You are my Blood 3                                     Back to FanFic  Back to Home

Dormiva.

Ovvio.

Non aveva fatto in tempo ad appoggiare la testa sul sedile che era sprofondato nel sonno.

Hanamichi lanciò un’occhiata al ragazzo moro seduto alla sua destra il capo leggermente reclinato, gli occhi chiusi. Era veramente splendido quando riposava, sembrava così innocente. Sorrise tra se prima di lanciarsi un’occhiata guardinga attorno, approfittando del fatto che la maggior parte dei ragazzi presenti nell’autobus stavano sonnecchiando o addirittura dormendo a causa dell’ora barbara a cui erano stati costretti ad alzarsi per partire, allungò una mano e scostò una ciocca scura che era finita sul volto candido della sua volpe prima di tornare a voltarsi per fissare il paesaggio che scorreva silenzioso oltre al finestrino. Qualche raggio di sole trapassava le coltri spesse illuminando a tratti la campagna nella quale si stavano inoltrando diretti verso le colline. Fece scorrere lo sguardo sugli altri occupanti dell’autobus concedendosi di studiarli. Kogure stava leggendo un libro di informazioni turistiche mentre accanto a lui Mistui si era addormentato con il capo appoggiato al finestrino. Ayako stava discutendo a bassa voce con Ryota e Akagi mentre consultavano insieme una cartina spiegata alla bell’e meglio tra loro. Anzai e Taoka seduti accanto a Takano che era al volante, il preside aveva voluto risparmiare persino i soldi dell’autista, stavano rivangando ricordi di università mentre Hikoichi seduto poco dietro di loro li ascoltava prendendo appunti. Poco più in là Fukuda e Uozumi erano alle prese con un torneo di poker contro Jin e Maki mentre ad ogni curva i ragazzi erano costretti a lottare con le carte per non farle cadere dal piccolo tavolinetto instabile posto tra loro. Nobunaga dormiva buttato di traverso su due sedili, dietro i quattro. Lanciò un’occhiata a Koshino che si era addormentato accanto a Sendoh. Come aveva già potuto constatare le poche volte che si erano incontrati con il Ryonan per qualche amichevole estiva, il ragazzo sembrava non ricordare assolutamente nulla di quello che era accaduto pochi mesi prima in palestra. Meglio così.... Arrischiò uno sguardo nella direzione di Akira che aveva visto appisolarsi dopo aver lanciato un’occhiata bieca a Rukawa che aveva occupato il posto accanto al suo. Ma a differenza di ciò che si era aspettato si ritrovò due allegri occhi scuri puntati nei suoi.

“Non riesci a dormire?” sussurrò il ragazzo moro con voce suadente dal sedile posteriore al suo. Hanamichi voltò appena il capo imponendosi di non essere scortese e soprattutto di non svegliare la volpe addormentata “Questo catorcio fa troppo rumore” disse indicando vagamente l’autobus che sferragliava lungo la strada. In effetti non riusciva proprio a capire come la kistune riuscisse a dormire con tutto quel rumore. Non era lui quello che si lamentava ogni volta che alzava leggermente la voce ricordandogli che l’udito dei vampiri era molto più sviluppato di quello dei normali esseri umani? Akira annuì “Mi chiedo come riescano a dormire” disse dando voce ai suoi pensieri e indicando Koshino e Rukawa con un cenno della testa. Hanamichi scosse le spalle indifferente tornando a fissare il paesaggio oltre il finestrino sperando così di terminare il discorso ma il porcospino sembrava non avere nessuna intenzione di arrendersi.

“Che ne dici di lasciar il bell’addormentato ai suoi sogni e fare una partita a carte con me?” gli propose senza cercare di nascondere l’ironia nel sottolineare la parola “bel”. Hanamichi lanciò un’occhiata a Kaede che dormiva accanto a lui, per alzarsi e riuscire a spostarsi avrebbe dovuto scavalcarlo e di sicuro avrebbe finito per svegliarlo. Sempre che stesse davvero dormendo. Gli era capitato più di una volta di avvicinarglisi di soppiatto credendolo addormentato per poi ritrovarsi due lucenti pozzi blu piantati in viso. “No, grazie” rifiutò “Credo che adesso cercherò di dormire un po’ anch’io” disse incrociando le braccia sul petto e cercando una posizione comoda sul sedile. Sendoh riuscì a mascherare la sua delusione dietro un sorriso. “Bhe allora sogni d’oro Hana-kun” mormorò suadente allungandosi per posargli un bacio sulla fronte prima che il ragazzo avesse modo di scansarsi. “Akira!!!” tuonò Hanamichi furioso scattando di lato quando ormai era troppo tardi. L’alto giocatore del  Ryonan gli sorrise sornione mentre lui arrossiva violentemente notando che il suo grido aveva fatto voltare mezzo autobus. Kogure corrugò la fronte mentre Akagi lanciava un insulto al rossino ordinandogli di non dare fastidio agli altri. “Non sono io quello che...” cominciò a protestare il rossino ma si bloccò di scatto quando incontrò due assonnati abissi blu. “Chi osa disturbare il mio sonno...” mormorò il vampiro con voce particolarmente cupa mentre si allungava a sedere spostando lo sguardo scuro sui presenti. Tuttavia quando i suoi occhi incontrarono quelli di Hanamichi il vampiro emise un “do’hao”  a metà con uno sbadiglio prima di riappoggiarsi al sedile e chiudere nuovamente le palpebre. “Accidenti per un momento mi ha fatto quasi paura” borbottò Hikoichi ridendo prima di tornare ai suoi appunti. Hanamichi sospirò lanciando un’occhiata al suo ragazzo nuovamente addormentato mentre si accomodava meglio sul sedile e chiudeva gli occhi anch’esso. A differenza di quanto aveva detto a Sendoh dopo pochi minuti scivolò nel sonno nonostante il frastuono prodotto dall’automezzo.

