You are my Blood      epilogo                                        Back to FanFic  Back to Home

 

Se stai leggendo queste righe significa che è lui è vivo e tu...

Tu sei tornato.

Tutto ciò è impossibile.

Eppure in questi lunghi anni tra i mortali ho imparato che nulla può davvero fregiarsi di questa parola.

Non corrucciarti per la mia morte, conoscevo il destino a cui andavo incontro venendo a cercarti, e, credimi, sono felice.

La sabbia nella mia clessidra era ormai esaurita da tempo e, probabilmente, solo il fato mi ha tenuto in vita finora perchè potessi salvarlo, salvandoti.

Ti affido le sorti del mio clan e l’unica trascrizione dell’incantesimo che ho usato per salvare la vita del tuo shadow.

Fa buon uso del potere che possiedi.

Perchè se sei tornato...

 

Onore a te Kaede Edeak Rukawa

 

Daniel Rejii Lafcraft

 

 

Rukawa ripiegò la pergamena riponendola nel piccolo fascicolo di pelle nera prima di rimettere il tutto sull’ultimo ripiano della libreria.

“Kitsune sei qui?”

Il vampiro atterrò dolcemente a terra, voltandosi verso la porta dello studio nello stesso momento in cui i capelli rossi di Hanamichi fecero la loro comparsa da dietro lo stipite socchiuso

Il  suo ragazzo infilò il capo nella stanza regalandogli un sorriso solare.

“Ha appena chiamato tuo madre ha detto che lei e Reika torneranno domani” lo informò.

Le due donne di casa erano partite solo una settimana prima, per andare a trovare la famiglia della piccola vampira, che ormai, si era trasferita in pianta stabile da loro.

Rukawa aveva il sospetto che Jay avesse aspettato proprio quel momento sapendo che avrebbe avuto a che fare solo con loro due senza correre il rischio di essere smascherato da sua madre.

Annuì, avvicinandoglisi con passo felino, circondandogli la vita con le braccia.

“Allora abbiamo solo oggi...” sussurrò prima di sfiorargli le labbra con le proprie in una lenta carezza.

“Solo oggi per cosa?” mormorò piano Hanamichi, irretito dal tocco leggero della bocca calda del vampiro.

Questi gli regalò un sorriso malizioso sollevandolo tra le braccia e conducendolo verso la loro camera da letto.

“Stupida volpaccia mettimi giù!!” protestò il rossino cercando di divincolarsi dal suo saldo abbraccio senza successo.

Rukawa era divenuto più forte.

Se n’era accorto subito.

Gli aveva detto di non ricordare quanto era accaduto mentre era l’Edeak eppure Hanamichi aveva avvertito il cambiamento nell’aura del suo compagno.

Forse era quella sua parte di sangue demoniaco che gli permetteva di coglierlo.

Quando infine anche Morte era scomparsa il volpino si era guardato attorno, in mezzo allo scempio che lui stesso aveva provocato, passando lo sguardo dai loro amici stanchi ai due corpi accasciati tra le macerie.

Nelle iridi blu era passato un lampo di tenebra quando con un gesto secco del polso aveva disintegrato il corpo di Jay.

Si era invece avvicinato silenziosamente a Lafcraft.

“Lascialo a me” aveva sussurrato una fresca voce maschile sorprendendoli entrambi.

Un giovane vampiro dai capelli chiari era emerso dalle macerie dinanzi a lui.

Rukawa lo aveva riconosciuto come la sua silenziosa guida nel palazzo del Nord, e aveva lasciato che prendesse il corpo del Demon Master tra le braccia.

Il giovane non aveva detto nulla, si era inchinato con grazia scomparendo con il suo Signore, lasciandogli una piccola pergamena arrotolata su cui scintillava il marchio argenteo di Lafcraft.

Hanamichi l’aveva raggiunto silenziosamente e Rukawa gli aveva porto un sorriso prendendo la sua mano nella propria prima di fissare le macerie.

Era stato allora che l’aveva sentito.

Forse perchè le loro mani erano allacciate.

