Amnesia 2                                                     Back to FanFic  Back to Home

 

CHE COSA HAI DETTO?” chiese allibito Hanamichi.

 

“Ti amo” mormorò Rukawa sorridendogli di nuovo in modo rassicurante, almeno nelle sue intenzioni.

 

Hanamichi lo fissò con gli occhi sbarrati.

“Kami Sama devi aver battuto la testa davvero forte.” Mormorò preoccupato.

Hanamichi...” sussurrò Rukawa avvicinando il volto al suo.

Il rossino lanciò un grido mollandolo di scatto, facendolo cadere pesantemente a terra.

“Che... che diavolo vuoi fare?” balbettò rosso come i suoi capelli.

“Do’hao” sussurrò il volpino alzandosi e spolverandosi i pantaloni della divisa sgualcita.

“Qui non ci vede nessuno” mormorò suadente il volpino avvicinandoglisi con passo felino.

Hanamichi spalancò gli occhi quando Rukawa allungò una mano per accarezzargli una gota con le dita candide.

Il suo sguardo era caldo, intimo.

Si ritrovò incapace di muoversi mentre l’altro avvicinava il volto al suo per chiudergli le labbra con un bacio.

Avvertì distintamente la lingua del volpino accarezzargli la bocca e, meravigliando se stesso per primo, socchiuse le labbra, concedendogli l’accesso.

 

Hanamichi si riscosse violentemente quando sentì Rukawa strusciarsi contro di lui in modo sensuale mandandogli un brivido elettrico lungo la schiena.

L’allontanò balbettando una scusa sconnessa mentre cercava di fare mente locale.

 

Era in un vicolo, per di più puzzolente, con Rukawa incollato al corpo che gli dava una deliziosa serie di...

No, no, correzione....

La pioggia di baci con cui il volpino stava tempestando il suo collo non poteva essere deliziosa , non DOVEVA essere deliziosa!!

 

Gli sfuggì un gemito quando il moro ignaro del suo turbamento gli accarezzò i fianchi mentre la bocca scivolava possessiva su di lui.

“Ru... “ provò a chiamarlo notando con sgomento quanto fosse roca e impastata di desiderio la sua voce.

Rukawa smise finalmente di torturare la sua pelle per sorridergli sensuale “Che cosa c’è amore?” gli sussurrò malizioso mandando completamente in tilt il cervello del rossino.

Ancora una volta non ebbe modo di rispondere in quanto si ritrovò le labbra occupate da quelle fresche e morbide del compagno.

Una mano del moretto scivolò lungo il suo ventre, nei pantaloni, senza pudore, accarezzandogli il membro teso.

Hanamichi sussultò spingendo lontano Rukawa, con forza.

Il volpino che non era assolutamente preparato ad una reazione simile perse l’equilibrio cadendo all’indietro e, sbattendo nuovamente il capo, perse i sensi.

 

Dopo il primo momento di sgomento Hanamichi riprese coscienza di se e si decise ad estrarre dalla borsa sportiva il cellulare per chiamare un’ambulanza per il ragazzo svenuto.

Decisamente Rukawa aveva bisogno di una perizia... psichiatrica!

Che diavolo gli era preso???

Prima gli diceva di amarlo e poi...

Poi...

Pensò con terribile imbarazzo al loro bacio.

Alla piacevole sensazione di calore che aveva provato tra le sue braccia.

Alla facilità e naturalezza con cui aveva corrisposto la passione del compagno di squadra.

Forse visto che c’era avrebbe dovuto chiedere che visitassero anche lui!!!

“Devo essere impazzito” borbottò tra se mentre aspettava fuori della stanza, momentaneamente assegnata al volpino, che il medico di turno al pronto soccorso lo visitasse e provvedesse ai necessari esami.

 

Quando il dottore uscì trovò il rossino che l’attendeva nervoso.

Anche se non voleva ammetterlo era preoccupato per la sua volpe.

Hanamichi imprecò tra se tirandosi un calcio mentale.

