oggetto, spostandolo. Con un sinistro clack il pianerottolo sotto di loro si spalancò facendo scomparire i due ragazzi in un buco nero che venne occultato nuovamente quando il pavimento tornò al suo posto.

Jin rimase immobile per un solo secondo ad osservare incredulo il tappeto rosso che copriva le scale e che sembrava identico a quello del pianerottolo prima di voltarsi e cominciare a correre su per le scale alla ricerca di aiuto.

 

Le leggere tende bianche svolazzarono lentamente nella stanza illuminata soltanto dalla luna piena che scintillava nel cielo scuro. Hanamichi aprì lentamente gli occhi emergendo dal suo dormiveglia disturbato da quel fruscio leggero. Il posto accanto al suo era vuoto. Il vampiro probabilmente era uscito a fare due passi. Il sussurro del vento attirò il suo sguardo sulla finestra spalancata, le tende che gli impedivano la visuale del balcone, oscillavano come pallidi fantasmi allungandosi nella stanza buia. Una follata di vento più forte le fece tremare scostandole quanto bastava per  rivelare la figura slanciata, seduta immobile, sul grande balcone a fissare il cielo stellato. Il pigiama di seta blu gli danzava sulla pelle candida allo stesso ritmo ipnotico con cui le tende leggere si scostavano per concedergli quella visione da sogno seguendo il respiro del vento che le sospingeva. Si mise a sedere tra le lenzuola e il vampiro avvertendo quel suono familiare si voltò verso di lui. La sua pelle candida sembrava una pennellata bianca sul cielo nero tempestato di stelle argentee. I raggi lunari accarezzavano i capelli scuri strappandovi riflessi blu, le stesse luci che scintillavano in quegli occhi da volpe nel viso leggermente in ombra. Un profumo delicato e sensuale gli accarezzò il viso mentre il vampiro gli si avvicinava in silenzio. Tra le lunghe dita pallide una rosa carminio. Hanamichi chiuse gli occhi quando Kaede gli accarezzò il volto con i freschi petali vellutati lasciando una scia argentea di rugiada sugli zigomi prima di scendere alla gola e poi sul petto fino al cuore. Il rossino non emise suono mentre apriva gli occhi per incontrare lo sguardo del vampiro chino su di lui. “Rosso come il tuo sangue” sussurrò il vampiro osservando il bocciolo scarlatto appoggiato al petto dell’amante alzarsi ed abbassarsi al ritmo del suo respiro. Rukawa si chinò a sfiorare le labbra del suo shadow dolcemente senza fretta mentre il ragazzo sotto di lui allungava le braccia per cingergli le spalle.

 

Mistui fu svegliato da qualcuno che bussava con forza alla sua porta.

“Ma che diamine...” borbottò lanciando un’occhiata all’orologio. Doveva essersi addormentato da pochi minuti quando quel seccatore aveva deciso di venire a svegliarlo. Kogure si mosse nel suo abbraccio posando uno sguardo assonnato e confuso sul suo compagno. “Resta qui ci penso io” gli mormorò Mistui posandogli un bacio sulle labbra prima di scivolare fuori dal torpore del letto. Indossato in fretta l’accappatoio che era rimasto accartocciato ai piedi del letto spalancò l’uscio pronto ad mettere termine alla vita dello scocciatore. Ryota con la mano ancora a mezz’aria rimase un attimo interdetto. “Ma non è la camera di Kogure questa?” chiese prima che la sua espressione stupita si trasformasse in un ghigno. “Oh giusto, dimenticavo...” disse ammiccando. “Che cavolo vuoi!?” gli abbaiò contro Mistui che non aveva intenzione di mettersi a discutere con lui dei suoi affari personali a quell’ora di notte. Ryota si riscosse ritornando serio. “Nobunaga e Sendoh sono scomparsi” gli spiegò. Mistui sollevò un sopracciglio sorpreso. “Strana coppia” borbottò facendo per richiudersi la porta alle spalle. “Ma no che hai capito deficiente!!” esclamò impedendogli di chiudere l’uscio. “Hanno aperto un passaggio segreto per sbaglio e si sono volatilizzati” Hisashi corrugo la fronte “Questa casa è piana di trabocchetti” borbottò. “Jin era con loro ed è venuto ad avvertirci. Ayako sta svegliando gli altri” Mistui sorrise “Ayako?” chiese malizioso “Che ci facevate tu e Ayako insieme?” il ragazzo arrossì “Ma che hai capito io stavo andando da lei per... a... a bere il the ecco...” mormorò arrossendo mentre ricordava l’imbarazzo che aveva provato quando l’alto giocatore del Kainan l’aveva trovato con la mano sulla maniglia della camera della ragazza pronto a bussare. “Avete chiamato Rukawa?” chiese Kogure comparendo alle spalle del suo ragazzo con solo un paio di jeans indosso. Ryota lo fissò sorpreso. Il vice capitano sembrava tutta un’altra persona senza occhiali, i capelli castani scompigliati e solo un paio di jeans attillati a fasciargli i fianchi snelli. Mistui tirò un calcio a Ryota che stava fissando un po’ troppo intensamente il suo ragazzo e il playmaker dello Shohoku sussultò arrossendo. “Hemmm... no, non siamo ancora riusciti a trovarlo. Voi sapete qual’è la sua stanza?” Kogure annuì “Lui e Hanamichi dormono di sopra” disse senza pensare. “andiamo noi ad avvertirli” Ryota annuì prima di voltarsi per tornare al suo compito di svegliare gli altri quando dopo pochi passi si voltò di scatto in mezzo al corridoio. “Lui e CHIIIII????” chiese pallidissimo realizzando solo in quel momento il significato delle parole del vice capitano. Mistui gli sorrise ammiccando prima di chiudersi la porta alle spalle mentre il basso playmaker continuava a fissarlo con la bocca spalancata.