 

Fu svegliato parecchie ore più tardi dal rombo di un tuono. Aprì gli occhi guardandosi attorno confuso prima di rammentare dove si trovasse. Fuori dai finestrini il paesaggio era cambiato completamente rivelando una strada tortuosa che serpeggiava per le erte colline ricche di alberi. La via era piuttosto stretta e fortunatamente deserta dato che dubitava che due veicoli sarebbero riusciti a stare sulla carreggiata. “Accidenti che tempaccio” commentò Mistui lanciando un’occhiata torva alle prime gocce d’acqua che avevano cominciato a rigare i grandi finestrini dell’autobus. A differenza di quando si era addormentato ora quasi tutti i giocatori erano svegli ed era Taoka a guidare. “Quanto manca ancora a destinazione?” chiese Nobunaga al suo capitano che stava consultando la stessa cartina che prima avevano tra le mani Ayako e Akagi. “Ci vorranno ancora tre o quattro ore e ci siamo lasciati l’ultima stazione di servizio alle spalle dieci minuti fa”. La matricola si passò una mano tra i capelli neri cercando di riassestare l’elastico che li teneva legati mentre lanciava un’occhiata torva ai fulmini che si potevano scorgere in lontananza. “Speriamo bene allora” borbottò affrettandosi a spostare lo sguardo quando una saetta particolarmente spettacolare solcò il cielo tagliandolo a metà.

 

Purtroppo le speranze del rookies del Kainan andarono presto deluse.

Raffiche di vento sempre più forte piegavano gli alberi ai bordi della stretta strada di montagna facendo gemere i grandi rami e strappando alle fronde suoni bassi e minacciosi mentre la pioggia era divenuta torrenziale, un vero e proprio muro d’acqua oltre il quale non si scorgeva praticamente nulla. Il clima all’interno dell’autobus era abbastanza teso. Pur restii ad ammetterlo i ragazzi erano piuttosto preoccupati e ogni nuovo fulmine che squarciava il cielo produceva una serie di leggeri sussulti. L’unico assolutamente indifferente al cataclisma che si stava riversando su di loro sembrava essere Rukawa. Certo a lui piacevano i temporali pensò nervosamente Hanamichi serrando con forza le dita sul sedile quando l’autobus slittò pericolosamente sulle foglie e sul fango che ricoprivano ormai completamente la strada. Una mano candida si poggiò delicatamente sul suo braccio teso e il rossino si voltò sorpreso per incontrare gli occhi scuri del vampiro. Rukawa non sorrise ne la sua espressione cambiò in alcun modo eppure Hanamichi sentì tutta la propria preoccupazione sciogliersi mentre il leggero calore provocato dalla mano candida del vampiro gli si diffondeva per il corpo distendendo i nervi tesi. Non avrebbe saputo dire se Rukawa stava usando uno dei suoi incantesimi per tranquillizzarlo o se era la sua presenza che aveva quella implicita capacità ma il rossino gli sorrise ringraziandolo silenziosamente e la volpe incurvò leggermente gli angoli della bocca in muta risposta. Taoka rallentò il veicolo cercando di tenerlo in strada finchè la visibilità non risultò praticamente nulla e dovette fermarsi. “Che succede??” chiese Kyota con una traccia di panico nella voce. Anzai si fece avanti, e vederlo così serio in viso per una volta, fece preoccupare tremendamente i membri dello Shohoku. “Non riusciamo a proseguire” spiegò loro il vecchietto preoccupato. “La visibilità è praticamente nulla ragazzi” aggiunse Takato altrettanto preoccupato. “E se tornassimo indietro?” propose Maki corrugando la fronte ma il suo allenatore scosse la testa. “Percorrere queste vie in discesa sarebbe ancora più pericoloso” spiegò. “Ma non possiamo nemmeno rimanere sulla strada” commentò Mistui adocchiando i grandi alberi scossi dalla furia del vento. Alcuni rami erano già caduti ai lati della carreggiata e niente garantiva che qualcuno non cadesse addosso a loro senza tener conto del rischio di frane.... “Ci sarà pure qualche posto dove possiamo rifugiarci no?” chiese preoccupato Jin. Ayako scosse il capo mestamente. “Mi spiace ma sulla cartina l’unico hotel di **** ce lo siamo lasciati alle spalle parecchie ore fa”. “Cerchiamo di mantenere la calma” disse Anzai seppure anch’egli visibilmente nervoso. “Aspetteremo che il temporale finisca e poi...” “Ma potrebbe durare delle ore sempre che non siamo costretti a passare la notte qui!” esclamò cupo Koshino. Taoka scosse le spalle sconsolato “Non c’è molto che possiamo fare” “Hai detto ****?” chiese d’un tratto Rukawa che dopo aver sentito Ayako pronunciare il nome del paese era rimasto corrucciato per alcuni minuti. La ragazza fissò sorpresa il ragazzo solitamente taciturno ma si affrettò ad annuire. “Sì siamo a circa una ventina di km dal centro.” Rukawa lanciò un’occhiata fugace al suo ragazzo prima di decidersi. “Ho una casa da queste parti e se non ricordo male dovrebbe essere poco più avanti” spiegò. Gli occhi della ragazza si illuminarono mentre i tre allenatori tiravano un sospiro di sollievo. Taoka si rimise al volante mentre Rukawa gli si affiancava per indicargli la via. “Non sapevo che Rukawa avesse dei parenti da queste parti” borbottò sorpreso Mistui rivolgendo un’occhiata interrogativa ad Hanamichi “Mi aveva accennato al fatto di aver ereditato una baita o qualcosa del genere” mormorò questi corrucciato mentre cercava di rispolverare le idee. “Speriamo che sia abbastanza grande per ospitarci tutti” borbottò l’ex teppista lanciando uno sguardo cupo all’acqua che scorreva violentemente in un ruscello poco lontano.