Sua?

Da quando sua.

Forse da quando si erano baciati...

Trattenne un gemito frustrato.

 

Lui, Hanamichi Sakuragi aveva baciato Rukawa!

Di tutti proprio Rukawa!

Il ragazzo presso cui tutta la popolazione femminile dello Shohoku correva dietro sbavando, gli aveva candidamente dichiarato il suo amore prima di passare dalla teoria ai fatti!!

 

Il breve colpo di tosse del medico lo riportò alla realtà.

“Lei è un amico del signor Rukawa?” chiese.

Hanamichi si massaggiò il capo con un sorriso incerto.

Se qualcuno qualche ora prima gli avesse porto quella domanda lo avrebbe ucciso a testate.

Ma in quel momento...

Annuì.

“Mi segua la prego” gli disse il medico accompagnandolo in una piccola stanza ingombra di carte, analisi e lastre.

“Il suo amico non ha riportato ferite gravi però soffre di una momentanea amnesia” gli spiegò una volta che  Hanamichi si fu accomodato su una piccola sedia di plastica bianca mentre lui prendeva posto dietro un’ampia scrivania su cui regnava la confusione pressochè totale.

“Niente di grave, sembra che la sua perdita di memoria sia limitata a quest’ultimo anno” si affrettò ad aggiungere vedendo il suo interlocutore preoccuparsi.

“Ho provato a chiamare a casa del signor Rukawa ma pare che i genitori siano partiti per le vacanze natalizie. Potremmo anche dimetterlo subito però dovrebbe avere qualcuno che l’assista” disse lanciandogli un’occhiata significativa.

Hanamichi fissò il medico per alcuni secondi prima di comprendere perchè lo stava guardando così.

 

Lui prendersi cura della volpaccia artica?

Quella stessa volpaccia che era convinta che LUI fosse il suo ragazzo e per poco non se lo faceva in un vicolo, con suo muto consenso, pensò con imbarazzo.

No, no, no!

Ne andava della sua virtù!!!

 

Scosse il capo cercando di allontanare quei pensieri, bastava spiegare alla volpe come stavano realmente le cose e tutto si sarebbe sistemato.

“Quando tornano i suoi genitori?” chiese al medico che annui evidentemente soddisfatto da quella risposta.

“Il 26 dicembre”

Hanamichi riflettè tra se mentalmente.

Si trattava soltanto di due giorni.

Che cosa poteva mai succedere in due giorni?

“Va bene” acconsentì facendosi dare dal medico l’indirizzo del volpino.

Il suo appartamento era da escludere, era troppo piccolo e sua madre poi rientrava ad orari impensabili a causa dei turni che faceva sul lavoro.

Per non parlare del fatto che gli avrebbe fatto il terzo grado e se Rukawa si fosse solo lasciato sfuggire...

Non voleva nemmeno provare ad immaginarlo.

Le avrebbe spiegato la situazione e si sarebbe trasferito momentaneamente dal volpino.

 

Rabbrividì a quell’idea.

Sperando che la volpaccia non partisse all’assalto!

No, no gli avrebbe spiegato tutto e...

 

“Ah un’ultima cosa signor Sakuragi” disse il medico facendosi largo nei suoi pensieri.

“Cosa?” chiese Hanamichi ponderando come dare la notizia alla volpe.

“Il signor Rukawa deve ricordare tutto da solo, lei non deve in alcun modo raccontargli fatti o avvenimenti del suo passato altrimenti potrebbe anche non recuperare mai la memoria”

Hanamichi fissò il medico con gli occhi spalancati.

 

Che cosa poteva mai succedere in due giorni? Ripetè una vocina maliziosa nella sua testa.

 

 

“Ecco siamo arrivati” disse Hanamichi sollevando il capo dal foglietto, su cui il medico gli aveva scritto l’indirizzo del volpino, per fissare la bella villetta con giardino.