 

“Speriamo di non interrompere niente” mormorò Mistui mentre, pochi minuti più tardi, saliva le scale che portavano al piano superiore insieme al suo ragazzo. Davanti al grande uscio dell’appartamento padronale trovarono i due cani da guardia  accovacciati. Sodoma sollevò il muso appuntito avvicinandosi a loro scodinzolando. Kogure gli accarezzò la testa. “Dobbiamo svegliare il tuo padrone è una cosa importante” disse parlando con il cane mentre si avvicinava all’uscio per bussare. Mistui sollevò il capo sorpreso. “Che fai parli con i cani ora?” gli chiese ma Kogure scosse le spalle alzando la mano prima di bussare un paio di volte. Gomorra si era spostato di lato rimanendo in attesa insieme a Sodoma che si era accucciato sulle zampe posteriori.

 

La rosa era scivolata tra le lenzuola mentre la bocca del vampiro diventava più esigente e i loro corpi venivano infine a contatto. Hanamichi aveva fatto scivolare le mani sotto la camicia di seta blu accarezzando la schiena del suo amante mentre questi esplorava i suoi fianchi spingendo le dita candide sotto le lenzuola alla ricerca del sesso del compagno. Tuttavia la sua carezza venne interrotta a metà da qualcuno che bussava alla porta. Il volpino si staccò dalla bocca del compagno sollevando il capo stupito. Hanamichi aprì gli occhi che aveva chiuso voltando il capo verso l’uscio. “Chi può essere a quest’ora?” mormorò con voce roca dando voce ai pensieri del vampiro. Rukawa trattenne un brivido di piacere nell’avvertire quella voce sensuale sfiorargli l’orecchio. Chiunque fosse il seccatore avrebbe dovuto aspettare pensò. Richinando il capo per accarezzare le labbra socchiuse del rossino. I colpi tuttavia si ripeterono prima che potesse giungere a destinazione. Gli occhi del vampiro divennero pericolosamente scuri mentre imprecando si alzava di scatto. Perchè diavolo Sodoma e Gomorra non avevano sbranato quel seccatore?? Il vampiro s’impose di mantenere la calma mentre si riassettava i pantaloni in modo da coprire alla bell’e meglio l’effetto che il corpo del suo amante sotto di lui aveva cominciato a fargli. Hanamichi d’altro canto, troppo curioso per rimanere immobile era scivolato fuori dalle lenzuola e afferrati un paio di jeans a caso dall’armadio se li era infilati in fretta, anche per non farsi trovare completamente nudo nel letto del vampiro.