 

Non senza molte difficoltà l’autobus giunse sino un piccolo bivio imboccando poi una stradina che sembrava inoltrarsi nel bosco mentre la furia degli elementi non sembrava assolutamente intenzionata a placarsi... anzi. Un fulmine cadde poco distante da loro incendiando un grande pino che rovinò rumorosamente tra gli altri alberi trascinando con se rami e foglie mentre l’acqua torrenziale spegneva le fiamme inondando la strada di vapore. “Qu...quanto manca ancora” chiese Ayako pallida e letteralmente avvinghiata al braccio di Ryota. “Vedo qualcosa” disse Taoka sporgendosi in avanti sul volante mentre affrontava lentamente l’ennesima curva a gomito.  “Kami sama....” mormorò l’allenatore del Ryonan estereffato quando girato attorno ad una macchia d’alberi il piccolo autobus si ritrovò davanti un enorme cancello di ferro battuto. Oltre il cancello, illuminato da piccoli faretti azzurri, una larga strada cementata circondata da un ampio parco portava direttamente ad un’enorme villa in stile vittoriano. Ignorando completamente le bocche spalancate per lo stupore dei suoi compagni Rukawa estrasse un cellulare dalla tasca dei pantaloni neri e compose velocemente un numero di telefono. Pochi secondi dopo lo sentirono ordinare di aprire il cancello e quasi spinto dalla volontà di quelle parole il grande portale di ferro si aprì verso l’esterno lentamente senza emettere alcun suono. Seppur ancora incredulo Taoka avviò l’autobus inoltrandosi nella proprietà privata. Mentre percorrevano il grande viale fu loro possibile ammirare il giardino perfettamente curato, in lontananza sparsi tra gli alberi alcuni gazebi bianchi spuntavano come fantasmi in mezzo a nugoli di rose scarlatte mentre un’enorme fontana adorna di splendide sirene spingeva in alto i suoi magnifici zampilli mandandoli ad infrangersi contro la pioggia battente. Kaede indicò all’allenatore di sorpassare la fontana girando a destra verso quella che sembrava un enorme autorimessa. Quando il bascolante scuro si alzò dinanzi a loro la luce dorata che illuminava l’enorme magazzino scintillò sulla carrozzeria nera di due limosine dai finestrini scuri. Una Roll Royce grigio argento era parcheggiata poco distante mentre nell’angolo opposto basse auto sportive sembravano belve addormentate accanto ad alcuni enormi fuoristrada. Un assortimento di moto d’epoca e non, che avrebbe fatto invidia ad un museo, erano ordinatamente parcheggiate lungo l’ampio muro di destra su cui erano appesi vari oggetti da lavoro. Un po’ in disparte una carrozza era appoggiata a dei perni di legno che la tenevano sollevata da terra. I ragazzi si guardavano attorno senza fiato. Il piccolo autobus in tutto quel lusso scintillante sembrava ancora più vecchio e cadente. Una piccola porta di legno si aprì infondo alla rimessa e un uomo in divisa fece la sua comparsa seguito da due ragazze vestite da cameriere con tanto di cuffietta e grembiulino. Il maggiordomo si fermò dinanzi alla porta ancora chiusa dell’autobus e Rukawa allungando una mano pigiò il pulsante che serviva per farla aprire. L’uomo dai capelli grigi lanciò un’occhiata distratta ai ragazzi stupiti prima di inchinarsi dinanzi a Rukawa “Ho fatto preparare le stanze degli ospiti milord e il pranzo sarà pronto tra poco meno di un’ora.” Il vampiro annuì scendendo i pochi gradini che lo separavano da terra aspettandosi evidentemente di essere seguito dai compagni di viaggio che tuttavia erano rimasti immobili all’interno del pulmino. “Allora?” chiese il ragazzo moro voltandosi verso di loro sollevando un sopraciglio sorpreso. Hanamichi fu il primo a riscuotersi e a seguire il suo ragazzo mentre si guardava attorno senza riuscire a trattenere esclamazioni di sorpresa. Sapeva che la sua volpe era ricca ma... tanto splendore non l’aveva visto nemmeno nei film!!! Credeva che nulla sarebbe stato in grado di sorprenderlo di più finchè non varcò la porta da cui era provenuto il maggiordomo e che dava sul salone principale. Un enorme lampadario di cristallo pendeva dal soffitto spargendo una ricca luce dorata tutt’intorno. Un’enorme scalinata di marmo coperta da un tappeto bordò portava i piani superiori compiendo un’ampia elegante curva su se stessa. Il pavimento era così lucido e pallido che dove non era coperto dagli elaborati tappeti ci si poteva addirittura specchiare. In ampi vasi finemente decorati splendide rose facevano bella mostra di se mentre sulle credenze e sui tavoli il legno pregiato gareggiava con raffinati intarsi dorati. Pesanti tende di damasco coprivano le grandi finestre che davano sul giardino mentre ovunque i cristalli scintillavano riempiendo l’aria di baluginii.  “Questa non è una casa è una reggia...” mormorò incredula Ayako. “Prego da questa parte” indicò compostamente il maggiordomo mentre alcuni facchini con tanto di livrea comparsi alle loro spalle con le valigie si dirigevano verso le scale di servizio. I ragazzi seguirono meccanicamente l’uomo troppo stupiti per opporre resistenza. Al primo piano fu assegnato ad ognuno di loro una stanza in perfetto stile barocco con tanto di letto a baldacchino con tende mentre una cameriera o un cameriere, immobile nelle singole stanze, li attendeva per aiutarli con i bagagli o per mostrar l’oro il funzionamento del grande bagno annesso alla camera da letto. Nonostante la perfetta ricostruzione dell’ambiente ottocentesco in ogni camera erano presenti tutte le comodità moderne e celati dietro quadri o dalle ante di grandi credenze comparvero televisori sottili come fogli di carta e impianti stereo da far invidia ad una discoteca mentre le enormi vasche da bagno rivelarono un intero display di funzioni di idromassaggio. Immersi in tutta quella meraviglia nessuno si accorse che Rukawa aveva preso per mano Hanamichi e invece di fermarsi al primo piano era salito al secondo. “Ho preparato un bagno caldo per voi e il vostro consorte” mormorò il maggiordomo aprendo per loro l’enorme porta scolpita che dava agli appartamenti padronali. “Desiderate altro