Rukawa che l’aveva seguito silenziosamente per tutto il tragitto guardandosi attorno, cercando evidentemente di rammentare qualcosa, fissò la casa inclinando il capo di lato con curiosità.

“Vivi anche tu qui?” chiese fissando Hanamichi che aprì la bocca boccheggiando un paio di volte.

“No.. no..” mormorò.

Come diavolo poteva pensare che fossero addirittura al punto di vivere insieme!?!

Rukawa gli regalò un’altro di quei suoi incredibili sorrisi “Potremmo sempre rimediare” mormorò facendolo avvampare.

“Mi piace vederti arrossire” gli sussurrò malizioso il volpino allungando il viso verso di lui.

Hanamichi balzò indietro aggrappandosi mani e piedi a una delle colonnine del portico mentre Rukawa lo osservava sorpreso e un po’ ferito.

“Sia...sia..si...siamo all’aperto!!” gli fece notare Hanamichi dopo aver ricollegato la lingua al cervello, non senza qualche difficoltà.

Rukawa scosse le spalle con uno sbuffo ma si decise infine ad aprire la porta di casa.

Hanamichi si infilò nell’atrio elegante guardandosi attorno, curioso.

Non era mai stato in una casa tanto bella.

Il suo appartamento poteva essere tranquillamente contenuto nel solo salotto.

A differenza del rossino, che si sentiva parecchio a disagio in tutto quel lusso, Rukawa gettò con noncuranza la borsa sul divano di pelle prima di salire al piano di sopra.

“Questo me lo ricordo” diceva di tanto intanto mentre il rossino lo seguiva su per le ampie scale.

Rukawa spalancò la porta di una stanza invitandolo ad entrare ed Hanamichi si intrufolò nella camera fissandosi attorno come un ladro.

Quando la sua attenzione cadde sul grande letto all’occidentale appoggiato alla parete dovette mordersi la lingua per trattenere un’imprecazione.

Di tutte le stanze proprio in quella da letto Rukawa doveva portarlo!!!

 

“Andiamo a fare una doccia?” propose il volpino candido indicandogli la porta di quello che evidentemente doveva essere il bagno.

 

Hanamichi sospirò.

Ma certo, che cosa si era aspettato, che Rukawa lo gettasse sul letto?

Notò sgomento di provare un moto di delusione.

Scosse il capo con forza allontanandolo mentre s’imponeva di non essere sciocco.

Delusione per cosa?

Perchè Rukawa sembrava di nuovo freddo come il suo solito?

 

Appoggiò la borsa con gli abiti e quel poco che poteva servigli che aveva preparato facendo una corsa a casa sua, poco distante dall’ospedale, mentre Rukawa sbrigava tutte le formalità necessarie potersene andare, rimproverandosi mentalmente di smetterla con quei pensieri assurdi.

Il fruscio della camicia di Rukawa che cadeva su una sedia lo distrasse dai suoi pensieri costringendolo a voltarsi di scatto.

E allora si rese conto di un piccolo particolare che prima gli era sfuggito.

 

Il volpino aveva usato il verbo al plurale.

 

Aveva detto “Andiamo”.

 

E dubitava che nel suo bagno per quanto grande ci fossero due docce.

 

Arrossì mentre Rukawa continuava a spogliarsi imperterrito.

L’aveva visto tante volte nudo però...

In quel momento era tutto diverso.

 

Molto diverso.

 

“Henmmm... Ru.... ecco forse sarebbe il caso che io andassi dopo...” disse balbettando.

Rukawa lo fissò con un sopracciglio alzato, un’espressione sorpresa sul bel volto.

Ormai indossava solo i boxer mentre Hanamichi era ancora completamente vestito.

“Come vuoi” mormorò scuotendo le spalle ma Hanamichi colse nel suo sguardo una luce strana che faceva presagire che il discorso non sarebbe finito così.

Rukawa uscì dalla doccia parecchi minuti più tardi avvisando il rossino, che nel frattempo si era dato all’esplorazione della casa, che era il suo turno.