 

“Forse stanno dormendo” mormorò Kogure scuotendo le spalle quando passarono i minuti senza che nessuno aprisse loro. Mistui sorrise “Scommetto che Sakuragi russa così forte che Rukawa non sentirebbe nemmeno le cannonate” mormorò ma venne smentito dal suono della porta che si apriva. Un alquanto in disordine Rukawa aprì loro la porta con malcelato fastidio negli occhi scuri. “Ohi, ohi mi sa che li abbiamo interrotti” mormorò Mistui piano. Kogure arrossì prima di spiegare al volpino il perchè di quella visita notturna. Hanamichi nel frattempo si era avvicinato facendo scivolare le braccia sulla vita del volpino. Alquanto distratto dal petto caldo del suo amante contro la schiena e dal fatto che Hanamichi per una volta dimostrasse tanto palesemente i loro rapporti in pubblico il vampiro sentiva gran poco del discorso del suo sempai ma si riscosse quando il ragazzo più vecchio gli spiegò dove erano scomparsi Nobunaga e Sendoh. Prima che avesse il tempo di trattenersi un’imprecazione gli sfuggì dalle labbra stupendo i tre.

“Che... che cosa c’è li sotto?” chiese Kogure leggermente intimorito dal volto aggrottato del vampiro.

 

I due ragazzi precipitarono per un paio di secondi prima di ritrovarsi seduti su un’enorme scivolo metallico e venir catapultati sempre più in basso a velocità folle all’interno di quel condotto che non dava nessun appiglio. Quella corsa cieca sembrava non dover avere mai termine. Vennero sballotati a destra e a sinistra a lungo prima che con un tonfo ed un “Ouch!” Kyota che era stato il primo a scivolare si ritrovasse seduto su un freddo pavimento di pietra. Non ebbe il tempo di guardarsi attorno che Sendoh gli piombò addosso uscendo anche lui dal condotto buio. “E sta un po’ attento!!!” esclamò Kyota cercando di liberarsi dal peso dell’altro giocatore. Akira a suo volta si districò prima di guardarsi attorno confuso. “Ma dove diamine siamo finiti?” si chiese forzando gli occhi per distinguere qualcosa nell’oscurità quasi totale. “Mi piacerebbe proprio saperlo” mormorò il ragazzo più giovane con un sospiro mentre cercava di avanzare a tentoni alla ricerca di una via di uscita. Di ritornare da dove erano arrivati neanche a parlarne, quel condotto scuro non dava nessun appiglio e poi avrebbero comunque trovato il pavimento chiuso sopra le loro teste. La mano del ragazzo incontrò infine una delle pareti della stanza. La pietra era fredda e umida. “Dobbiamo essere scesi di parecchio” constatò Sendoh mentre anche lui si guardava attorno confuso.  Uno strano fruscio lo zittì improvvisamente mentre si guardava attorno forsennatamente. “Che...che cosa è stato?” chiese sussurrando Kyota mentre cercava di vedere qualcosa nell’oscurità. Lo stesso suono leggermente stridente si ripeté dal lato opposto della sala mentre i due ragazzi cercavano d’interpretarlo. “Che siano topi?” ipotizzò Sendoh seppur egli stesso poco convinto. Un sibilo basso e minaccioso a pochi metri da loro li fece sussultare entrambi. “Dobbiamo trovare il modo di uscire di qui!!!” esclamò Kyota con una punta di isteria nella voce mentre muoveva qualche passo in avanti. Sussultò violentemente quando il suo piede pestò qualcosa di grosso e rotondeggiante. “Oh..oh” mormorò Kyota paralizzato dal terrore. “Che vuol dire Oh oh???” chiese l’alto giocatore del Ryonan che cominciava a preoccuparsi. “Ho pestato qualcosa...” spiegò il ragazzo con voce stridula. La ‘cosa’ in questione emise un sibilo irritato scivolando lontano da quel cafone che l’aveva pestata producendo un suono strascicato ma delicato. “Sem...sembra il suono di qualcosa che striscia” mormorò Sendoh. “Stai pensando quello che penso io....?” mormorò la matricola del Kainan.

I due ragazzi cominciarono a guardarsi intorno in preda al terrore.

“Serpenti” sussurrarono in coro mentre l’aria attorno a loro si riempiva di sibili.

 

 

continua....

 

 

Scleri dell'autrice (ma non smette mai???? nd.Pippis) 

N: buahahahahah!!!!

K&S: Aiutoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!

N: quante storie per qualche serpentello...

H: O_O ma Kaede tu tieni dei serpenti in cantina????

R: ^___^ non solo dei serpenti....

K&S: Aiutooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!

 

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