milord?” chiese attendendo ordini ma Rukawa scosse il capo mentre Hanamichi vagava per l’appartamento con gli occhi fuori delle orbite. “No, grazie hai fatto un ottimo lavoro” mormorò. L’uomo si illuminò in volto per quel complimento inchinandosi ancora più profondamente prima di andarsene chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle. “Da...da dove...?” chiese Hanamichi estereffato lasciandosi cadere sul grande letto a baldacchino mentre si guardava attorno incapace di nascondere la propria meraviglia. Il vampiro scosse le spalle con indifferenza. “Io lo trovo un po’ eccessivo” commentò sfiorando distrattamente un elegantissimo fiore di legno dorato che si arrampicava sinuoso lungo il baldacchino del letto matrimoniale intrecciando le proprie foglie con le colonne. “Comunque questa era la casa di Lord Noir” Hanamichi sussultò ricordando quanto gli aveva raccontato il compagno. “Il vampiro che hai ucciso?” chiese per averne conferma. Rukawa  annuì “La nostra legge prevede che si ereditino le proprietà di un fratello sconfitto durante una sfida pubblica” Hanamichi si guardò intorno scuotendo il capo incredulo. “Non ho mai visto un posto simile” mormorò. Rukawa sorrise alla sua meraviglia fanciullesca sedendogli accanto. “Va bene per un paio di giorni ma poi risulta noioso tutto questo sfarzo, credimi” gli spiegò allungando una mano per sfiorargli il volto. Vedere il suo do’hao con quell’aria di innocente sorpresa sul volto, seduto sul grande letto a baldacchino in quella stanza d’altri tempi, stava stuzzicando pensieri roventi nella sua mente. Si chinò sul ragazzo chiudendogli la bocca con la propria mentre una mano scivolava lungo il suo fianco spingendolo a distendersi sull’ampio materasso. “Ru...” mormorò il rossino posandogli le mani sul petto. “Gli altri si chiederanno che fine abbiamo fatto...” cercò di trattenerlo. Ma il volpino scosse il capo. “Saranno troppo impegnati a guardarsi intorno” mormorò chinandosi a sfiorargli la gola con le labbra. Hanamichi rabbrividì, stare tra le braccia di un vampiro in una camera come quella aveva uno strano effetto sui suoi sensi. Si sentiva un po’ in soggezione... Rukawa gli fece scivolare una mano sotto il maglione leggero facendo scorrere le dita sugli addominali scolpiti in una leggera carezza mentre la bocca continuava a vagare maliziosa sul collo del suo amante. Hanamichi si tese tra le sue braccia inarcando la schiena mentre dalle labbra gli sfuggiva un sospiro. “Sei diventato sensibile” gli sussurrò il vampiro spingendolo completamente sul letto prima di stendersi nuovamente su di lui. Il rossino allungò le mani sul suo petto cominciando a sbottonargli la camicia mentre il vampiro tornava a coprirgli al bocca con la sua. Pur andando alla cieca Hanamichi riuscì ad aprire i piccoli bottoni facendo scivolare i polpastrelli sul petto liscio del vampiro, scivolando lungo i pettorali, intorno ai capezzoli e poi sugli addominali seguendo le linee dei suoi muscoli scolpiti. Una mano candida scese verso il basso cercando la cerniera dei pantaloni mentre Hanamichi gli faceva scivolare la camicia lungo le spalle tornite. “Alza le braccia” gli sussurrò Rukawa all’orecchio liberandolo del maglione quando il rossino eseguì il suo ordine. Le mani della volpe ripresero a vagare sull’ampio petto del suo amante mentre con un ginocchio gli allargava le cosce posizionandosi tra esse. Hanamichi sollevò il bacino cercando quello del compagno, strofinandosi contro il suo ventre con fare sensuale. Rukawa si lasciò sfuggire un gemito mentre entrambe le mani saettavano verso il basso per slacciare i pantaloni del rossino. Si staccò dalla bocca del compagno prima di sorridergli “Forse così facciamo prima” mormorò eseguendo un semplice gesto del polso. Gli abiti che ancora li coprivano scomparvero d’incanto ricomparendo a mezz’aria vicino ad una poltroncina prima di afflosciarsi su di essa con un fruscio. “Trucco utile” approvò il suo shadow con voce roca. Rukawa si stese su di lui facendo finalmente aderire i loro corpi. Un lungo brivido di piacere fece tremare il ragazzo tra le sue braccia strappandogli un gemito. Gli piaceva da impazzire sentirlo tremare in quella maniera per lui. Infilò una mano tra i loro corpi cercando il sesso del compagno avvolgendolo e cominciando a farla correre su e giù con forza. Hanamichi sussultò tendendosi violentemente sotto di lui. “Ru...piano...” gemette  scosso dal piacere violento che gli aveva  attraversato il corpo d’un tratto. Ma il vampiro non accennò minimante a rallentare il ritmo avventandosi sulla sua bocca, infilando al lingua in quella morbida cavità con prepotenza esigendo una risposta dal suo amante sconvolto, mentre la sua mano stringeva con forza il suo sesso in una presa quasi dolorosa. Hanamichi cominciò a sussultare ad ogni spinta di quelle dita fresche sul suo sesso ormai teso allo spasimo mentre la vista gli si annebbiava. Il piacere che gli stava regalando il suo amante era tanto forte da essere quasi doloroso, così intenso che gli toglieva il respiro ed ogni capacità di ragionamento. Si aggrappò disperatamente alla sue spalle mentre il vampiro gli lasciava finalmente libera la bocca. Gridò inarcando la schiena ormai completamente stravolto dalla violenza con cui Rukawa lo stava praticamente costringendo a godere. “Ba...basta ti preg...go” sussurrò ma non fece a tempo a porre fine alla sua preghiera che con un ultima stretta Rukawa gli strappò l’orgasmo. Hanamichi rimase a lungo con gli occhi chiusi le labbra socchiuse nel tentativo di riprendere fiato. Avvertì il tocco leggero della bocca del volpino sulle guance e si accorse, solo quando sentì la lingua del compagno raccoglierla, che gli era sfuggita una lacrima. Rukawa lo bacio dolcemente spingendogli indietro il capo mentre si posizionava tra le sue gambe e dopo un attimo di esitazione Hanamichi socchiuse le labbra per lui sollevando il bacino per dargli modo di prenderlo più agevolmente. Ansimò quando il vampiro infilò due dita