Forse perchè Rukawa non aveva fatto nulla per mascherare la sua aura di fronte a lui.

Il suo potere l’aveva accarezzato, per un momento, aveva avvertito la sua energia liberarsi.

E aveva provato l’assurdo impulso di inchinarsi anche lui, come aveva appena fatto il biondino.

La casa era risorta pezzo per pezzo da quel caos di polvere e macerie ritornando al suo originale splendore mentre Ayako, Ryota, Mitsui e Kogure si guardavano attorno increduli ritrovandosi improvvisamente nel salotto di villa Rukawa.

Ma erano rimasti ancora più basiti quando il vampiro si era inchinato di fronte a loro ringraziandoli.

Rukawa mise termine ai suoi pensieri lasciandolo cadere sul grande letto matrimoniale.

“Baka kitsune...” borbottò Hanamichi folgorandolo con lo sguardo “...ti sembra questo il modo di trattarmi, sono ancora infortunato!” gli fece notare, ma il vampiro non parve sentirsi particolarmente in colpa per il suo trattamento poco gentile.

Le ferite del rossino erano state completamente rimarginate dal suo potere nei giorni precedenti e nonostante Hanamichi tentasse di sfruttare la situazione Rukawa non si faceva certo ingannare facilmente.

“Ormai stai benissimo do’hao...” gli fece notare infatti, prima che nei suoi occhi blu si accendesse una luce famelica “...e io ho sete” sussurrò salendo gattoni sul letto, imprigionandolo tra le sue braccia.

Il rossino gli lanciò un’occhiata che doveva sembrare arrabbiata senza tuttavia fare nulla per scostarsi.

“Il frigorifero è piano di bevande” gli fece notare angelico.

“Quella che voglio io è calda” sussurrò Rukawa soffiandoli quelle parole a pochi centimetri dalle labbra.

“Hai voglia di the con questo tempo?” lo provocò il rossino alludendo alla splendida notte limpida.

Gli occhi del vampiro scintillarono.

“Sì...” sussurrò “...ho voglia di TE”  mormorò, prima di chiudergli le labbra con le sue.

Hanamichi sollevò le braccia cingendogliele intorno al collo, abbandonandosi alla carezza sapiente della lingua del vampiro finchè questi non fece scendere dolcemente una mano a sfiorargli il petto.

Come era accaduto nei due giorni precedenti Hanamichi si irrigidì, staccandosi da lui a disagio.

Scostò il capo sui cuscini osservando il cielo scuro, scintillante di stelle, fuori della finestra, senza emettere una parola, gli occhi improvvisamente annebbiati dai sensi di colpa.

“Hana...” lo chiamò piano il vampiro costringendolo dolcemente a voltare il viso per fissarlo negli occhi.

Il rossino lo fissò mordendosi le labbra a disagio e Rukawa sospirò.

“Si tratta di Jay vero?” gli chiese piano ottenendo in risposta solo un muto cenno del capo.

Gli passò con dolcezza una mano tra i capelli rossi.

Non ne avevano ancora parlato.

Infondo erano passati solo due giorni e il primo Hanamichi l’aveva passato per la maggior parte del tempo dormendo mentre la magia di Rukawa ripristinava le sue malconce energie.

Il giorno successivo avevano fatto colazione insieme, a letto.

Hanamichi si era accoccolato tra le sue braccia e Rukawa gli aveva parlato dell’Edeak.

Di quello che riusciva a ricordare, di quello che aveva sentito, di come ora, gli bastasse chiudere gli occhi per avvertire nelle proprie vene quel potere antico.

Hanamichi aveva aggiunto pezzi alla sua storia narrandogli quanto era successo una volta che si era risvegliato.

Ma l’argomento ‘Jay’ non era stato toccato.

Il rossino sembrava spaventato all’idea di parlargliene e Rukawa non voleva forzarlo anche se ogni volta che vedeva lo sguardo dorato del suo compagno addombrarsi per un suo bacio o una carezza avvertiva una gran voglia di resuscitare il maledetto, usando l’incantesimo di Lafcraft, solo per poterlo uccidere poi mooooolto lentamente.