Hanamichi si infilò in bagno quatto quatto concedendosi di lanciare solo un’occhiata di sfuggita all’accappatoio scuro che fasciava quel corpo candido ricoperto dallo scintillio dell’acqua che scivolava suadente sui muscoli torniti.

Si infilò sotto il getto caldo accorgendosi con imbarazzo che aveva trovato quella visione...sexy.

 

Lui Hanamichi Sakuragi trovava la volpe artica sexy.

Aprì l’acqua fredda nella speranza di schiarirsi i pensieri mentre pensava al da farsi.

Rukawa continuava ad essere convinto che fosse il suo ragazzo.

E lo trattava come tale.

Non poteva raccontagli la verità per non correre il rischio che il volpino non recuperasse i ricordi, però la faccenda si faceva problematica.

Ormai era quasi ora di cena.

Avrebbero mangiato insieme e poi?

Rukawa si aspettava certamente di dormire con lui, sempre che volesse limitarsi a dormire.

Arrossì di nuovo avvolgendosi nell’accappatoio che il volpino aveva lasciato per lui.

 

Non sapeva come comportarsi.

 

Era una cosa così strana per lui quella gentilezza da parte di Rukawa.

Così speciale.

Gli sembrava impossibile che una creatura bella come la volpe lo desiderasse.

Poteva ammettere con se stesso che Rukawa era bello.

 

Era uno dei motivi per cui lo odiava.

Perchè era dannatamente bello.

Perchè era dannatamente bravo.

Perchè sembrava non sbagliare mai.

Perchè gli bastava schioccare le dita per attirare su di ammirazione e rispetto.

 

Lui aveva sempre dovuto lottare.

Non c’era stato nulla che non avesse dovuto raggiungere a suon di cadute rovinose o sputando sangue.

Invece quella creatura magnifica aveva tutto.

 

Tutto quello che voleva lui.

 

Eppure per contro Rukawa...

Proprio quel Rukawa...

Desiderava lui.

 

Essere importante non in quanto speciali di per se stessi ma in quanto speciali per qualcuno di importante.

Non ricordava dove aveva letto quel pensiero.

Si rifaceva perfettamente alla sua situazione.

Lui non poteva dirsi importante e tanto meno speciale però era importante e speciale per qualcuno che invece lo era davvero.

Come la luna che riflette la luce del sole. Pensò con un mesto sorriso, anche se Rukawa, con quella sua pelle lattea non assomigliava certo ad un sole.

Lo faceva sentire malinconicamente felice, essere considerato davvero importante per una volta da chi non era un membro della sua famiglia, Armata a parte.

 

E poi c’erano stati i baci.

 

Quello che il volpino gli aveva con tanta maestria rubato in quel vicolo era il suo primo bacio.

Ma nemmeno per un secondo quel giorno si era pentito di aver lasciato che fosse lui a prenderlo.

Scosse il capo aprendo la porta del bagno mentre la solita vocina insidiosa nella sua testa gli chiedeva se davvero odiava la volpe, se lo avrebbe fermato quella notte, se...

 

“Hana...”

 

Hanamichi sollevò il capo di scatto osservando il volpino seduto sul letto.

Non si era cambiato, indossava ancora l’accappatoio e a quanto sembrava stava aspettando lui.

Si alzò avvicinandoglisi mentre i suoi occhi blu lo sondavano cupi.

Hanamichi avvertì distintamente il suo cuore accelerare il battito quando Rukawa gli posò una mano sul braccio.

“Hana c’è qualcosa che non va?” gli chiese dolcemente.

Il rossino trattenne il fiato nel notare preoccupazione in quei occhi color del mare.

Dinanzi a lui, che credeva il suo ragazzo, il volpino aveva smesso di indossare la maschera e il nuovo Rukawa che vi aveva scoperto dietro gli stava facendo perdere la ragione.

“Per..perchè?” chiese incerto.

E se avesse ricordato?

Se avesse cominciato a ricordare e l’avesse allontanato?

