Bugie 1                                Back to FanFic  Back to Home

Pow Hanamichi.

 

Eccolo lì.

Mio cugino.

Hiroshi Sakuragi.

Ventidue anni.

Capelli castani con qualche ciocca bionda, ad arte, tra i ciuffi ribelli che gli accarezzano la fronte ampia.

Occhi verde smeraldo eredità della nostra nonna irlandese da cui io, purtroppo, ho preso solo il colore dei capelli.

Pelle  chiara, lattea, quasi quanto quella di Rukawa.

Nella mano destra tiene con eleganza un calice di vino bianco.

Le lunghe braccia fasciate dalla camicia di seta azzurro chiaro che alla luce delle lanterne sparge scintillii argentei attorno a lui.

I pantaloni neri gli fasciano le gambe quanto una seconda pelle, sottolineando i muscoli sviluppati durante ore e ore di palestra.

Sorride alle due ragazze che se lo stanno mangiando con gli occhi, civettuole.

Basterebbe un suo cenno del capo per farle cadere ai suoi piedi.

Ma Hiroshi non ne ha bisogno.

E’ accompagnato da Mark, la sua ultima fiamma, una splendida creatura bionda che ora posa con noncuranza una mano perfetta sul suo braccio per attirare la sua attenzione su qualcosa.

Ridono sommessamente, insieme, mentre mezza popolazione presente alla festa sviene e l’altra mezza si disidrata per il troppo sbavare.

Solo io so quanto è falso Mister Perfezione.

E’ vero i suoi voti sono sempre stati i più alti, nelle competizioni sportive era sempre il primo, ora è un modello di successo e presto, si vocifera, verrà lanciato nel mondo del cinema.

Però in lui non c’è niente di genuino, di vero.

Vive sorridendo a chi gli serve e calpestando chi gli è d’intralcio.

Prova gioia nel mettere in mostra la sua bellezza e la sua forza.

Si diverte dall’alto del suo podio a denigrare chi sta sotto di lui.

Con me in particolare.

Sempre, sin da quando eravamo due bimbetti non ha smesso per un solo minuto di rinfacciarmi ogni minimo errore.

Di additare ogni mia piccola mancanza.

Credo che almeno il settanta per cento delle mie insicurezze siano nate grazie a lui.

Prima di scoprire il basket ricordo di aver sempre pensato: impegnarsi perchè?

Tanto comunque non lo raggiungerò mai.

Mia madre parlando con mia zia sospirava: come vorrei che anche il mio Hana diventasse come Hiro-kun.

Hana impara da Hiro-kun.

Guarda quant’è bravo Hiro-kun.

Lui sì che è un bambino obbediente.

Lui sì che si comporta da figlio modello.

Lui non da preoccupazioni ai suoi genitori.

Lui non farebbe mai quello che fai tu....

Lui...

Lui....

Lui......

Lui è tutto quello che a detta di tutti dovrei riuscire a essere io.

Sospiro rubando un pasticcino dall’ampio tavolo imbandito e infilandomelo in bocca distrattamente.

 

“Gli psicologi dicono che chi mangia tanti dolci lo fa per supplire alla mancanza di sesso, lo sai?” sussurra una voce nota alle mie spalle.

 

Hiroshi, chi altro.

 

Come tutte le altre sfortunate volte che ci siamo incontrati non perde occasione per prendermi in giro.

Stringo la mascella trattenendomi a malapena dal tirargli una craniata.

Lo odio.

Lo odio con tutta l’anima!

Purtroppo anche Yohei si è fatto incantare dalla sua falsa gentilezza e dal suo viscido sorriso e così quando il mio ‘caro’ cuginetto gli ha chiesto se avevo fatto progressi nella mia vita amorosa da quando lui si è trasferito a Tokyo, è andato a raccontargli degli ennesimi rifiuti che ho ricevuto nel frattempo, di Harukina cara che non faceva altro che sbavare su un’altro mio compagno di squadra e dulcisis in fondo che da un paio di mesi mi sono accorto che io stesso ho preso una mastodontica sbandata per il suddetto compagno di squadra.

Mi lancia uno sguardo da capo a piedi passando con sufficienza i suoi occhi perfetti sul semplice maglione beige che mi scivola dolcemente su un paio di jeans chiari.

Posso leggere chiaramente tutta la sua sufficienza.

Nemmeno Rukawa ha uno sguardo così sdegnoso, anche quando mi da del do’hao.

“Suvvia Hana-chan vedrai che un giorno troverei un bravo ragazzotto che vedrà ‘qualcosa’ in te” dice generosamente, senza attendere nemmeno la mia risposta, scuotendo una mano come per allontanare una mosca, sottolineando la parola ‘qualcosa’ con una dose di scetticismo che mi fa ribollire il sangue nelle vene.