Da quello che era riuscito a capire il bastardo aveva assunto il suo aspetto per ingannare Hanamichi.

Gli aveva fatto del male.

E ora temeva che il suo compagno non riuscisse più a vederlo con gli stessi occhi.

“Tesoro...” sussurrò dolcemente posandogli un bacio sulla fronte, cercando le parole giuste per rassicurarlo, ma Hanamichi lo interruppe “Ho fatto l’amore con lui Kaede” sussurrò affranto, tutto d’un fiato, sputando quella verità che aveva tenuto dentro in quei due giorni.

Kaede gli accarezzò il volto stendendoglisi accanto, allungando le braccia per stringerlo a se.

“Lo so, me l’ha detto” disse continuando a passargli una mano tra i capelli rossi.

Hanamichi si voltò di scatto e il vampiro notò con sempre maggior preoccupazione i suoi occhi tormentati.

“Io... io ti ho..” ansimò.

Rukawa scosse il capo con forza poggiandogli due dita sulle labbra per impedirgli di terminare la frase.

“Ti ha ingannato Hana, come ha ingannato me.” sussurrò accarezzandogli una guancia dolcemente.

“Non sei arrabbiato con me?” gli chiese titubante il rossino.

Il vampiro gli lanciò un’occhiataccia prima di tirargli un piccolo pugno in testa.

“Certo che sono arrabbiato do’hao!!” sbottò “Ma non con te.”

Emise un lento sospiro cercando di espellere con l’aria anche il dolore che sentiva nel petto.

“Avrei dovuto proteggerti...” sussurrò.

Hanamichi allungò le braccia stringendolo a se, strofinando la guancia contro il suo petto.

“Ti amo kitsune lo sai vero?” chiese in un soffio.

Rukawa sorrise abbassando il capo per fissare quei due pozzi dorati così scintillanti.

“Lo so” mormorò prima di chinarsi per baciarlo, accolto finalmente senza incertezze dalle labbra del suo amante.

Continuarono a scambiarsi piccoli baci e lente carezze a lungo, in silenzio, godendo solo della vicinanza reciproca finché Rukawa si staccò lentamente da lui, osservandolo per un momento.

Senza una parola si  alzò e si allontanò dal letto seguito dalla sguardo confuso del rossino che si mise a sedere sul materasso osservando il compagno che apriva un cassetto della sua scrivania e ne prendeva qualcosa prima di tornare verso di lui.

“C’è una cosa che devo chiederti....” iniziò Rukawa sedendosi accanto a lui, senza però toccarlo.

Hanamichi lo fissò, per una volta in silenzio, attendendo.

Rukawa tuttavia era sempre stato più bravo con i gesti che con le parole quindi senza dare spiegazioni si limitò a porgli una piccola scatola di velluto nero.

Il rossino spalancò gli occhi riconoscendo la firma di un noto gioielliere sul coperchio.

Non poteva essere quello che lui sperava che fosse.

“Aprilo” sussurrò il vampiro, gli occhi blu scintillanti d’attesa.

Con mani tremanti il  rossino fece quanto gli era stato ordinato sussultando quando vide le due fedi di oro rosso poste sul raso bianco.

“Ka...kaede...” balbettò sollevando lo sguardo incredulo.

Rukawa gli sorrise dolcemente.

“La prima volta Hana non eri propriamente cosciente...” sussurrò “...da allora sono successe tante cose, ho rischiato di perderti tante volte però abbiamo superato tutto... insieme.”

Fece un respiro per dare un po’ di sollievo alle sue corde vocali poco abituate.

“Hanamichi Sakuragi...” sussurrò fissandolo negli occhi dorati “....vuoi legarti a me?”

Hanamichi lo fissò incredulo, immobile.

Anche Rukawa non si muoveva, attendendo la sua risposta.

Gli stava chiedendo di essere nuovamente il suo shadow.

Di legare nuovamente il suo destino al suo.

Di essere il suo sangue.

Consapevolmente.

Per sempre.

Hanamichi aveva sofferto molto con lui, per lui.