 

Quella mattina per lui Rukawa era solo l’odiosa volpe eppure in quel momento...

... in quel momento l’idea che egli ricordasse e l’allontanasse lo riempiva di sgomento.

 

Era davvero così sciocco da cambiare opinione dalla mattina alla sera o quella situazione assurda stava tirando fuori qualcosa che lui aveva nascosto, a se stesso per primo, per troppo tempo.

E se quella cosa fosse uscita alla luce poi sarebbe stato in grado di seppellirla di nuovo?

 

“Mi sembri distante” mormorò Rukawa accarezzandogli piano il braccio, con fare incerto, come se si aspettasse di essere rifiutato.

Hanamichi rimase immobile per un momento.

Un momento interminabile in cui gli occhi del volpino si riempirono di dubbi mentre Hanamichi prendeva la sua decisione.

Gli sorrise.

Un sorriso pieno di calore e dolcezza che fece spalancare gli occhi del moretto.

“Scusami” sussurrò “sono solo ancora un po’ sotto sopra per stamattina” si giustificò.

Il volpino gli allacciò le braccia al collo allungando il viso verso il suo e per la prima volta Hanamichi gli andò incontro offrendogli spontaneamente le labbra.

 

Rukawa assaporò il suo profumo pulito, affondando le mani nelle ciocche carminio ancora umide, approfondendo il bacio con passione.

Il sorriso che Hanamichi gli aveva rivolto gli aveva acceso i sensi.

Nella sua mente era scattato qualcosa.

Qualcosa che gli aveva gridato di catturare quel sorriso il più in fretta possibile, prima che tutto tornasse normale.

Perchè?

Perchè se quella creatura luminosa era il suo ragazzo doveva aver paura di tornare alla normalità?

Che cosa c’era di nascosto nei ricordi di quell’ultimo anno che avrebbe potuto separarlo da lui?

Avevano litigato?

Eppure Hanamichi non sembrava arrabbiato con lui.

Forse era stato tradito...

E non voleva ricordarlo.

 

Strusciò il proprio ventre contro quello dell’altro cercando di cancellare con il piacere della sua vicinanza tutti i dubbi che si stavano affollando nella sua mente.

L’attrito tra i loro corpi spostò di lato la spugna umida che li separava permettendo alla pelle delle loro gambe di venire in contatto.

Avvertì Hanamichi gemere e bastò quel suono per mandare in tilt il suo cervello.

Lo spinse lentamente verso il letto mentre una delle sue mani scendeva a sciogliere la cintura dell’accappatoio che gli aveva prestato e quelle di Hanamichi si infilavano curiose, ma stranamente titubanti sotto il suo.

Non riusciva a capire quell’incertezza che aveva il rossino nel corrispondere le sue carezze, la dolce goffaggine con cui accoglieva il suo bacio come se fosse la prima volta.

Eppure ricordava di aver già fatto l’amore con lui.

 

O almeno gli sembrava.

 

Di certo le sensazioni non erano mai state così forti.

Così reali.

 

Le gambe di Hanamichi posarono contro il bordo del letto e Rukawa ve lo fece distendere dolcemente annullando tutti gli altri suoi pensieri.

 

 

Hanamichi ansimò nell’avvertire il corpo di Rukawa scivolare sul suo mentre il volpino si liberava, con un gesto fluido delle spalle, del suo accappatoio, slacciandogli del tutto quello che lui ancora indossava.

Si sollevò a sedere su di lui fissandolo e il rossino si rese violentemente conto di quello che stava facendo.

Era praticamente nudo sul letto di Rukawa, sotto Rukawa, che non indossava assolutamente nulla.

Se non l’avesse fermato...

Avrebbero fatto l’amore.

Avrebbe fatto l’amore con Rukawa.

La volpaccia artica.

Bhe di artico c’era poco ora che il suo membro premeva caldo contro le sue gambe.

Sollevò il capo cercando il suo sguardo, improvvisamente sgomento.

Non poteva.

Non doveva.

Rukawa non era in se.