 

E va bene!

 

Non sono bravo a scuola, non sono bello e nello sport sono solo un do’hao!

 

E con questo?

 

Io almeno dico quello che penso e mi comporto di conseguenza.

Io non vivo leccando il posteriore ai ricchi per fare carriera e disprezzando tutti gli altri!

Nonostante io sia convinto della giustezza dei miei pensieri non posso fare a meno di sentirmi inferiore a lui.

Perchè questa mia maledetta insicurezza si ciba di ogni sua parola crescendo di minuto in minuto, inglobandomi fino a soffocarmi.

 

Come vorrei...

 

Per una volta, per una minuscola, unica, volta, potergli rispondere a tono.

Dimostrargli che anch’io posso trovare qualcuno che mi ami.

Qualcuno che veda ‘qualcosa’ in me.

 

Per una volta io...

...vorrei vedere i suoi occhi allargarsi di stupore, vorrei vederlo impreparato, stupito.

 

Vorrei dimostrargli che anch’io valgo.

Il brusio attorno a me si fa più lontano.

 

Per una volta io...

Per una volta sola...

Per questa sola volta....

 

Sorrido, ostentando una calma che non possiedo.

 

“Ti sbagli Hiro-chan...” mormorò sottolineando il chan con tono volutamente melifluo “....si da il caso che proprio due settimane fa io mi sia fidanzato” lo gelo.

 

Solleva un sopracciglio sorpreso e alquanto scettico, tuttavia so che non può smentirmi con sicurezza.

Io e Yohei abbiamo fatto un lungo discorso alcuni mesi fa e da allora il mio miglior amico è diventato il nemico numero uno di Mister Perfezione.

Adesso che non ha più nessuno che gli racconta i fatti miei non sa come prendere la notizia.

E’ evidente che non ci crede, scruta il mio sorriso soddisfatto con attenzione e io mi impongo di non farlo cedere nemmeno di un millimetro.

 

Perfetto.

 

Gli stanno venendo dei dubbi.

E adesso come la mettiamo caro il mio cuginetto?

La smetterai una buona volta di prendermi in giro.

“Ma bravo Hana-chan...” mormora ricomponendosi subito “....e chi sarebbe il fortunato?” mi chiede suadente.

La vipera!

Vuole mettermi in difficoltà.

E adesso che gli dico?

Mia madre lo dice sempre che le bugie hanno le gambe corte io, poi, sono un pessimo mentitore.

Mi scoprono subito.

Colpa di questo mio viso così espressivo.

Che faccio?

Prendo un bicchiere dal tavolo, un po’ in disparte, accanto al quale siamo fermi, sorseggiando il liquido chiaro lentamente, ostentando un’aria misteriosa, mentre cerco di riflettere.

Potrei dirgli che è Yohei.

Lui sicuramente mi reggerebbe il gioco ma da quando il mio amico non gli fa più da spia personale Hiroshi lo ha catalogato tra le persone inutili trattandolo come tratta tutte le persone rientranti in questa categoria, ossia: pezze da piedi.

Dovrei scegliere qualcuno che lui stimi.

Qualcuno su cui non abbia niente da dire.

Magari qualcuno che lui stesso abbia elogiato personalmente nei suoi discorsi, in modo tale che non appena io abbia proferito il suo nome lui non ricominci a fissarmi dall’alto al basso, sbottandone magari in un : bhè certo solo lui poteva raccattarti...

 

“Rukawa” le mie labbra si muovono prima che io abbia modo di pensare.

 

Merda, lui no!

Gli occhi di Hiroshi si spalancano all’inverosimile e io mi godo questa scena incredibile perchè sarà l’ultimo momento felice della mia vita.

Se si sa in giro che ho detto una cosa simile sono morto.

Rukawa?

Ma sono impazzito?

E’ vero il padre del volpino è il proprietario della più grande casa cinematografica giapponese e solo per questo motivo, fosse anche un ladro e un assassino, per Hioroshi è un dio sceso in terra.

In più la dannata volpe è bella, quando mio cugino ha scoperto che frequentava la mia scuola per la prima volta ho visto nei suoi occhi verdi un lampo di invidia profonda.

Nemmeno la perfezione di Hiroshi può stare al confronto con l’eleganza del mio gelido compagno di squadra.

Se non fosse per l’odio viscerale che Rukawa nutre per il mondo in cui è cresciuto, chissà, ora potrebbe essere un divo a livello mondiale.

Hiroshi stesso ha fatto più volte apprezzamenti su di lui.

In poche parole perfetto.