dentro di lui cominciando a prepararlo. Il dolore iniziale fu ben presto sostituito dal piacere e Hanamichi allargò di più le gambe spingendo il proprio ventre verso di lui in una muta richiesta. Rukawa lo liberò accarezzandogli le guance con entrambe le mani prima di chinare il capo su di lui. La lingua scivolò lentamente tra le labbra socchiuse proprio come il suo sesso si spinse lentamente dentro di lui e Hanamichi emise un lungo lamento che si perse nelle bocca del compagno. Prima era stato così violento e ora così dolce... tremò sotto di lui mentre con lentezza dolorosa quasi volesse fargli assaporare ogni centimetro del suo sesso che gli affondava dentro Rukawa si spingeva completamente in lui. Si tese piano inarcando la schiena sempre di più man mano che lo sentiva sprofondare dentro di se senza sapere se stava cercando di ritrarsi o se gli stava andando incontro. Solo quando furono completamente uniti Rukawa gli lasciò libera la bocca fissandolo a pochi centimetri dal suo volto. Gli occhi nocciola erano carichi di confusione e piacere, così innocenti anche nel momento in cui poteva perfettamente sentire il suo corpo attorno al proprio. Quello sguardo aveva un potere devastante sul suo desiderio. Fissandolo in quelle iridi di cioccolato bollente Rukawa assestò la prima spinta godendosi il contrarsi dei lineamenti amati in quel misto di piacere e di dolore, le labbra socchiuse in un gemito spezzato. Rimase nuovamente immobile finche Hanamichi non riabbassò il capo fissandolo completamente perduto. “Così dolce...” mormorò il vampiro prima di assestare una seconda spinta che fece gemere più forte il suo ragazzo. “Così caldo....” mormorò facendogli scivolare la lingua sul volto, serpeggiando attorno alle labbra ignorando le suppliche del ragazzo e la sua bocca che si apriva e si chiudeva lentamente mormorando il suo nome mentre cercava un contatto che gli veniva negato. Il vampiro mise le mani sui fianchi del rossino impedendogli di muovere il bacino e imponendo al proprio corpo di rimanere immobile dentro a quello del suo shadow. “Bastardo...” sussurrò senza fiato Hanamichi cercando disperatamente sollievo ma impossibilitato ad ottenerlo. Fece scorrere le mani sul corpo candido del vampiro accarezzandogli sinuosamente la schiena scivolando sulle sue natiche e sulle gambe accarezzando quanto le sue dita riuscivano a raggiungere. Rukawa sollevò il viso interrompendo il gioco iniziato con la sua pelle per fissarlo negli occhi mentre un sorriso malizioso gli incurvava le labbra. “Non provocarmi...” sussurrò allungando le mani per catturare quelle abbronzate che lo stavano facendo impazzire e inchiodandogliele contro i cuscini. Hanamichi si agitò tra le sue braccia cercando di trattenere i brividi di piacere e di dolore mentre il vampiro si ostinava a rimanere immobile dentro di lui. “Ka...kaede per favore” mormorò Hanamichi cercando di muovere i fianchi verso di lui. La presa sui suoi polsi non cedette di un millimetro mentre il sesso del vampiro rimaneva dolorosamente immobile dentro di lui. “Non ancora amore..” gli sussurrò il volpino tornando a leccargli le labbra prima di baciargli gli occhi chiusi. Il respiro del suo do’hao stava diventando deliziosamente affannoso, poteva avvertire i suoi muscoli contrarsi contro di lui mentre quel corpo bollente in cui era sprofondato vibrava di desiderio e frustrazione. “Ru... ti prego...io....” “Shhh” lo ammonì dolcemente Rukawa facendo scivolare la lingua lungo la gola dell’amante. “Ka...kaede....” ansimò Hanamichi cominciando a tremare in maniera incontrollata. Rukawa gli sorrise nuovamente, una luce scintillante negli occhi resi blu dalla passione. “Voglio sentirti venire...” mormorò prima di spingere con forza indietro i fianchi. Hanamichi spinse la testa contro i cuscini lanciando un grido mentre il suo corpo veniva scosso dall’immediato affondo del compagno. Ansimò gli occhi spalancati, incredulo, impreparato al piacere violento che gli aveva strappato quel gesto. Rukawa cominciò a muoversi ritmicamente lasciandogli i polsi per far scivolare entrambe le mani sulle sue natiche in modo da accompagnare il corpo dell’amante contro il proprio. Hanamichi gli strinse le braccia intorno al collo cercando disperatamente un appiglio mentre dalle labbra grida inarticolate miste a singhiozzi andavano salendo di tono finche alla sua voce non si unì quella del vampiro che si liberava dentro di lui nello stesso istante in cui lo sperma del rossino bagnava i loro ventri. Rukawa scivolò fuori da lui accarezzandogli dolcemente il volto mentre il ragazzo esausto tentava di riprendere fiato. “Kami sama kistune...” mormorò il rossino tra un respiro affannoso e l’altro. “Non farmi mai più una cosa del genere” mormorò con un sospiro stanco cercando di calmare il battito furioso del suo cuore. “Non ti è piaciuto?” stuzzicò la volpe accarezzandogli la bocca con le labbra e godendosi il suo rossore intenso prima di scendere golosamente verso la gola. Non aveva bisogno di nutrirsi in quel momento ma il gusto del sangue del suo shadow dopo che avevano fatto l’amore era una cosa assolutamente inebriante e dopo quanto avevano appena condiviso... affondò delicatamente i denti nella carne concedendosi solo un piccolo assaggio di quel frutto succoso ben sapendo che non poteva esagerare dato che si era nutrito di lui solo il giorno precedente. Hanamichi emise un flebile lamento reclinando tuttavia il capo di lato per lasciargli più spazio di movimento. Il vampiro sospirò staccandosi da lui pochi istanti più tardi mentre si leccava le labbra gustando quanto vi era rimasto del suo sapore. “Delizioso” mormorò prima di tornare a sfiorare il volto del compagno con piccoli baci rassicuranti. Allungò una mano raccogliendo le lenzuola ordinatamente ripiegate ai piedi del letto per coprire il compagno che stava scivolando in un sonno esausto accanto a lui. Lo strinse dolcemente a se e Hanamichi nascose il capo contro la sua spalla prima di scivolare in un sonno senza sogni.