Non ricordava.

O meglio ricordava la cosa sbagliata.

Doveva dirglielo.

Doveva fermarlo e...

 

“Sei splendido” sussurrò il volpino osservandolo con aperto desiderio.

 

Hanamichi restò a bocca a spalancata.

Lui?

Rukawa considerava lui...

 

Mister cinquanta rifiuti..

Pel di carota...

Lo scimmione rosso...

 

Splendido?

 

Cercò scherno o bugia in quei limpidi pozzi blu ma vi trovò solo desiderio e ammirazione.

Non stava mentendo.

 

“Io...” mormorò voltando il capo sul cuscino e chiudendo gli occhi improvvisamente in imbarazzo, tutte le sue convinzioni, tutti i suoi buoni propositi annullati da quelle due parole.

“Non te l’avevo mai detto?” gli sussurrò Rukawa tornando a sdraiarsi su di lui facendo aderire i loro corpi.

Gli prese il volto tra le mani costringendolo a voltare il capo per fissarlo negli occhi.

Hanamichi si perse in quegli abissi blu e quando Rukawa abbassò il volto per chiudergli le labbra con le sue allungò le braccia per cingergli il collo cercando la sua bocca con la propria.

Il bacio divenne sempre più profondo mentre le mani di Rukawa tornavano a scivolare verso il basso accarezzando quanta più pelle riusciva a raggiungere prima di fermarsi sui fianchi del compagno i pollici che scivolavano dolcemente su e giù sulla pelle dorata.

Gli lasciò andare la bocca solo per cominciare a tracciare una lunga scia di baci sul collo e poi sul petto, sull’addome, sul ventre scivolando sempre più giù.

Hanamichi inarcò la schiena ormai capace di pensare a nient’altro che al piacere che gli stava montando dentro.

Urlò quando Rukawa gli accarezzò il membro, che aveva delicatamente evitato fino a quel momento, con la lingua.

Il volpino fece scivolare le mani sui suoi fianchi aiutandolo ad alzare un poco i glutei in modo da sistemargli un cuscino sotto la schiena prima di abbassare di nuovo la bocca su di lui e prenderlo delicatamente tra le labbra.

Hanamichi aveva il respiro sempre più affannoso, i suoi fianchi avevano cominciato a seguire il ritmo della bocca di Rukawa cercando il suo calore quando il moretto si allontanava per poi gemere quando egli scendeva nuovamente, fino a far scivolare i suoi capelli neri sulla pelle ambrata dell’amante.

Accolse con piacere le dita che gli porse cominciando a leccarle con desiderio mentre le sue mani artigliavano le lenzuola.

Rukawa allontanò la mano dalla bocca del compagno nel momento stesso in cui lasciò il suo sesso.

Hanamichi emise un lamento di protesta che venne soffocato dalle labbra del volpino che coprirono le sue sostituendo alle dita la lingua mentre si sistemava meglio contro di lui.

Il rossino allargò le gambe facendogli spazio, inarcando la schiena, cercando di porre rimedio al suo desiderio lasciato insoddisfatto sfregandosi contro il compagno.

Quasi non avvertì il primo dito che scivolava dentro di lui mentre Rukawa gli prendeva il membro nella mano sinistra accarezzandolo.

Quando tuttavia al primo il moro ne aggiunse un secondo Hanamichi si tese con un flebile lamento tra le sue braccia.

Rukawa staccò la bocca dalla sua per fissarlo negli occhi e si sorprese nel trovare sì passione ma anche confusione nelle iridi scure del compagno.

“Rilassati” gli sussurrò dolcemente, baciandogli le labbra con delicatezza, riverenza.

Hanamichi si lasciò assorbire da quella sua morbida carezza socchiudendo le labbra, muovendo piano il bacino contro di lui e Rukawa riprese ad accarezzargli il membro mentre con la bocca scendeva a baciargli il lobo dell’orecchio, la guancia accarezzata dai suoi respiri veloci e dai  suoi gemiti rauchi.