Se non fosse che quest’ipotesi è assolutamente incredibile.

 

Rukawa il mio ragazzo?

 

Sì certo.

Nei miei sogni accade di continuo.

Ma nella realtà?

 

La calda risata di mio cugino mi riscuote bruscamente dai miei pensieri.

“Devo dire...” mormora scostando una ciocca bionda con quel suo modo studiato di muoversi “...che per un momento ti avevo persino creduto.” ride “E sentiamo da quando siete passati dal ‘do’hao’ all’essere fidanzati?” mi chiede curioso.

Merda e adesso che m’invento?

Ma perchè Yohei gli ha raccontato tante cose?

Calma...cerchiamo di ragionare.

Inanzi tutto Hiroshi ha notizie attendibili solo fino a due mesi fa.

Sa che avevo perso interesse per Haruko e che avevo cominciato a guardare la volpaccia malefica.

Inoltre sa anche che siamo in squadra assieme.

Ce la posso fare.

Sorseggio di nuovo il succo di frutta, maledicendo tra me e me mia madre che ha avuto la brillante idea di parlare al mio caro cuginetto di questa festa che si tiene allo Shohoku, per il cinquantesimo dalla sua costruzione.

Naturalmente il viscido parente non ha perso occasione di venire per mettersi in mostra ed esibire il suo perfetto, nuovo, fidanzato, convinto di potermi sbandierare la sua ennesima conquista sotto il naso, impunemente, solo per farmi invidia.

Non se ne poteva stare a Tokyo il bastardo?

Per fortuna che tra due giorni riparte!

Ma certo!

Sono un genio!

Hiroshi non saprà mai che questa è una bugia.

Tra due giorni se ne va di nuovo e non avrà certo modo di confutare quanto gli racconterò.

Inoltre domani non c’è scuola ed è matematicamente impossibile che Rukawa si presenti alla festa stasera!

Sono salvo!!

Ghigno soddisfatto.

“Si da il caso che sia stato proprio lui a venire da me e a confidami il suo amore!” dico tutto gongolante.

E’ chiaro che ancora non è convinto però vedo anche che si mordicchia nervosamente il suo labbro perfetto.

Sono riuscito a mettergli il dubbio!!

Ah ah ah!! Potrei vincere il nobel per la recitazione!

O era il premio oscar?

Bhe è lo stesso.

“Davvero?” chiede ancora sospettoso.

Ma è chiaro che sta finendo i suoi argomenti.

Ce l’ho fatta!

Per una volta l’ho battuto!

EVVAIII!!!

 

“E come mai non è qui con te stasera?”

 

Tutta la mia gioia si trasforma in ghiaccio che si frantuma a terra in mille cristalli.

Azz... piccolo particolare che non avevo calcolato.

“Bhe ecco...”

Merda, merda, merda e adesso che cosa gli racconto????

“...bhe sai... Ru... hemm.. Kaede...non ama molto i luoghi affollati...” balbetto.

La mia voce suona un po’ incerta.

Vedo una luce cattiva lampeggiare nei suoi occhi verdi.

Mi ha scoperto!

Sono finito!

Cerco di restare impassibile mentre una goccia di sudore mi scivola lungo la schiena.

Hiroshi ridacchia fissandomi soddisfatto.

“Chi credi di prendere in giro?” mormora avvicinandosi a me.

“Figuriamoci se uno come Rukawa potrebbe essere davvero il tuo ragazzo!!” ride divertito.

Stringo la mascella con rabbia ma anche con dolore.

“Tu? Ma ti sei guardato allo specchio?” mi chiede, regalandomi un’altra della sue occhiate.

Mi fa male sentirglielo dire.

Lo so che non dovrei lasciarmi influenzare.

Lo so che non devo però...

 

Però...

 

Sta mettendo a nudo tutti i miei dubbi.

Tutte le mie incertezze.

Tutte le mie paure.

 

“L’aspetto fisico non conta! Anch’io amo Rukawa, non perchè è bello, ma perchè è forte, determinato. Perchè non si ferma davanti a niente e a nessuno, perchè anche se è sempre silenzioso è sincero e non si nasconde dietro un sorriso ipocrita per ingannare la gente” ringhio.

Mi piacerebbe avere il coraggio di dirle a lui queste cose.

“Prima di amarlo lo ammiro e lo stimo, perchè crede ai suoi sogni e lotta per trasformarli in realtà!” esclamo.

Hiroshi ridacchia ancora in quel suo modo carico di disprezzo.

 

“Certo Rukawa è ricco e potente..” mormora.

 

Non ha capito nulla di quello che ho detto.

Possibile che tutti si fermino di fronte alle apparenze?