 

“Non ho mai visto un posto come questo...” mormorò Mistui seduto in una delle comode poltroncine disposte accanto ad una piccola scrivania della camera da letto del suo ragazzo. Kogure seduto sul grande letto a baldacchino si guardava intorno sorpreso almeno quanto lui. “Ci vorrebbe una cartina per girarla tutta” borbottò Kibinobu mentre paragonava le dimensioni della camera con quelle della casa. Lo sguardo gli cadde su delle splendide bottiglie di cristallo accuratamente riposte in una grande credenza di legno dalle ante finemente decorate. Erano tutte piene come se non avessero fatto altro che aspettare ospiti. “Sarà ma io mi sento un po’ a disagio” borbottò l’ex teppista lanciando un’occhiata al cameriere che aveva posato un’incredibile assortimento di bevande su un basso tavolino di vetro e stava ora versando le bibite in calici dall’aria incredibilmente delicata. “Non avrei mai pensato che Rukawa fosse tanto ricco...” commentò scuotendo le spalle “Chissà se c’è anche un campo da basket” mormorò riflettendo ad alta voce. Il cameriere che stava versando le bibite nei bicchieri poco distante da lui sollevò il capo sorridendogli cortesemente. “La palestra è nell’ala nord a fianco alla piscina olimpionica dietro il maneggio” “Ma...maneggio” balbettò Kogure incredulo. Il cameriere annuì con un piccolo sorriso orgoglioso “Sua Signoria adora andare a caccia con i falconi quando ha un pomeriggio libero” “Ma... ma... ci vogliono delle ore per venire qui!!!” obbiettò Mistui. Il cameriere scosse le spalle “Con l’elicottero sono sufficienti una ventina di minuti” I ragazzi fissarono il giovane cameriere a bocca aperta prima che Mistui sbottasse in un “Mi arrendo” tra l’incredulo e l’esasperato.