Ora era libero dal suo incantesimo.

Avrebbe potuto andarsene.

Ricominciare una vita normale.

 

Sì”

 

Lo disse con assoluta sicurezza senza indugio o dubbio, cancellando in un momento tutti i timori del vampiro.

Gli occhi di Rukawa si accesero di mille luci mentre allungava le mani candide per accarezzare quelle dorate che ancora reggevano la piccola scatola.

Delicatamente sfilò una delle fedi sanguigne prendendo poi la mano del compagno per infilarvela.

Hanamichi seguì ogni suo gesto in silenzio prima di prendere anch’egli il piccolo cerchio d’oro e infilarlo all’anulare dell’amante.

Intrecciarono le loro mani mentre si chinavano lentamente uno verso l’altro, incontrandosi in un bacio leggero, a fior di labbra.

Si staccarono in silenzio fissandosi per un momento prima che Hanamichi si riadagiasse sulle lenzuola tendendo le braccia al suo compagno in un muto invito.

Rukawa si fece abbracciare scivolando su di lui, facendo aderire i loro corpi, separati soltanto dia vestiti.

Lentamente senza fretta cominciò a far scivolare le mani candide sulla maglietta blu, una delle sue, che copriva l’ampio petto del compagno.

Gli accarezzò i capezzoli, strofinandoli sotto il cotone leggero provocando un delizioso rossore sulle guance del suo amante che chiuse gli occhi emettendo piccoli sospiri di piacere nel farsi esplorare così da lui.

Sorrise allargando i palmi della mani sul cotone scuro scivolando verso il basso prima di infilarsi sotto il tessuto per far scorrere le dita sulla pelle calda.

Hanamichi emise un lungo gemito inarcando piano la schiena accompagnando con quel gesto la risalita delle dita candide che, quasi attirate da una calamita, tornavano a prendersi cura del suo petto.

Deciso a non lasciarsi torturare senza ricambiare il rossino fece scivolare le sue mani sotto la maglietta del compagno, disegnando gli addominali del suo amante.

Rukawa si scostò da lui quel poco che gli era necessario a togliersi l’indumento e a lasciare che il rossino facesse lo stesso prima di chinarsi nuovamente sul suo volto.

Le loro labbra si incontrarono in un bacio che divenne più profondo quando Hanamichi cinse con le braccia l’ampia schiena candida del suo compagno attirandolo di più a se.

Rukawa si spostò su di lui e ad entrambi sfuggì un ansito quando i loro bacini strofinarono l’uno contro l’altro.

Il rossino portava dei semplici pantaloni di tela, data la giornata quasi primaverile, e il vampiro aveva a sua volta solo i leggeri pantaloni della tuta a dividere la sua pelle da quella bollente del compagno, riusciva dunque ad avvertire con estrema chiarezza il membro del suo amante che, al pari del suo, si stava tendendo anelando attenzione.

Hanamichi sollevò il bacino cercando quello del vampiro strofinandosi sensuale contro di lui, allargando le gambe per permettersi un maggiore ampiezza di movimento, accogliendo Rukawa tra esse.

Il volpino ansimò pesantemente staccandosi dalle sue labbra per lanciargli un’occhiata rovente.

“Do’hao...” sussurrò con voce roca “...non provocarmi”

Ottenne una linguaccia a quelle parole, ormai così conosciute, e decise di intrappolare quell’organo impertinente che si faceva beffe di lui richiudendogli la bocca con la sua.

Hanamichi mugolò contro le sue labbra quando il vampiro gli spinse i fianchi contro il materasso inchiodandolo contro di se mentre una mano candida scivolava sul suo addome liscio, cercando la cerniera dei pantaloni.

Gliel’abbassò lentamente mentre le sue dita ne approfittavano per sfiorare la calda virilità del suo compagno ancora protetta dal cotone candido degli slip.

Il rossino gemette contro le sue labbra spingendo il bacino contro il suo con fare invitante mentre abbassava le mani seguendo con i palmi la linea elegante dei fianchi del suo amante fino all’elastico dei pantaloni della tuta per poi infilarsi sotto di essi.