Rukawa è molto più di questo!

 

“... è logico che tu provi ammirazione per lui..” dice scuotendo le spalle.

“... non è questo che metto in dubbio...” mi sorride suadente “...quanto che lui ricambi questi tuoi sentimenti!”

I suoi occhi mi squadrano dall’alto al basso mentre posa una mano sotto il mento con aria critica.

“Che cosa hai tu da dargli?” sussurra velenoso.

 

Mi sento male.

Il suo sguardo mi ferisce più di mille parole.

Quante volte l’ho visto negli occhi di chi si ferma di fronte a me.

Cinquanta volte è scivolato sulla mia figura mentre un piccolo sorriso di scherno sollevava le labbra di altrettante ragazzine.

Cento volte i professori hanno fissato così i miei capelli, i mie lividi.

Possibile che non riusciate a vedere oltre?

Anche Rukawa mi vede così?

Mi gira la testa.

E’ come se mi ritrovassi davanti lui.

Mi immagino la sua reazione, quello che direbbe se gli confessassi i miei sentimenti.

Anche lui mi guarderebbe così?

Anche lui riderebbe di me?

 

“Tzè una persona speciale come Rukaw con TE?” mormora Hiroshi con scherno.

Lo so...

 

“Tu che non hai mai combinato niente nella vita...”

Lo so...

 

“Tu che ti sei fatto scaricare da cinquanta ragazze diverse...”

Lo so...

 

“Sei una schiappa a scuola..”

Lo so...

 

“Sei un disastro nello sport...”

Smettila...

 

“Sei un teppistello da strada...”

Basta....

 

“Non vali niente...”

La sua voce gronda disprezzo.

 

“Sei un buono a nulla...”

Mi fa male la mascella a forza di serrarla e mi bruciano gli occhi, per fortuna che siamo abbastanza appartati e nessuno fa caso a noi.

 

“Uno zero!” conclude il suo bel discorso con quest’ultima pugnalata al mio cuore.

Mi sento stanco come se pezzo a pezzo le sue parole avessero distrutto la mia volontà.

Non ho più la forza nemmeno di muovermi.

 

 

“Do’hao...”

 

 

Kami sama no....

Lentamente io e Hiroshi ci voltiamo.

E lui è lì.

Appoggiato al tronco dell’albero che l’ha nascosto finora ai nostri sguardi.

Probabilmente ci si è addormentato contro.

O forse no.

E ha sentito tutto.

Ogni singola parola.

Ogni stilettata.

Bene kitsune adesso spetta a te.

Dammi il colpo di grazia e facciamola finita.

Esce dalle ombre che l’hanno celato e non posso che impallidire di fronte alla sua bellezza.

I capelli corvini gli scivolano dolcemente sulla pelle chiara.

La camicia nera avvolge il suo petto ampio accarezzando sensuale i pantaloni di velluto bianco.

I suoi occhi sono due pozzi blu, carichi di ira.

E’ furioso.

Lo immagino.

Ho appena detto a mio cugino che lui è il mio ragazzo.

Figuriamoci.

Come minimo mi riempirà di pugni dopo aver riso con Hiroshi di quanto io sia effettivamente un do’hao.

Magari troverà anche lui qualche altro insulto, qualche altra incapacità, da mettere a nudo per ferirmi.

Per distruggermi.

Lo fisso per un momento soltanto e credo che i miei occhi esprimano tutta la mia disperazione.

Spero di no.

Almeno questo risparmiatemelo.

Almeno fatemi uscire a testa alta da questa situazione.

Va bene ho mentito.

Volevo solo per una volta...

Per una volta...

Non lo so nemmeno io...

Rukawa mi fissa con occhi glaciali prima di spostare lo sguardo furioso su Hiroshi.

E’ la fine.

Dopo quest’umiliazione dovrò cambiare scuola...

Città magari....

Non so per quanto i miei pensieri hanno tenuto occupata la mia mente.

Non so per quanto ho trattenuto il fiato in attesa di sentire le sue parole distruggere l’inganno e il mio animo.

La voce di Rukawa mi riporta alla triste, crudele realtà.

Tutte le mie speranze....

Tutte i miei sogni...

Socchiude le labbra per parlare e io chiudo gli occhi.

 

“Non ti permettere di offendere il mio ragazzo” mormora gelido.

 

Il bicchiere di Hiroshi cade a terra sfraccellandosi.

 

 

 

Continua....

 

 

Scleri dell'autrice (capita un po' meno ultimamente... nd.Pippis)

 

N: ^_^ Ohhhh erano secoli che volevo farlo!!!

H: Niente torture questa volta? O_o

N:che c'è ne senti la mancanza *_*

 

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