“Hey ragazzi!!!” esclamò Ryota piombando nella loro stanza senza prendersi la briga di bussare. “Che succede Ryota?” gli chiese cortesemente il vice capitano mentre il ragazzo gesticolava forsennatamente. “Ero andato in camera di Ayako per vedere se le serviva una mano con le valigie” disse arrossendo visibilmente mentre i due ragazzi gli lanciavano uno sguardo scettico. “Bhe lei mi ha dato la solita ventagliata sulla testa e io sono incespicato...” “....non avrai rotto qualcosa spero???” chiese Mistui preoccupato. “No, no” si affrettò a rassicurarlo il basso playmaker. “Però quando mi sono appoggiato al muro per non cadere metà della parete è ruotata e mi sono ritrovato nella stanza di Nobunaga!!!” I ragazzi lo fissarono sorpresi prima di alzarsi e seguirlo per vedere di persona. Nella sua camera Ayako stava raccontando lo stesso fatto ad Akagi mentre Kyota e Jin nell’altra stanza osservavano straniti il meccanismo. “C’è una piccola leva qui sotto” notò il tiratore da tre punti del Kainan mentre indicava al compagno più giovane una particolare decorazione del muro che se premuta rientrava lasciando scorgere un piccolo meccanismo. “Incredibile” sbottò Akagi provando a premere la parte rientrante, il pannello nel muro si chiuse scomparendo totalmente alla vista riaprendosi quando il capitano dello Shohoku rifece pressione sulla piccola decorazione dorata.