Rukawa si staccò dalle sue labbra lanciandogli un’occhiata incendiaria quando il rossino spinse una delle mani sul davanti, infilandola sotto i boxer.

Lo allontanò prima di alzarsi e liberarsi dei pantaloni, e della biancheria insieme, mentre Hanamichi lo fissava con gli occhi colmi di desiderio.

Tornò con lentezza esasperante al letto e con entrambe le mani fece scivolare i pantaloni e gli slip dalle gambe di Hanamichi, senza lasciare mai lo sguardo dorato, offuscato dal desiderio.

“Sai Hana...” sussurrò fissando il corpo muscoloso del suo compagno così lascivamente abbandonato sulle coperte.

“C’è qualcosa che posso fare perchè ciò che è successo con Jay non si ripeta...” mormorò fissandolo sornione.

Il rossino sollevò un sopracciglio lievemente preoccupato.

Aveva già visto quello sguardo in un paio di occasioni ed era sempre finita con loro due esausti e il letto sfatto... quand’erano a letto.

Un brivido tutt’altro che spiacevole spiraleggiò lungo la sua schiena mentre Rukawa si alzava nuovamente dal letto fermandosi a pochi passi da esso.

Tuttavia Hanamichi non era preparato a quello che accadde pochi istanti più tardi.

Il vampiro si passò la lingua sulle labbra con fare invitante e poi...

...scomparve.

 “Ru...?” lo chiamò perplesso il rossino, sedendosi di scatto sul letto, guardandosi intorno alla ricerca del compagno.

“Ti sei fatto ingannare dagli occhi...” gli sussurrò la voce del suo amante, a pochi centimetri dal suo volto.

Il suo respiro caldo gli accarezzò la guancia ma quando Hanamichi si voltò vide solo aria dinanzi a se.

“..ora...” mormorò il vampiro. Hanamichi avvertì una carezza leggera sulla propria spalla ma quando tese una mano incontrò solo il vuoto dinanzi a lui.

“... concentrati sulle sensazioni.” Soffiò il vampiro.

Il rossino sussultò avvertendo il morbido calore delle labbra dell’amante sulla gola ma ancora una volta non riuscì a scorgere nulla.

Il letto cigolò quando il vampiro vi salì sopra spingendo il compagno contro il materasso.

Hanamichi allungò una mano, incredulo, verso l’aria sopra di se incontrando sotto le dita la calda consistenza delle braccia di Rukawa.

“Se...sei invisibile?” sussurrò incredulo.

Rukawa non gli rispose allungando il capo per baciarlo.

Hanamichi che non l’aveva visto avvicinarsi spalancò gli occhi sorpreso nell’avvertire la bocca del compagno sulla sua.

Accompagnato dalle braccia del vampiro si stese nuovamente, ansimando quando, seppure i suoi occhi spalancati non scorgessero che aria su di se, avvertì chiaramente le dita esperte del compagno scivolare sul suo addome.

Si tese chiudendo gli occhi, ritrovando così la familiare sensazione del corpo del vampiro contro il suo.

Rukawa tuttavia si allontanò da lui provocando un fremito di freddo e una protesta.

Il rossino rimase immobile con gli occhi chiusi ma non avvertì nessun suono o tocco che potesse testimoniare la presenza del vampiro nella stanza.

“Kaede?” chiamò incerto, aprendo gli occhi per guardarsi attorno, ben sapendo quanto fosse inutile quel suo gesto.

“Ti stai fidando di nuovo degli occhi?” gli sussurrò la voce calda del vampiro facendolo sussultare.

“Stupida volpaccia vuoi farmi fare un infarto!” ansimò Hanamichi cercando di acciuffare l’aria senza molto risultato.

Rukawa rise dolcemente afferrandogli i polsi e inchiodandoglieli contro i cuscini mentre Hanamichi cercava di liberarsi senza molto successo.

“Riprendi le vecchie abitudini vedo?” borbottò il rossino, ricevendo in risposta una sensuale risata.