Cominciò ad affondare di più preparandolo, posandogli piccoli baci di scusa quando aggiunse un terzo dito agli altri due, provocandogli un lamento di dolore.

Il ragazzo si tese sotto di lui, dopo il fastidio iniziale la pressione intima di quelle dita dentro il suo corpo cominciava a provocargli brividi di piacere che scivolavano lungo la sua schiena verso l’alto per poi ridiscendere repentini spingendolo ad inarcarsi contro Rukawa, cercandolo, mentre la mano del moretto prendeva un ritmo accelerato sul suo sesso.

Gemette invocando il suo nome ormai al limite e Rukawa tolse le dita dal suo corpo stringendo la mano sul suo sesso con forza.

Agitò il capo sui cuscini spingendo il bacino contro di lui.

Con una decisa pressione sul suo sesso Rukawa lo fece venire nel momento stesso in cui con un’unica spinta affondava dentro di lui.

Hanamichi gridò spalancando gli occhi, spingendo la testa sui cuscini, i capelli rossi sparsi sul tessuto chiaro, mentre un rivolo dello stesso colore scivolava tra le sue natiche fino al materasso.

Rukawa sollevò il viso per fissare quegli occhi spalancati portandosi alle labbra la mano che gli aveva appena dato l’orgasmo assaggiando il frutto del suo piacere.

Hanamichi lo fissò immobile, in preda alla confusione totale, avvertiva la presenza bruciante del sesso dell’amante piantato in profondità nel corpo e il dolore che pulsando gli attraversava le membra intorpidite e stanche, eppure gli era bastato vedere la lingua curiosa del volpino scivolare sulla sua stessa mano, assaggiare il suo sperma, per sentire di nuovo quella familiare, sconvolgente, sensazione di calore, spiraleggiargli nel ventre.

Rukawa gli baciò le labbra facendogli assaggiare il suo stesso sapore, sussurrandogli parole rassicuranti prima di muoversi piano, dentro di lui.

Hanamichi gli artigliò i fianchi ansimando un “aspetta!” spaventato, che si spezzò a metà a causa del dolore provocato dal movimento di Rukawa.

Il volpino leccò con attenzione la piccola lacrima che era scivolata sul volto del compagno imponendosi di rimanere immobile dentro di lui, dandogli il tempo di abituarsi.

“Rilassati amore, rilassati” gli mormorò dolcemente cospargendo il volto di piccoli baci mentre gli accarezzava piano i fianchi, avverti le mani di Hanamichi scivolare sulla sua schiena mentre il rossino cercava di riprendere il respiro.

Rukawa gli concesse alcuni minuti prima di assestare una piccola spinta.

Hanamichi gemette stringendo la mandibola e Rukawa s’immobilizzò di nuovo.

Il rossino socchiuse le palpebre fissando quelle iridi blu così vicine, allungando il capo per cercare la sua bocca e Rukawa gli concesse un bacio, lungo profondo, che ebbe l’effetto di calmare il suo tumulto interiore.

Quando le loro labbra si separarono Hanamichi gli donò un piccolo sorriso.

“Fa...fallo di nuovo” sussurrò sulle sue labbra.

Rukawa gli cercò la bocca con la sua mentre ricominciava a muoversi su di lui, dentro di lui.

Hanamichi avvertiva ancora il dolore ma la sua presenza era diventata marginale rispetto al piacere e al calore che gli dava il quel corpo che affondava sempre più in fretta, sempre più in profondità, dentro di lui.

Rukawa gli liberò i fianchi facendo scivolare nuovamente la mano tra i loro corpi, massaggiando il membro nuovamente eretto del compagno.

Al ritmo sempre più serrato di quella doppia stimolazione Hanamichi venne per la seconda volta contro il suo amante mentre Rukawa si riversava con un grido di piacere dentro di lui.

 

Hanamichi rimase immobile, accoccolato tra le braccia di Rukawa ad ascoltare il battito furioso del suo cuore contro l’orecchio.