 

Akira si guardò attorno cercando di orientarsi. Tutti i giocatori erano usciti dalle loro camere per scendere nel salotto dove era stato preparato un piccolo buffet o per parlare con i compagni di squadra e scambiare impressioni su quella casa incredibile. Aveva localizzato le stanze di tutti più o meno. Tutti tranne la volpe e il Suo Hana-kun. Si poggiò allo stipite chiuso guardandosi attorno meravigliato. Certo che quel maledetto Rukawa aveva tutte le fortune. Oltre ad avere dalla sua la bellezza ed essere riuscito a soffiargli Hanamichi da sotto il naso era pure ricco da far schifo!! Eppure non l’aveva mai visto ostentare la sua ricchezza. A scuola andava con una bicicletta scassata e quando quella mattina i suoi compagni di classe l’avevano visto con sua madre anche loro erano rimasti sorpresi nel vederlo a bordo di un’auto tanto elegante. E poi quella villa... accidenti gli era venuto un mezzo infarto quando l’aveva vista dall’esterno e l’infarto l’aveva fatto per davvero quando erano entrati in garage!! Chi diavolo era Rukawa per possedere una simile ricchezza? Strani pensieri gli affollavano la mente mentre le ipotesi più assurde si facevano largo nella sua mente. Non aveva mai sentito nominare il padre di Rukawa... e se fosse stato un politico corrotto? O uno yakuza, o chissà che cosa??? Di certo non era con affari legali che si metteva su un palazzo come quello. Hanamichi era così candido che sicuramente simili pensieri non l’avevano neppure sfiorato, era suo assoluto dovere spiegargli come stavano le cose!!! Doveva salvarlo dalle grinfie di un potenziale criminale no? Il problema era trovarlo... Guardandosi attorno scorse il maggiordomo che scendeva dalle scale che portavano a secondo piano e gli si avvicinò con passo deciso. L’uomo lo fissò senza ostilità chiedendogli se poteva essergli utile. “Sì sto cercando un mio amico, si chiama Sakuragi e ha i capelli rossi” specificò sicuro che nemmeno quell’uomo composto avrebbe dimenticato una chioma come quella del suo do’hao. Lo sguardo mansueto del maggiordomo divenne però glaciale non appena sentì il nome del rossino mentre i lineamenti del vecchio si tendevano in una maschera di freddezza. “Il Consorte divide l’appartamento con sua Signoria” disse gelido.

“Consorte??” chiese stupito Akira.

Che intendeva dire che quei due erano sposati????

Stava scherzando???

Ma il maggiordomo gli aveva già voltato le spalle e si stava dirigendo al piano inferiore ritenendo chiuso l’argomento senza degnarsi di rispondergli.

Poco male, pensò l’asso del Ryona mentre in silenzio si dirigeva verso le scale che portavano al piano superiore.

A costo di bussare a tutte le porte lo avrebbe trovato e se interrompeva i due piccioncini tanto meglio!!!

Lui stava agendo solo per il SUO bene!!!

Quando arrivò in cima alle scale tuttavia Akira rimase immobile. Un’unica grande porta dava su quelli che certamente erano gli appartamenti padronali.... il problema era arrivarci!!!

Due splendidi doberman dal pelo nero e lucido erano infatti tranquillamente distesi dinanzi all’uscio. “Forse non sono male intenzionati” borbottò il ragazzo azzardando un passo avanti. Il più vicino dei due sollevò il capo che teneva appoggiato sulle lunghe zampe sottili trapassandolo con uno sguardo profondo. Sudando freddo Akira azzardò a muoversi nuovamente in avanti ma il cane emise un basso ringhio di avvertimento snudando le zanne candide e facendo desistere l’alto giocatore del Ryonan.

“E bravo Rukawa” borbottò scendendo i gradini a due a due “uno a zero per te!!!”

 

 

continua...

 

 

Scleri dell'autrice (..... nd.Pippis) 

S: ma non è possibile tutte lui le fortune ç_ç

N: su, su non fare così (fa pat pat sulla spalla di Akira)

H: Naika senti....

N: sì Hana?

H: perchè ti ostini a rendere pubbliche certe ....hemmm....cose >//////<

N:^___^ a che ‘cose’ ti riferisci??? (angelic smile)

H: >//////< .....

R: do’aho....

 

 

 

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