“Non mettermi queste idee do’hao” lo rimproverò bonariamente chinandosi per baciarlo dolcemente prima di liberandogli i polsi per tornare ad allontanarsi.

Hanamichi stava per richiamarlo esasperato quando tutto il suo corpo fu attraversato da un’inattesa, quanto sconvolgente, ondata di calore.

“Ka...kaede” ansimò inarcando la schiena “che stai facend....” la sua voce si ruppe in un lungo lamento di piacere quando avvertì le labbra del suo compagno accogliere il suo membro mentre con le mani il vampiro gli allargava le gambe.

Arrossì violentemente nel vedere davanti a se l’effetto del gioco del suo compagno sul suo corpo e si affrettò a chiudere gli occhi, cominciando però a spingere piano il bacino contro di lui per chiedergli di più.

Il vampiro l’accontentò allungando la lingua per aggiungere il suo tocco al massaggio delle labbra strappandogli un grido quando, inarcando la schiena, si perse nella sua bocca.

Hanamichi socchiuse gli occhi lentamente, recuperando il respiro, mentre avvertiva la mano del compagno scivolargli dolcemente sull’addome.

Dinanzi a lui, a mezz’aria, la traccia bianca del suo sperma disegnava un lento rivolo sottolineando il contorno del volto del suo compagno.

Hanamichi allungò le braccia catturandolo contro di se, raccogliendo con la lingua il suo stesso sperma sul viso dell’amante, e il vampiro gli sorrise materializzandosi sopra di lui prima di spingerlo a sdraiarsi, allargandogli le cosce con un ginocchio facendo ben attenzione a strofinarne l’interno sensibile.

Fu ricompensato dal lento sospiro di piacere del compagno che venne prontamente raccolto dalle sue labbra affamate.

La sua lingua scivolò languida nella bocca del rossino, assaggiandolo con cura, spingendo le labbra contro le sue per fargli reclinare il capo.

Gli accarezzò la gola con una mano mentre l’altra scivolava giù tra le gambe divaricate per cercare il suo sesso.

Lo lasciò libero di respirare scendendo a baciargli la gola accompagnato dalla voce calda del suo compagno che si alzava in note roche e profonde, spezzandosi in ansimi quando la sua mano cominciò a salire e scendere a ritmo regolare, tramutarsi in lunghi gemiti quando la sua bocca scivolò languida sul suo petto.

“Kaede...” ansimò Hanamichi spalancando gli occhi, quando il palmo di Rukawa premette sulla sua eccitazione, il metallo freddo dell’anello sulla pelle bollente.

Il vampiro sorrise ripetendo quel gesto che aveva fatto improvvisamente tendere il suo compagno mentre Hanamichi emetteva un lungo lamento inarcandosi violentemente sotto di lui.

Scivolò a succhiargli dolcemente la gola ignorando il suo bacino che si spingeva con urgenza contro di lui.

“Piano amore abbiamo un sacco di tempo...” gli soffiò nell’orecchio prima di mordicchiargli dolcemente il lobo trattenendo un sorriso quando gli giunse un insulto dalla voce tesa e roca del suo amante.

Hanamichi gli fece scivolare le braccia attorno alle spalle accarezzando quella schiena vellutata disegnandone i contorni, stringendola con più forza quando il piacere saliva, riprendendo fiato quando Rukawa rallentava la sua carezza portandolo alla pazzia.

Cominciò a spingersi contro di lui con urgenza e il volpino ne approfittò per far scivolare una mano sotto di lui fino ai glutei.

Vi insinuò il primo dito mentre tornava a sollevare il capo per fissare il suo compagno.

Lasciò andare il suo sesso mentre anche la seconda mano scivolava sotto di lui obbligandolo ad alzare i fianchi.

Hanamichi non si fece pregare inarcando il corpo, offrendosi a lui con un ansito roco che mandò in tilt il cervello del vampiro.

Rukawa gli allargò le natiche spingendo il bacino contro di lui, penetrandolo con forza, strappandogli un grido di dolore.