Anche il suo gli correva nella medesima maniera in petto.

Avevano fatto l’amore.

Lui aveva permesso a Rukawa di possederlo.

Si era lasciato toccare, baciare, esplorare, fin dove nessuno era mai arrivato.

E aveva provato piacere nel farlo.

Ma soprattutto aveva provato piacere nel farlo con LUI.

Kaede gli accarezzò dolcemente la schiena.

“Tutto bene tesoro?” gli chiese piano e Hanamichi annuì non fidandosi delle proprie parole imponendosi di godersi semplicemente quel momento e di non pensare a null’altro.

 

Aprì un occhio guardandosi attorno confuso.

Era in una camera che non riconosceva, su un letto che non era decisamente il suo.

Si mise a sedere e gli sfuggì un lamento di dolore.

Era completamente indolenzito.

Fissò le lenzuola scomposte mentre i ricordi tornavano ad accendergli la memoria e le sue guance contemporaneamente si imporporavano sempre più.

Aveva fatto l’amore con Rukawa.

Aveva dormito qualche ora e poi era stato svegliato dall’odore del cibo.

Il suo stomaco aveva brontolato una protesta e lui era emerso dal caldo limbo di pace in cui era sprofondato aprendo gli occhi per perdersi in uno sguardo turchino, scintillante.

Rukawa gli aveva mostrato un vassoio pieno di tartine assortite che aveva preparato probabilmente poco prima.

Avevano cenato a letto senza una parola finchè addentando l’ennesimo krecher ricoperto di salsa tonnata e olive uno dei piccoli frutti verdi non era caduto, rotolando tra le lenzuola, finendo tra le sue gambe.

Il volpino aveva mormorato un “Do’hao” carico di malizia e poi si era chinato a raccoglierla... con la bocca.

Arrossì violentemente mentre gli ritornavano alla mente gli usi, molto poco culinari, che avevano fatto delle restanti tartine.

Rukawa addormentato al suo fianco si mosse tra le lenzuola allungando un braccio per cingergli la vita ma Hanamichi lo scostò delicatamente per alzarsi e dirigersi verso il bagno.

Scivolò fuori dal letto scostando le lenzuola e notando solo allora le piccole macchie di sangue che le sporcavano.

Mormorò un’imprecazione incerto sul da farsi.

Se Rukawa le avesse viste avrebbe anche capito che lui era vergine.

 

E lui non poteva essere vergine.

 

Si passò una mano tra i capelli rossi pensando ad una scusa da raccontargli prima di sollevare lo sguardo e ritrovarsi gli occhi del volpino piantati in viso.

 

Hanamichi passò velocemente lo sguardo dalle lenzuola a lui attirando inevitabilmente anche gli occhi del moro che si spalancarono di scatto notando il sangue prima che Hanamichi con gesto rapido, ma ormai inutile, le coprisse con le coperte.

 

 

Continua....

 

 

Scleri dell'autrice (Ancora? ma non ti hanno ancora internato? nd.Pippis) 

N: oh,oh,oh ^_^

H: >///////< ma... ma...

N: dimmi Hana?

H: che cosa gli racconto adesso?! >/////////////<

N: bhe sfrutta la fantasia inventa qualcosa ^_^’’’

H: Tipo? Che sì eravamo fidanzati ma non abbiamo combinato niente?

Questo qui

R: hei! Sareio io ‘questo qui’?

H: Zitta volpaccia!!! Dicevo questo qui è un giorno che si è dichiarato e siamo già andati a letto insieme e tu pretendi che si beva che anche se ero il suo ragazzo non l’avevamo mai fatto? O_o

N: hmmm.... hai ragione non regge.... muble, muble, mubl...ohhhh.... *_* <--sguardo da idea_lampo

R: sono mooolto preoccupato...

H: -_- a chi lo dici

N: ^__^ Ruuuuuuuu.....

R: sono sempre più preoccupato...

N:hi,hi,hi....

 

 

                                                                                         

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