Lo strinse possessivamente a se con entrambe le braccia, mentre la sua bocca raccoglieva una lacrima salata prima di andare a sigillare le labbra del suo compagno.

Rimase immobile dentro di lui per alcuni istanti prima che il calore rovente di quel corpo lo attirasse inesorabilmente a se, spingendolo a muoversi dentro di lui.

Hanamichi si aggrappò alla sue spalle gemendo, la sua voce saliva sempre più in fretta man mano che Rukawa aumentava il numero e la forza delle spinte.

Ansimò quando avvertì il calore del compagno invaderlo, i fianchi del vampiro strofinarono contro i suoi un’ultima volta e con un lungo lamento Hanamichi venne contro il corpo del compagno.

Rukawa lo riadagiò tra le lenzuola con dolcezza liberandolo, prima di allungare un braccio raccogliendo le coperte avvolgendoli entrambi nel loro calore, attirandolo contro il suo petto.

Hanamichi gli sorrise dolcemente sfiorandogli le labbra con un bacio e il vampiro gli scostò dolcemente le ciocche rosse che, umide, gli erano scivolate sbarazzine a velare gli occhi dorati.

La sua mano scese poi sulla gola, sfiorando dolcemente la piccola cicatrice che ancora segnava le sue carni.

Hanamichi reclinò il capo appoggiandosi a lui mentre le sue braccia scivolavano a stringere la vita del vampiro.

“Mordimi...” sussurrò piano soffiando sulla pelle sudata del compagno.

Rukawa rabbrividì abbassando il capo lentamente, accarezzandolo dolcemente con la lingua, prima di aprire le labbra.

Il rossino emise un flebile lamento quando avvertì i canini del vampiro lacerargli la pelle.

Una mano del vampiro gli accarezzava dolcemente i capelli mentre l’altra si spostava ipnotica su e giù sul suo fianco.

Rukawa continuò a suggere lentamente mentre la vista del suo compagno si offuscava e il suo respiro diventava più pesante.

Lo lasciò andare quando ebbe preso abbastanza sangue da portare a compimento il rituale, adagiandolo con cura sui cuscini fissando gli occhi dorati velati di stanchezza.

“Tutto bene?” gli chiese piano.

Hanamichi ebbe a malapena la forza di annuire e Rukawa gli sorrise dolcemente.

“Ti restituirò le forze...” promise prima che nei suoi occhi blu cominciassero a delinearsi ormbe fluide.

Hanamichi ne seguì il gioco, ipnotizzato, mentre le parole del vampiro si alzavano ferme e solenni nell’aria satura del loro amplesso.

 

Dinanzi a questa notte mia sorella..” sussurrò piano.

 

...dinanzi a questo buio mio padre..

 

Si morse le labbra, incidendole finchè su di esse non brillò una piccola goccia carminio.

 

..il mio sangue per te..

 

Si abbassò a sfiorargli le labbra in modo di bagnarle con il suo liquido scarlatto.

 

“..tu che sarai il mio sangue.

 

Sussurrò osservando il compagno leccarsi le labbra, assaporando il suo sapore.

 

..Il mio sangue nel tuo corpo..

 

..il tuo sangue nel mio corpo..

 

..finché il buio non calerà sulla tua luce..

 

Hanamichi gli sorrise dolcemente e il vampiro allungò la propria mano intrecciandola con la sua.

Nel silenzio irreale che li avvolgeva con la sua calda coperta si sollevò leggero il tintinnio delle due fedi che venivano a contatto.

 

..Legati.”  sussurrò fissandolo intensamente.

 

Legati” ripetè Hanamichi ricambiandogli lo sguardo.

 

Rukawa gli scostò i capelli rossi dalla fronte dandogli un ultimo, dolce bacio, mentre le maglie dell’incantesimo si chiudevano nuovamente su di loro avvolgendoli con la loro reciproca promessa, prima che entrambi scivolassero nel sonno.

Sulla fronte dorata del rossino, una piccola volpe, la lunga coda elegante attorcigliata al tronco di uno splendido acero.

 

 

fine........                                                                                                        

 

 

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